A riempire il podio tedesco ci pensano quindi gli alfieri Red Bull, che con questo risultato scalzano la Ferrari dal secondo posto in classifica costruttori. Ma partiamo coi nostri “Focus”, e cerchiamo di esaminare come al solito gli eventi salienti del weekend punto per punto:

Pronti via…e ciao! E’ esattamente quello che ha fatto Lewis Hamilton. Partito dietro Rosberg (che aveva agguantato la pole position), King Lewis ha uno spunto migliore, e riesce a girare per primo alla prima curva. Dietro di lui, le due lattine volanti di Verstappen e Ricciardo a fargli da scudo contro una possibile rimonta di Nico durante il primo giro. Da lì in poi, non c’è più stata gara. LH44 saluta la compagnia e non sbaglia niente. “Pennella” il circuito curva dopo curva fino al traguardo, dando per tutto l’evento l’impressione di uno che sta passeggiando in macchina sul lungomare col braccio fuori dal finestrino. L’inglese è in uno stato di grazia allarmante (per gli altri), e ad ogni esibizione sta facendo capire che, se il numero uno è attaccato alla sua tuta, un motivo ci sarà. Ancora una volta, sta letteralmente ridicolizzando il compagno di casacca, al quale non solo ha mangiato tutto il gruzzoletto di vantaggio che quest’ultimo aveva accumulato a inizio stagione, ma gli ha anche rifilato 19 punti di distacco: tanto per fargli capire che, finchè si veste uguale a lui, inutile fare sogni di gloria….  

Red Bull ha messo le ali. Oramai è chiaro. Dopo un inizio di stagione parecchio sottotono e con poche speranze, i “bibitari” hanno fatto un salto in avanti di prestazione a dir poco allucinante. I due indemoniati che guidano per loro, dopo aver monopolizzato la seconda fila in qualifica, sono stati gli unici in grado di far credere a chi guardava la gara da casa, che forse era possibile battere le Mercedes. Ok, Lewis è stato imprendibile, ma il povero Rosberg (complice un penalty di 5 secondi per un sorpasso azzardato) ha dovuto inchinarsi alla performance incredibile delle monoposto di Milton Keynes. Pare evidente che sono le Red Bull ad oggi, le degne candidate per il titolo di “seconda forza del mondiale”, grazie anche a quella coppia di piloti Ricciardo/Verstappen che sta dimostrando di non avere timori reverenziali nei confronti di nessuno, e di essere in grado di rappresentare una vera minaccia se la vettura funziona come si deve. Ottimo lavoro.

Ferrari, piedi a terra e testa…contro il muro. Ovviamente la citazione va presa come uno stimolo a migliorare e non come una provocazione. Il famoso slogan di Arrivabene, fino a qui non ha assolutamente portato a nessun risultato. Anzi… Ad Hockenheim, la disfatta per Maranello è stata netta, chiara, a tratti vergognosa. Il cavallino “arrancante”, dalla prospettiva Mercedes e Red Bull, ha dimostrato di non meritare nemmeno di essere considerata un “competitors”, visto che le due Rosse non sono mai state in gara. Partiti in terza fila, Raikkonen e Vettel sono stati invisibili. Mai in gara, mai un sorpasso, mai una manovra che giustificasse la loro presenza in pista. L’unica cosa che sono riusciti a fare, è stato invertire le posizioni tra loro rispetto alla griglia di partenza. Per il resto non c’è altro da dire perché nient’altro è successo. La vettura che doveva battere le Mercedes, progettata da zero con un “ampissimo” (a loro dire) margine di sviluppo, ad oggi non è neanche a livello di “guardare da lontano” le Red Bull. E va già bene che team come Force India, Williams e Mclaren abbiano parecchie difficolta, altrimenti sarebbe stato il caso di guardarsi ancora di più le spalle. Dopo i tanti problemi che hanno fatto saltare la sedia di Allison, in Ferrari si brancola nel buio. L’impressione è che nel box rosso non abbiano la più pallida idea di come reagire, e che anche per quest’anno, come sempre, una direzione giusta per loro non ci sia. La vettura non va, e quell’Arrivabene che all’inizio dell’avventura proclamava sorrisi e ottimismo, ha lasciato il posto ad un team principal cupo, sempre preoccupato, col volto tirato e perennemente in cerca di una scusa per giustificare le prestazioni ridicole delle vetture. Andate al mare ragazzi, e riposate. E vediamo cosa succede al rientro. Perché nella situazione attuale, a Maranello, gli uomini del team è vero che sono in rosso….ma dalla vergogna!!

McLaren, qualcosa si muove. Si è vero, stiamo parlando di un team storico che dovrebbe lottare per vincere e invece si ritrova ad arrancare per entrare in zona punti. Ma le vetture di Woking, così come era successo in Ungheria, ad Hockenheim hanno mostrato segni di risveglio. L’anno scorso la vettura era inguardabile, perennemente nelle ultimissime posizioni a rappresentare una “chicane mobile” (insieme alla Manor) per quelli che dovevano doppiarli. Oggi invece, Alonso e Button si ritrovano con una vettura spesso in grado di entrare in zona punti, capace di rompere le scatole a team come la Force India e la Williams che fino a qualche gara fa sembravano per loro imprendibili. La strada sembra quindi quella giusta, e con il cambio di regolamento della prossima stagione, magari si riesce a rivederli nelle posizioni che gli spettano. Bravi.

Formula Uno cura contro l’insonnia. Per concludere, lasciateci passare una piccola provocazione per chi tiene in mano le redini di questo sport. Anche in Germania, abbiamo assistito ad una gara anonima e priva di momenti emozionanti. Dopo il primo giro, a parte qualche attimo qua e là, il sonno sul divano dei tifosi a casa è diventato difficile da controllare. Forse è davvero il caso di cercare un’altra direzione, con gare più “maschie” e monoposto differenti, perché ad oggi, anche se fa male ammetterlo, la Formula Uno è considerata dai più uno sport “monotono”. Confidiamo tutti nel cambio regole 2017.

Daniel Limardi

 

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