Nasce la W Series, il campionato dedicato a sole donne
La griglia sarà composta da un minimo di diciotto ad un massimo di venti partecipanti e non ci sarà bisogno di portare uno sponsor perché ci saranno diverse selezioni per scegliere le migliori candidate in circolazione. Per quanto riguarda invece le monoposto, la serie fornirà alle partecipanti una Formula 3 Tatuus F3 T-318. La vettura sarà spinta da un motore 4 cilindri 1.8 litri turbo da 270 CV con cambio a 6 rapporti.
Catherine Bond Muir, Ceo della W Series, ha parlato così della nuova serie: "La nostra missione è importante: pensiamo che chiunque abbia talento, passione e impegno debba avere una chance nel motorsport. Questo campionato nasce per dare questa opportunità. Guardando le statistiche, poche donne negli ultimi anni hanno guidato in categorie superiori alla Formula 4". David Coulthard, promotore della serie, ha aggiunto “ Le ragazze tendono a raggiungere una sorta di 'tetto di vetro' al livello della GP3 o della Formula 3, a causa della mancanza di fondi ma non di talento. Ecco perché è necessario un campionato riservato solo alle donne, per creare un habitat competitivo e di crescita in cui le donne saranno in grado di dotarsi delle abilità necessarie per fare il passo successivo nella massima categorie e confrontarsi alla pari con i loro rivali del sesso opposto”. Anche Adrian Newey ha mostrato tutta la sua approvazione per questa serie: “Sono convinto che ci siano poche donne nel motorsport non per mancanza di talento, ma per mancanza di opportunità".
Dopo l’annuncio della nascita di questa nuova serie, il dibattito sulle varie piattaforme social si è fatto più intenso tra chi ha mostrato un parere favorevole e chi invece è totalmente contrario a questo campionato formato da sole donne. Reazione negative sono arrivate da Pippa Mann e Sophia Floersch, mentre le altre colleghe per il momento non si sono pronunciate. Questo nuovo campionato potrebbe rivelarsi una sorta di "Dottor Jekyll e Mister Hyde" per le donne che vogliono costruirsi una carriera e magari sognare un debutto in Formula 1. Da un lato potrebbe aiutare veramente una donna ad avere visibilità e l’occasione per arrivare alla massima serie, ma dall’altra potrebbe diventare una sorta di contentino, che potrebbe rimanere bloccata in questa "gabbia" fatta di motori e ruote.
Chiara Zaffarano