F1 | Il Circus piange la scomparsa di Eddie Jordan
L'irlandese, dirigente dell'omonima scuderia dal 1991 al 2005, si è arreso al cancro alla prostata che lui stesso aveva dichiarato di aver contratto

Il mondo della Formula 1 e del motorsport è in lutto per la morte di Eddie Jordan. L'ex team manager irlandese, protagonista nella F1 degli anni 90 e 2000 con la sua omonima scuderia, la Jordan Grand Prix, è venuto a mancare all'età di 76 anni per un cancro alla prostata che aveva dichiarato di avere solamente negli ultimi mesi.
La carriera di Eddie Jordan e del suo team
Nato a Dublino il 30 marzo 1948, Eddie fu un personaggio estroverso che irruppe prepotentemente nello scenario delle corse. Dopo una carriera da pilota fatta da apparizioni in Formula Ford, Formula 3 e Formula 2, nonché una partecipazione alle 24 Ore di Le Mans, Eddie fondò nel 1979 la Jordan Grand Prix, una scuderia con cui scalerà i ranghi del motorsport UK lanciando piloti come Martin Brundle e Johhny Herbert, fino al grande salto in Formula 1 nel 1991.

Credits: Formula 1 / X.com
La 191, la prima monoposto del team irlandese, fu anche quella in cui Michael Schumacher fece il suo leggendario debutto in F1, sostituendo Bertrand Gachot a Spa per il GP Belgio di quell'anno. Negli anni successivi, la scuderia di Eddie crebbe sempre di più, lavorando con piloti come Eddie Irvine, Rubens Barrichello, Giancarlo Fisichella, Ralf Schumacher e Damon Hill. Con questi ultimi due ottenne il suo miglior risultato di sempre nel caotico GP Belgio 1998, quando Hill vinse una gara bagnata a Spa precedendo Ralf per l'unico 1-2 della Jordan GP della sua storia.
Nel 1999, poi, ci fu la miglior stagione del team irlandese con un Heinz-Harald Frentzen che, insieme alla 199 e agli allora competitivi motori Mugen-Honda, vinse due gare a Magny-Cours e Monza e andò a sfiorare un clamoroso titolo piloti che svanì solamente nelle ultime gare. Da lì in poi, con l'ingresso dei grandi costruttori e l'aumento dei costi, ci fu il lento e inesorabile declino per il team Jordan che avrà un ultimo urrà al caotico GP Brasile 2003 con la vittoria di Giancarlo Fisichella, prima della vendita al gruppo Midland nel 2004.
Domenicali ricorda Eddie: “Protagonista di un'era in F1, mancherà a tutti noi”
Dopo la fine della sua avventura come team manager, Eddie Jordan rimase comunque nel paddock della F1 come opinionista per BBC e Channel 4, collaborando inoltre per il magazine F1 Racing e il programma Top Gear, guadagnandosi subito le simpatie per i suoi commenti mai banali, soprattutto nei confronti del “Team Silverstone”. Fuori dal Circus, inoltre, Eddie diventò azionista del Celtic Football Club e, recentemente, salvò con la sua cordata il club di rugby London Irish dal fallimento.

Credits: Aston Martin Aramco F1 Team / X.com
Con la dipartita di Jordan, La F1 perde una figura di spicco che ha saputo come costruire un team da zero e portarlo vicino alla gloria, lanciando nel contempo giovani talenti come gli stessi Schumacher, Irvine, Barrichello e Fisichella e fornendo agli appassionati livree indimenticabili e che vengono venerate tutt'oggi come la verde 191 o le monoposto gialle di fine anni 90 “Buzzin Hornets”.
Immancabile il saluto di Stefano Domenicali a nome della Formula 1:
Siamo profondamente dispiaciuti di sentire della perdita improvvisa di Eddie Jordan. Con la sua energia inesauribile sapeva sempre come far sorridere le persone, rimanendo genuino e brillante. Eddie è stato protagonista di un'era in Formula 1 e mancherà profondamente a tutti noi. In questo momento di tristezza, i pensieri miei e quelli di tutta la famiglia della Formula 1 vanno alla sua famiglia e i suoi cari.
Andrea Mattavelli