Alex Zanardi e la forza di non mollare mai
Alex Zanardi ha ancora tanta forza da darci. Lo ha fatto negli anni dei suoi successi in America, con imprese in pista ai limiti dell'incredibile. Ha continuato a farlo dopo aver perso, suo malgrado, metà del suo corpo sull'asfalto del Lausitzring. E lo sta facendo anche ora, ritrovandosi nuovamente a dover lottare tra la vita e la morte. Alle prese con un destino cinico e beffardo. Che però sta trovando davanti a sé un avversario tosto, che non molla. Dallo sguardo stralunato, dal sorriso sincero, dalla forza straordinaria.
Alex Zanardi ha saputo rinascere, ricostruirsi e ripartire. Trovando dentro di sé risorse forse inaspettate, ma di sicuro capaci di trasmettere un messaggio di portata universale. Un uomo ritrovatosi improvvisamente ad essere piccolo, ma al tempo stesso un gigante. Perchè la forza di Alex è stata quella di affrontare la vita con la giusta dose di leggerezza, ma al tempo stesso con una forza d'animo fuori dal comune, capace di rappresentare una fonte d'ispirazione per milioni di persone.
"La prima cosa che ho fatto, nel momento in cui sono tornato a casa dopo le settimane trascorse in ospedale, è stato quello di prendere sulle spalle mio figlio". Ora il piccolo Niccolò è cresciuto, ma Zanardi ha avuto la forza di prendersi idealmente sulle spalle una Nazione intera. Che lotta al suo fianco in queste ore difficili, che vuole dargli un'ultima spinta verso il traguardo, come tante volte ha fatto lui a bordo della sua amata handbike.
Forse non era mai capitato di vedere un intero Paese schierarsi compatto al fianco del proprio sportivo più amato. Anche se "Zanna", in realtà, rappresenta qualcosa di più: un simbolo universale, un esempio di come gli scherzi del destino a volta possano tramutarsi in opportunità da cogliere al volo, attraverso le quali poter diffondere messaggi intrisi di speranza, fiducia e ottimismo.
La salita è particolarmente ardua, questa volta. La sfida è difficile, l'avversario non guarda in faccia nessuno. E la sua testa, come da lui stesso definita "dura come una corazza", questa volta deve rappresentare il suo alleato più fedele.
Ma, comunque vada, Alex ha vinto. Lassù, sul gradino più alto del podio, con una medaglia al collo ed un tricolore in mano. Forza, Zanardi da Castel Maggiore: sorprendici ancora una volta.
Marco Privitera