Alain Prost F1 Williams FW15C
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Secondo gli annali, Giulio Cesare pronunciò la famosa frase "veni, vidi, vici" per descrivere la sua rapida e decisiva vittoria nella battaglia di Zela nel 47 a.C. contro Farnace II del Ponto: una frase che potremmo utilizzare per descrivere la vittoria nel Mondiale Piloti di Alain Prost nel 1993, a bordo della Williams FW15C, una storia che trascende i meri risultati sportivi ottenuti dal duo.

Il fascino della…Ligier?

I corsi e ricorsi storici pongono le fondamenta del quarto titolo di Alain Prost nel 1991, stagione che propriamente non sorride al francese, in forza a Ferrari. La scuderia di Maranello era involuta in una crisi gestionale, il modello 642 non aveva affidabilità e i risultati non erano esaltanti. Verso fine stagione il francese esternava pubblicamente le proprie frustrazioni con il famoso paragone al "camion" e la Scuderia, nel più classico scenario di "rivoluzione nello stagno", rispondeva con un siluramento anzitempo, che sollevava Alain dall'incarico.

Per il 1992 Prost non aveva un volante e non aveva opzioni competitive nel mirino: Williams avrebbe voluto il francese, ma la lineup era completa e non avrebbe avuto abbastanza tempo per lavorare sui contratti in vista della stagione alle porte. Benetton aveva provato un approccio, ma alla fine non era arrivato l'accordo. Ad un certo punto aveva preso piede una pazza idea, grazie all'interessamento e ai buoni uffici della Elf, di un passaggio in Ligier.

Un 1992 sabbatico e di allenamento

La scuderia francese dal 1992 poteva disporre dell'ambitissimo motore Renault e la prospettiva di una equipe totalmente bleus poteva essere intrigante per Alain: il 19 gennaio del 1992 Prost scendeva in pista con una JS37 al Paul Ricard. Per motivi a metà strada tra il pilota e la scuderia, il possibile accordo andava a sfumare, lasciando Alain in cabina di commento con la TV francese per la stagione 1992, tra l'altro "pagato" dalla buona uscita Ferrari, con molto tempo a disposizione per allenarsi.

Mentre Ayrton Senna trionfava nel GP d'Italia del 1992, Alain Prost firmava per il ritorno in F1 con Williams, inserendo nel contratto, tra le altre cose, una clausola che tagliava fuori il nome Senna qualora il brasiliano avesse bussato alle porte della scuderia di Didcot. Mossa lungimirante, pensando a tutta la storia che gravita attorno al test di Ayrton in IndyCar del dicembre 1992.

Alain Prost ritornava in pista nel settembre 1992 per le prove con la nuova scuderia: nonostante l'ottimo allenamento fisico portato avanti durante l'anno sabbatico, il francese dichiarerà come nell'occasione si sentisse disorientato dal ritorno in pista, tanto da chiedersi perché avesse voluto ritornare al volante. La morale di tutto questo è che, almeno negli Anni Novanta, le attività fatte fuori dall'abitacolo pesavano molto nell'economia di guida, ma mai quanto la continuità al volante.

Una FW15C semplicemente fantastica

Il francese sapeva benissimo di andare nella scuderia più attrezzata per competere nel Mondiale. La Williams per il 1993 schierava il modello FW15C, terza iterazione della fortunata linea tecnica introdotta con la FW14 del 1991 e poi corretta con l'incredibile FW14B del 1992.

Attorno al propulsore Renault V10, accreditato per il 1993 di una migliore geometria ed ottimizzato in termini di erogazione, la squadra tecnica di Adrian Newey aveva allestito un telaio più rigido ed un sistema sempre più raffinato di sospensioni attive, nonostante i cambi regolamentari portassero a gomme più strette ed una ridefinizione di alcuni volumi della monoposto.

La FW15C è forse la vettura più tecnologica di sempre, visto anche i sistemi ABS e servosterzo installati a bordo. Secondo i commentatori dell'epoca, Williams aveva solo bisogno di un pilota che la guidasse in pista per vincere e la scelta era ricaduta su uno dei migliori sulla piazza.

Nella prima parte di campionato, le condizioni atmosferiche consentivano ad Ayrton Senna e alla McLaren MP4/8 - Ford di giocarsela quasi alla pari con Alain e la FW15C, riaccendendo una rivalità mai sopita…con tutte le conseguenze del caso, visto che Prost doveva accedere all'autodromo di Interlagos scortato dalla polizia.

Sette vittorie e quarto Titolo

La fase centrale della stagione però vedeva un deciso cambio di passo del francese, che, con sette vittorie stagionali, portava a casa il quarto titolo mondiale, chiudendo la questione al GP del Portogallo, quattordicesimo round della stagione. Alain Prost deciderà di chiudere la sua avventura in F1 con la fine del campionato 1993.

In quel di Adelaide, Australia, finiva un'era, per diverse ragioni. La prima: Alain Prost, per la prima volta in decenni, si avvicinava al record di cinque titoli di Juan Manuel Fangio, sistemando l'asticella della F1 moderna su quattro titoli, numero non raggiunto da altri piloti prima di lui, come Niki Lauda o Nelson Piquet. La seconda: con Alain Prost "in pensione", Ayrton Senna si trovava da solo, senza la controparte con cui per anni aveva portato avanti una rivalità fortissima e palpabile, salutata con una stretta di mano liberatoria (e per una volta "sincera") sul podio di Adelaide.

Un titolo, il quarto, che va ad aggiungersi a quelli conquistati nel 1985, 1986 e 1989 (su McLaren), per non parlare di quelli soltanto sfiorati, come quello del 1983 con Renault. Sicuramente Alain Prost ha avuto la possibilità di guidare e vincere a bordo di una monoposto stellare, tuttavia, si scoprirà, non ben digerita dal fuoriclasse francese:

"Anche se era una monoposto fantastica, ho sempre destato la Williams FW15C del 1993. (…) Assettavo la monoposto e, a causa delle sospensioni attive, queste regolazioni cambiavano continuamente. La tenuta di strada era in continua evoluzione: affrontare una curva in pieno piuttosto che alleggerire un po' era diventato più facile...Ho dovuto adattarmi, ma l’auto non era l'ideale per il mio stile di guida".

Joyeux anniversaire, Professeur.

Luca Colombo