Come di consueto, eccoci anche questa settimana con la nostra rubrica “FOCUS GP”, dove analizziamo episodi, temi e avvenimenti cruciali dei vari weekend di gara che meritano di essere approfonditi. In questa “puntata”, parleremo ovviamente dell’ultimo Gran Premio disputato sul Red Bull Ring a Spielberg, in Austria.

Ma iniziamo subito con i temi "caldi" finiti sotto la lente d'ingrandimento:

Nico Rosberg, sbavature zero. Se escludiamo l’errore in qualifica, che con molta probabilità gli ha tolto la pole position, il tedesco di casa Mercedes ha messo in pista una prestazione di altissimo livello. Un fulmine, capace di rubare la posizione al compagno di squadra al via, salutando la compagnia fin da subito. Mai una sbavatura, mai un errore, mai un attimo di incertezza. Non concede spazi di rimonta al campione del mondo e fa subito capire che la “questione Austria” non si discute. Gara magistrale la sua, che gli regala il tris in campionato e lo rimette in lizza per il titolo con soli 10 punti di distanza dal leader Hamilton. Bravo!

Hamilton “cammina sulle strisce”. Che l’inglese dalla casacca argentata fosse rimasto allibito dalla prestazione del compagno, lo si poteva anche immaginare. Ma certo nessuno poteva pensare che un pilota esperto come Hamilton potesse “cadere” in errori simili. All’uscita dai box dopo il pit, il numero 44 mette la sua monoposto ben oltre la linea bianca che delimita la corsia, infrangendo cosi il regolamento e beccandosi un penalty di 5 secondi al traguardo. Ok, non gli è costato praticamente nulla, perché tanto la sua posizione non è cambiata: ma se sei il campione del mondo in carica non puoi fare certe “gaffe”. Una cosa però è da dire: il regolamento vieta ai pilota di passare sopra la linea bianca all’uscita dai box. Ma in questo caso Hamilton non aveva avuto nessun tipo di vantaggio dalla manovra, né aveva causato nessun tipo di pericolo. Forse sarebbe il caso che i giudici di gara mettessero più mano al buon senso e meno al “manuale”.

Vettel, il “dado” non è tratto. Ancora una volta il 4 volte iridato di casa Ferrari ha meritato gli elogi del pubblico. Ha guidato forte per tutto il weekend, mettendosi a un passo dalla Mercedes in qualifica e aggrappandosi coi denti agli scarichi di Lewis fin quando ha potuto in gara. Poi ci ha pensato il suo box a buttarlo giù dal podio. Anzi, più che il box, ci ha pensato il “dado” della sua ruota posteriore destra. Eh già, ancora una volta il team di Maranello ha perso “una vita” durante la sosta ai box, a causa della “spanatura” di un dado ruota che non dava modo al meccanico di fissare lo pneumatico. Problema già visto in casa Ferrari. Forse sarebbe il caso di optare per materiali o geometrie diverse. Anche perché ancora una volta è stata buttata via una prestazione da podio, costringendo Seb ad accontentarsi di un quarto posto che gli sta ben stretto.

Massa, una saracinesca chiusa. Vedere Felipe cosi è un piacere. Bravo ad approfittare dei guai Ferrari, si mette in terza posizione e non la molla più. Si difende con le unghie dagli attacchi di Vettel sul finale, chiudendo tutti i varchi e non concedendogli praticamente nulla. Il tutto senza fare il minimo errore. Condotta di gara da vero veterano, facendo capire che lui c’è e che l’esperienza conta. Spettacolo.

La carambola di Raikkonen. Eh sì, è ancora lui. Un disastro in qualifica, inspiegabile in gara. Il finlandese ha ancora una volta deluso anche il suo fan più sfegatato, rendendosi protagonista di una prestazione “inguardabile” per uno che ha scritto il suo nome sull’albo d’oro. Sbaglia tutto il sabato, e perde il controllo della sua monoposto dopo appena due curve la domenica, passando letteralmente "sotto" al povero Alonso (che ha già i suoi guai). Se vuole rimanere seduto sul sedile in rosso, deve iniziare a fare esattamente il contrario di ciò che sta facendo. Anche se a dire il vero, di possibilità ne ha avute tante. E nell’aria si comincia già a materializzare il suo probabile addio a fine stagione.

Hulkenberg e Maldonado, che vi è preso? Certo che deve essere proprio bello per un pilota vincere la 24 Ore di Le Mans. Lo dimostra la prestazione del tedesco della Force India, protagonista di un weekend al di sopra dei guai della macchina. Dopo aver vinto la famosa gara di durata, guida tutto di cuore in qualifica, e fa più del possibile in gara. Sintomo che l’aria della Francia gli ha fatto bene, e che non ha ancora abbandonato l’idea di sedersi su una Ferrari. Continua così, Nico. Proprio come sta facendo Pastor, alle prese con un suo nuovo record personale: nonostante abbia lottato come un leone in pista, è riuscito a non... schiantarsi da nessuna parte per la seconda gara consecutiva. Forse il venezuelano comincia a capire che in Formula Uno le gare, prima di tutto, bisogna finirle.

McLaren, inutile parlare. Per concludere, volevamo spendere due parole sulle vetture di Woking. Ma a parte il crash spaventoso di Alonso in partenza, non c’è molto da dire. Quindi, forse, meglio star zitti...

Daniel Limardi

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