WRC | Tra diritti e regolamenti, un Mondiale con orizzonti… complicati
Le voci di cessione da parte del promoter aggiungono instabilità ad un WRC che sta vivendo un momento molto difficile.
La stagione 2024 del WRC è sicuramente molto interessante sul piano sportivo, dal momento che la lotta per il titolo è ancora apertissima. Dietro le quinte, invece, si sta rivelando una delle più complesse e complicate mai viste, e la situazione non sembra destinata a trovare pace. Dopo la retromarcia imposta praticamente dai team sull’eliminazione del sistema ibrido e sui nuovi regolamenti, ecco che trapela la notizia, riportata da Reuters, che il promoter del Mondiale starebbe cercando nuovi partner con cui entrare in società o, addirittura, cedere tutto il pacchetto. Insomma, il futuro del WRC pare essere tutto meno che ben definito.
Mondiale in vendita?
La notizia, benché anonima, era stata battuta dalle più importanti agenzie di stampa: il detentore dei diritti commerciali del Mondiale Rally starebbe valutando la ricerca di possibili acquirenti o partner per la potenziale cessione dell’attività. Al momento, nessuno ha confermato queste voci, anzi, ci si è trincerati dietro il più classico dei “No comment”; certo è però che il peso specifico di certe affermazioni è particolarmente elevato, e risulta complicato credere che siano totalmente prive di fondamento.
Dal 2013, il detentore dei diritti sul Mondiale rally è WRC Promoter Gmbh, società partecipata da Red Bull e KW25, che ha rilevato in quell’anno le quote della fallita North One Sports. Negli anni, la società ha certamente lavorato molto bene per la visibilità di una categoria complicata da questo punto di vista, andando a creare la piattaforma per il live streaming di tutte le speciali, e arrivando ad acquisire anche i diritti del WRX, il Mondiale Rallycross.
Stando alle informazioni raccolte, il promoter starebbe cercando di monetizzare, in collaborazione con il gruppo JP Morgan, in un momento in cui i diritti su eventi sportivi hanno raggiunto picchi elevatissimi. Come sempre accade in questi casi, si è tirato in ballo un possibile avvicinamento agli States, dove peraltro pare sia previsto un evento nel 2026 a Chattanooga, nei boschi del Tennessee. Difficile capire, al momento, dove finisca la realtà e dove inizi la fantasia; certo è che si tratta di un’altra indiscrezione poco positiva per il mondo del traverso.
Qual è l’orizzonte?
Una eventuale cessione dei diritti da parte di WRC Promoter potrebbe essere un ulteriore scossa ad un mondo che di per sé sta vivendo una situazione non certo facile. Ad inizio stagione si era parlato di un nuovo regolamento che avrebbe in pratica eliminato la componente elettrica e reso le vetture più abbordabili dal punto di vista strettamente economico, consentendo così nel giro di poco tempo ad altre case di prendere parte alla serie regina. Il dietrofront effettuato dalla Federazione, su preciso input dei Costruttori, ha bloccato questo procedimento, ritardando il tutto almeno fino al 2027. Un’occasione persa? Se si vuole veramente cercare di ampliare il parco partenti, assolutamente sì.
Durante la torrida estate, poi, ecco che arriva l’indiscrezione che vorrebbe una sorta di “cessione” dell’attività da parte della società che controlla il Mondiale. Sono cose che succedono da sempre, è vero; vendite e acquisti ci sono sempre stati, anche a livello di diritti economici e quant’altro. La questione, qua, è un’altra, inutile nasconderselo. La domanda che si fanno gli appassionati è una sola: quali sono gli orizzonti che si vogliono raggiungere?
In sostanza, quella che sembra mancare è una vision, un obiettivo sportivo che possa essere raggiunto in tempi ragionevoli, facendo in modo che il WRC torni ad essere più alla portata delle Case. Come si può pensare di attrarre altri attori se i nuovi regolamenti vengono bocciati in pratica su ordine dei team e iniziano a trapelare notizie di cessione da parte del promoter?
Il 2027 l’anno della verità
Ora, mettiamoci l’anima in pace: i prossimi due anni saranno ancora di transizione, e difficilmente vedremo stravolgimenti dal punto di vista di piloti e macchine. La decisione presa dal Consiglio Mondiale FIA ha in pratica congelato lo status quo, impedendo sostanzialmente che avvengano cambiamenti sostanziali. La data spartiacque sarà una e una sola: il 2027.
Ed è proprio questo che fa tremare, soprattutto pensando alle voci di cessione. Perché signori, è giusto parlarsi chiaro: il 2027 è dietro l’angolo, checché se ne pensi e dica. I tempi stringono, e dei nuovi regolamenti che dovrebbero ridare linfa vitale al WRC ancora non c’è traccia, almeno per il pubblico. Le voci di cessione, o comunque di disimpegno, da parte del promoter, non fanno altro che aggiungere ulteriori dubbi, proprio nel momento in cui invece servirebbero certezze e linee guida ben precise. E anche il “no comment”, francamente, lascia poche speranze, oltre ad essere un errore. Come si può pensare di attrarre nuove Case se non si sa neanche con precisione chi sarà l’organizzatore?
Detto questo, attendiamo nuove notizie, sperando che tutto venga fatto mantenendo come faro illuminante il bene dello sport. Speranza che rischia di essere vana, è vero, ma al momento di buono per il WRC, all’orizzonte, pare esserci veramente poco.
Nicola Saglia