MERCEDES - I campioni del mondo in carica, sicuramente la scuderia da battere. Conclude questa quattro giorni di test con il primo tempo fatto segnare da Hamilton nell'ultimo giorno con gomme a mescola medium. Si tratta di una prestazione che spaventa i tifosi della Ferrari, considerando che la Rossa non è riuscita ad avvicinare questo tempo neanche con gomma soft. Il team anglo-tedesco ha lavorato quasi all'infinito con la gomma medium, destinata a diventare la mescola "preferita", come è stato per la soft negli ultimi anni. La costruzione della mescola medium 2018 corrisponde infatti alla soft del 2017, gomma che era diventata il cavallo di battaglia per la scuderia di Stoccarda su tutti i circuiti. Si vociferava di una Mercedes già pronta per Melbourne, e lo si è intuito dalle parole di Lewis Hamilton nel giovedì di Barcellona; il campione del mondo è apparso infatti quasi annoiato dalle giornate di test, e non vede l'ora di assaggiare la pista e spingere davvero. Valtteri Bottas ha invece lavorato maggiormente sui long run, e analizzando le sue prestazioni della seconda giornata il finlandese ha dato un piccolo antipasto di quello che sarà il piatto forte della prossima sessione, ovvero la simulazione gara con i carichi di benzina più realistici. Una Mercedes forte, robusta, e affidabile, capace di percorrere 1424 km senza alcun problema.

FERRARI - A differenza della Mercedes, la Rossa si  è concentrata sul lavoro con la gomma soft per cercare di trovare il setup ideale, considerando anche il passo della vettura più lungo (di circa 50/60 mm) rispetto al 2017. Si teme che questo potrebbe creare qualche grattacapo a livello di messa a punto sulla falsariga di quello che avvenne per la Mercedes nelle prime gare del 2017, quando invece la Ferrari riusciva ad interpretare meglio il binomio gomme/temperature. Al di là del cronometro, in questa fase ancora di dubbio interesse, la nuova macchina si è dimostrata affidabile, girando tantissimo senza nessun evidente problema. Analizzando invece i run più lunghi possiamo notare la preferenza per la gomma soft, mescola di riferimento per ogni circuito. Nella prossima sessione forse riusciremo a capire  se i problemi a portare in temperatura le gomme medium nella giornata di mercoledì fossero solamente legati al fattore termico (il termometro segnava 3 gradi) o qualche problema di assetto ancora da superare. Un dato incoraggiante è la punta di velocità massima in fondo al rettilineo principale del tracciato del Montmelo, con Vettel che ha fatto segnare 334 Km/h: velocità a livello della Mercedes, segno che forse la nuova Ferrari è riuscita a superare i problemi di drag della precedente SF70-H. Altro dato interessante è quello della velocità sul traguardo, più vicino all'ultima curva da cui la Ferrari è sempre riuscita ad uscire molto veloce in tutte e quattro le giornate in pista, segno che la buona trazione - segno distintivo della vettura dell'anno scorso - rimane un elemento positivo anche nel 2018.

RED BULL - Molto bene nella prima giornata con Ricciardo, poi qualche problema di troppo. Un intoppo con l'alimentazione della benzina nella seconda giornata con il pilota australiano e poi un guaio al cambio per Verstappen. Bella ma fragile verrebbe da dire, ma trovando affidabilità e i cavalli promessi da Renault la musica potrebbe cambiare, anche se rispetto ai rivali ha percorso ancora pochi km per poter dare un giudizio più preciso. Nelle analisi dei long run si può vedere come nella seconda giornata Verstappen e Vettel abbiano fatto segnare tempi pressochè identici a parità di gomma (in questo caso la media).

RENAULT - Senza dubbio la rivelazione di questa prima sessione, in particolare nella prima giornata, quella che può essere tremenda se non hai una vettura che si adatta subito. Invece la nuova creatura di Enstone sembra nata bene, soprattutto sul fronte affidabilità, cruciale quest'anno viste le sole tre power unit a disposizione. Unica nota stonata è stata la velocità di punta, ancora troppo bassa, di ben 14 km/h inferiore alla Ferrari. Forse i motoristi Renault hanno scelto delle mappature più prudenti per le prime giornate, mentre macinare tanti chilometri serve per mostrare la vera pasta della macchina, indiscutibilmente solida per quanto visto finora e decisamente nel novero delle candidate per essere la quarta forza in griglia.

MCLAREN - Se paragoniamo questa prima quattro giorni ai disastri degli ultimi anni c'è di che sorridere. E alla grande. Al netto del 'solito' inconveniente per Fernando Alonso (inito nella ghiaia in seguito alla perdita di una ruota posteriore) sembrerebbe che la McLaren sia finalmente tornata una macchina vera, anche se si è mascherata dietro prestazioni non proprio trasparenti. La scuderia di Woking ha infatti provato le gomme più soffici (Hypersoft e Supersoft) trovando ottimi tempi. Sembra che per il momento la nuova motorizzazione Renault non rompa più in continuazione, anche se abbiamo visto qualche problema di surriscaldamento al posteriore, forse a causa del progetto un po' estremo che ha teso a rastremare in maniera esasperata tutta la zona. Bisognerà lavorarci perché il secondo giorno di test è svanito nel nulla proprio per un problema allo scarico della PU Renault. La vettura si è migliorata di oltre due secondi e mezzo rispetto ai test 2017, ottenendo il miglioramento più significativo rispetto alla passata stagione.

TORO ROSSO - La power unit Honda sembra essere diventata affidabile, e parlando dei giapponesi è già una notizia. Anzi, sembra la vettura più affidabile del gruppo, quella che ha percorso più km, con Gasly quale pilota con più giri all'attivo. Un cambio davvero radicale e per certi versi inaspettato, se paragonato ai risultati disastrosi della scorsa stagione. Le prestazioni però ancora non convincono, ma è chiaro che non sarà una stagione facile per il team di Faenza, dopo una rivoluzione motoristica di questa portata. Sono attesi nella seconda sessione per confermare l'affidabilità e mostrare una crescita nelle prestazioni. 

HAAS - Una parziale delusione, salvo che nell'ultima giornata. Prestazioni scarse per un a vettura "fotocopia" della SF70-H. Un dato incoraggiante è la migliore velocità di punta, a dimostrazione che la PU Ferrari 2018 può dare una buona dose di cavalli.

WILLIAMS - La vettura non è apparsa ben bilanciata, e c'è il rischio che si veda sorpassare da molti quest'anno. Sorprende il Robert Kubica in versione "disturbatore" nella seconda giornata, che resta davanti al debuttante Sirotkin. Servirà la seconda sessione per capire a che punto sia lo sviluppo e come procede il processo di apprendimento del giovane pilota russo.

FORCE INDIA - Non pervenuta. Del tutto irriconoscibile rispetto alla magnifica realtà dello scorso anno. Rimane da capire se si stiano abilmente nascondendo o se invece abbiano sbagliato alla grande il progetto di quest'anno. 

SAUBER - Fanalino di coda con una vettura che accusa tanto sottosterzo e due piloti non certo perfetti in questa prima sessione di test. Al team svizzero va - per ora - la palma del peggiore del lotto, considerando che sono stati gli unici a non aver migliorato la prestazione fatta registrare nei test del 2017. Un vero disastro considerata anche il nuovo asfalto del circuito.

PARLA LA PISTA - Valore dei tempi minimo in questa prima fase di test se paragonato invece alle sensazioni che provengono dalla macchina in pista. I dati raccolti nel terzo settore, quello più significativo in termini di bilanciamento e bontà del telaio e della messa a punto, sembrerebbero in questa fase premiare la Mercedes come la migliore vettura, con Ferrari e Red Bull subito dietro. La Rossa in particolare ha mostrato un'ottima trazione e un avantreno molto preciso (entrambi segni distintivi del progetto SF70-H), elemento quest'ultimo che farà sicuramente molto piacere a Kimi Raikkonen. Vettura rivelazione la Renault, mentre invece vanno dietro la lavagna la Sauber che accusa un sottosterzo eccessivo, la Williams con un setup ancora tutto da trovare (come ammesso dagli stessi piloti) e la Haas che nel primo giorno, ancora una volta, ha palesato problemi ai freni.

LONG RUN - Per concludere la nostra analisi vi mostriamo i long run fatti dai top team, con gomme medie, soft e supersoft. Come detto nell'analisi della Ferrari, preoccupano i tanti giri di warm up con gomma medium se paragonati allo stint della Mercedes. Delude la Williams nel long run con Kubica, fa lavoro a parte la McLaren provando solo con gomme morbide.

A cura di Stefano De Nicolò e Francesco Magaddino

 

run medium ok

run soft

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