MotoGP | Esclusiva Biaggi: “Martin un grande acquisto di Aprilia, è un top rider”
Al Red Bull Ring abbiamo parlato in esclusiva con il sei volte campione del Mondo Max Biaggi. Con l’ex pilota romano abbiamo discusso di temi come il momento attuale di MotoGP e Superbike e abbiamo anche fatto un salto nel suo passato.
La MotoGP approccia il Red Bull Ring con una situazione di enorme equilibrio dal punto di vista della classifica, con il titolo in bilico tra Martin e Bagnaia, divisi da soli tre punti. Di questo, e di altri temi legati all’attualità e non solo, abbiamo parlato in esclusiva con il sei volte campione del Mondo Max Biaggi.
Max, stiamo vivendo una stagione estremamente equilibrata tra Martin e Bagnaia: chi ritieni pensi sia il favorito per la conquista del titolo e perché? E considerando quanto si è detto in conferenza stampa giovedì qui in Austria, secondo te Bastianini e Márquez sono da includere nella lotta iridata?
Secondo me Márquez fa fatica quest’anno a lottare per il titolo, non è in condizione di farlo tecnicamente e, soprattutto in questi anni, quando dal punto di vista tecnico non sei all’altezza del tuo competitor diretto fai estrema fatica sin dal venerdì mattina. È una sfida impari, per chiunque, quindi lui è fuori dai giochi. Chi ha una moto del 2024 sicuramente lo è, invece. Va detto che nelle prossime gare può succedere di tutto, ci sono una serie di incognite come quella del meteo, da qui a Valencia forse incontreremo delle gare complesse. In ogni caso, io dico Bagnaia, ormai sa di cosa parliamo, ha già vinto 2 Mondiali e per me lui è ancora avvantaggiato.
Abbiamo citato Jorge, che farà parte dell’Aprilia nel 2025 assieme a Marco Bezzecchi: come possono aiutare Aprilia a crescere ulteriormente e a lottare costantemente con la Ducati nel prossimo biennio?
Sicuramente, da quello che abbiamo visto, (Martin, ndr) è l’acquisto più importante in ottica piloti che Aprilia ha fatto negli ultimi 7-8 anni. Jorge è un top rider che sta vincendo gare ancor prima di diventare un pilota di Aprilia, è stato in lotta per il titolo l’anno scorso, l’ha perso - o non l’ha vinto - per l’ultima gara. Parliamo di un pilota di altissimo livello. Difficilmente c’è da istruirlo per farlo diventare competitivo o vincente, ma come tutte le cose sono dei binomi che si devono amalgamare.
Da parte di Aprilia sappiamo che la moto ha il potenziale per fare bene, è una moto che è stata sul podio in quasi tutte le gare con un pilota o con un altro e ha dimostrato di essere vincente. Ducati è davanti, ma Aprilia è l’antagonista principale. Quando non hai un pilota di riferimento - andando a cambiarli entrambi nel 2025 - le cose cambiano un po’, spero che in inverno possano trovare subito l’alchimia giusta sin dai primi test.
Vorrei chiederti in quale pilota della griglia attuale ti rivedi maggiormente e perché?
Io preferirei non rivedermi (ride, ndr), ma penso che ognuno di questi nuovi piloti possa fare il proprio percorso. Come Acosta: a inizio anno lo si paragonava a Márquez o a Lorenzo, lui stesso, con forza, ha ribadito di essere Acosta. È giusto così, è una cosa che può far parlare ma è giusto per i piloti che ognuno di loro faccia la propria strada e si crei il proprio percorso.
Un aspetto sul quale c’è una maggiore attenzione in questi ultimi anni è quello dei commissari e di una – a detta dei piloti – mancanza di uniformità nelle decisioni dello steward panel: pensi che il cambio da Spencer a Crafar (con il quale, tra l’altro, tu hai corso nel ’98-’99 in 500) possa portare maggiore serenità tra i piloti?
Sicuramente è un cambiamento epocale perché ci hanno messo veramente tanto ad attuarlo. C’era molto malcontento, sia nelle classi minori sia in MotoGP ma purtroppo per anni non si è mosso nulla. Lo ribadisco, è epocale, in tanti sono contenti che sia arrivato, anche perché Simon è stato pilota nel recente passato, è una persona intelligente e secondo me ha anche l’occhio giusto per capire se un contatto va punito a prescindere o si può tollerare. Questa MotoGP ha bisogno di tolleranza, altrimenti diventa impossibile. Noi non siamo la Formula 1, non vogliamo nemmeno assomigliargli. Molte procedure ad oggi sono la fotocopia della F1, guardando la gara in TV, per me invece è bello tenere vive quelle che erano le usanze vecchie, alla fine il motociclismo è uno sport più fisico dell’automobilismo.
Saresti curioso di provare la RS-GP, se Aprilia ti desse la possibilità di farlo? Qual è l’aspetto che ti incuriosisce maggiormente di queste MotoGP attuali e perché?
Magari ci sarà l’occasione, in passato c’è stata ma non è stata colta. Curiosità c’è, sono passati tanti anni da quando ho guidato una MotoGP (l’ultima volta nel 2013 con Ducati, ndr), mi rendo conto che sarà diversa, però l’effetto sorpresa è sempre ben accetto. Immagino che sia una moto molto più fisica di quelle del passato.
A Silverstone abbiamo visto l’Aprilia con i colori della moto con la quale hai vinto tre titoli iridati in 250: che effetto ti ha fatto vedere in pista quella livrea iconica e quando sei venuto a conoscenza di questa idea?
Internamente era programmato, e già allora ha fatto un bell’effetto. Non l’avevo vista in versione definitiva, perché non c’è stata l’occasione. L’effetto sorpresa è stato bello perché l’ho vista in TV e soprattutto in azione con Aleix, con il casco giallo e mi ha fatto veramente effetto, perché sembrava lei. A parte la scritta di allora che non si può più mettere (riferimento allo sponsor del 94-96, ndr), hanno replicato in modo fedele i colori, la linea, è stato proprio un colpo al cuore rivederla. Sabato poi è salita sul podio, mentre domenica quando l’ho vista lottare per vincere all’inizio è stato bellissimo.
Sui social – sotto un video su YouTube – ho letto un commento che dice: “Max, probabilmente il miglior talento naturale, non creato, che ci sia mai stato”. Cosa ne pensi e ti fa piacere di ricevere questi attestati di stima da parte dei tuoi tifosi nonostante tu abbia smesso da diversi anni?
È sempre una cosa positiva, è un complimento indiretto, e allo stesso tempo molto diretto. Se tornassi indietro di 30 anni, ripensando a quello che ho fatto, rimango stupito anche io, perché è difficile pensare che possa accadere una cosa del genere, soprattutto a una persona che non ha mai saputo nulla di moto. Quando mastichi del tema o hai qualcuno in famiglia, cresci con l’idea (di avere una carriera nelle moto, ndr). Qui parliamo di tutt’altro. Però significa che doveva andare così, io non fatto nulla per alimentarlo. È un’eccezione che ha marcato un periodo del motociclismo con successo. Più passa il tempo però e più mi rendo conto che quanto mi è successo è veramente strano.
Voglio farti una domanda anche sulla Superbike attuale: cosa ne pensi del momento attuale del campionato e, più nello specifico, del dominio di Razgatlioglu? Pensi che Toprak valga la MotoGP e, se sì, dove lo vedresti meglio?
La Superbike non sta vivendo il suo momento migliore, quando c’ero anche io in pista era forse il momento più bello della serie, c’erano tanti costruttori presenti e mi ricordo che la domenica la Gazzetta ci dedicava una pagina, se non due. Erano altri tempi. Oggi, se scrivono un trafiletto, sei fortunato. Forse è ingeneroso verso la SBK, che comunque piace, altrimenti sarebbe già estinta da tempo.
Chi domina ha merito, Toprak fa una grande differenza nelle derivate di serie ed è un funambolo. Chiunque se lo ritrova contro ha un cliente scomodissimo, anche se tecnicamente svantaggiato, lui fa la differenza. La domanda è: potrebbe farla anche in MotoGP? Se lo vedessimo in pista sarebbe un’occasione per toglierci il dubbio ma immagino che non sia una cosa semplice portarlo di qua, sia perché chi ha interesse - il campionato - vuole tenerlo lì sia perché qui ce ne sono già diversi e sarebbe un mettersi in fila ad aspettare il proprio turno. Comunque sia ho grande rispetto per un pilota che, al momento, sembra unico.
Dal Red Bull Ring, Mattia Fundarò