MotoGP | Perché KTM non è da sottovalutare in vista del 2023
Partendo dal 2° posto nella classifica Team del 2022, KTM approccia il 2023 con una serie di novità e di arrivi, in particolare da Ducati.
Portata al termine la sesta stagione in MotoGP con le 2 vittorie di Oliveira e i tre podi di Binder, la KTM entra nel 2023 con diverse novità. Nuova è la coppia di piloti, dove al confermato Binder è stato affiancato Jack Miller. Diverse sono le figure arrivate anche sul fronte tecnico dove su tutti spicca Alberto Giribuola. Segno che la multinazionale austriaca vuole alzare l’asticella e puntare in alto.
PERCHÉ BINDER E MILLER SONO DA TENERE SOTT’OCCHIO
Presa la decisione di chiudere il rapporto con Miguel Oliveira, gli austriaci hanno deciso di cambiare rotta. Rinnegando parzialmente la filosofia di far crescere i piloti provenienti dalla filiera costruita con il tempo tra Rookies Cup, Moto3 e Moto2, KTM ha fatto all-in su Jack Miller, affiancandolo al confermato Binder.
4° anno con KTM per Brad Binder: per lui due vittorie in classe Regina. Credits: Red Bull Content Pool[/caption]Il sudafricano, nel 2022, è stato uno dei piloti più costanti della griglia con 17 piazzamenti in top-10, segno che Binder è un pilota “da gara”. Confermato il 6° posto in classifica già ottenuto nel 2021, al 4° anno in MotoGP con KTM, Binder ha ammesso che il 2023 rappresenta per lui una grande occasione: “Sono convinto che quest’anno rappresenti la nostra miglior occasione finora per poter ottenere finalmente qualcosa nel 2023”. Supportato da una moto competitiva, Binder in passato ha dimostrato di poter valere la parte nobile della classifica. Se la RC16 compirà il salto di qualità definitivo, Binder potrebbe sicuramente portarsi a un livello vicino a quello di Bagnaia e Quartararo e lottare per qualcosa di più di un ingresso in top-5 nel Mondiale.
Dall’altra parte del box l’arrivo di Jack Miller rappresenta una boccata d’aria nuova vista la sua forte esperienza con Honda e Ducati. Esperienza che porta in dote a KTM un grande bagaglio di conoscenza dai rivali, in particolare della Desmosedici che in questo momento rappresenta il riferimento in MotoGP. L’inizio sembra che sia stato positivo, viste le buone sensazioni avvertite a Valencia a bordo della RC16. Tuttavia, con un solo giorno di prove i punti interrogativi a cui Miller deve dare delle risposte concrete nei test di Sepang e Portimao saranno ancora tanti. Il finale di 2022 ci consente di pensare che dal punto di vista mentale l’australiano sia pronto per poter essere il caposquadra e la punta con cui KTM andrà a caccia del titolo.
Da non sottovalutare poi un’ulteriore ambizione: se dovesse vincere con KTM, Miller diventerebbe il primo a vincere almeno una gara in MotoGP con tre marchi diversi. Impresa non facile considerando che prima di lui ci hanno provato senza successo, tra gli altri, Capirossi, Rossi e Lorenzo.
SETTIMO ANNO: OBIETTIVO TITOLO
I cambi avvenuti in inverno, sia tra i piloti sia tra i tecnici, sono il segno che KTM ora vuole compiere il salto di qualità. In questo senso, imitare ciò che l’anno scorso è riuscito ad Aprilia è una delle ambizioni.
Non bastano, quindi, le 7 vittorie e i 18 podi conquistati nei primi 6 anni di permanenza di MotoGP. Al settimo anno, KTM vuole alzare il livello. “Adesso non è sufficiente esserci ed essere un team organizzato”, ha dichiarato Pit Beirer, KTM Motorsports Director. “Adesso abbiamo bisogno di risultati. Abbiamo spinto tantissimo affinché il 2023 sia l’anno migliore di sempre”.
Parole che fanno il paio con quelle di Francesco Guidotti, team manager di KTM, che ha aggiunto ulteriore carne al fuoco. “Chiudere secondi nella classifica Team lo scorso anno è un bel risultato ed è un punto di partenza per il futuro”, ha spiegato Guidotti. “È importante perché significa che il team lavora bene e l’atmosfera è ottima. Ci sono 21 GP e sarà importante essere competitivi e in top-5 ogni volta. Siamo un team factory e l’unico obiettivo che possiamo avere è il titolo. È facile dirlo, meno riuscirci ma questo è l’obiettivo principale”. Con l’arrivo di diverse figure dalla Ducati e con il supporto di Red Bull dal punto di vista aerodinamico, KTM scopre le carte e quest’anno non ha intenzione di bluffare.
Mattia Fundarò