Per il finlandese si è trattato senza dubbi del venerdì del riscatto dopo le varie critiche ricevute in questo primo scorcio di stagione (in molti ne hanno già cantato il de profundis…) per non essere stato in grado di replicare ai risultati conseguiti dal compagno di squadra, nonché leader della classifica iridata.

La Ferrari dunque detta l’andatura a Sochi (erano anni che non si vedeva Maranello così in palla durante le libere), con la Mercedes costretta a recitare il ruolo di seconda forza in pista (almeno per il momento) staccata con la prima W08 Hybrid di oltre sei decimi dalla vetta dei tempi. Brackley è risultata in ritardo dal Cavallino anche sul passo gara, ma la sfida per la supremazia sulle rive del Mar Nero è appena iniziata. A vincere la battaglia interna al team della Stella è stato Valtteri Bottas che, per 39 millesimi, ha preceduto Lewis Hamilton. Una bella iniezione di fiducia per il finlandese, più rapido dell’inglese sia al mattino che al pomeriggio. Anche in questo caso, come avvenuto con il connazionale Raikkonen, Bottas ha voluto lanciare un chiaro segnale dopo le esternazioni rilasciate ieri nella press conference sul suo ruolo in Mercedes.    

Alle spalle del duo Ferrari-Mercedes troviamo la Red Bull, con Max Verstappen (5°) che ha preceduto di oltre tre decimi il teammate Daniel Ricciardo. Il ritardo dalla vetta della classifica dei tempi (1”4 per l’olandesino, 1”7 per l’australiano) certifica il ritardo della scuderia di Milton Keynes in queste prime battute del 2017. Per Verstappen la seconda sessione di libere è terminata con venti minuti di anticipo, causa un guaio alla power unit (“Mi manca potenza”, ha sentenziato il giovane Max nella comunicazione audiocon il proprio ingegnere) che lo ha costretto a parcheggiare la monoposto in pista.

La Williams invece viaggia a velocità alternata. Felipe Massa ha svolto come sempre un buon lavoro marcando il settimo tempo, mentre il giovane Lance Stroll ha marcato il 19° e penultimo tempo, più rapido solamente della Sauber di Marcus Ericsson. Il brasiliano ha preceduto la Renault di Nico Hulkenberg (il tedesco al mattino non ha girato lasciando spazio al giovane Sergey Sirotkin, costretto però a dare subito forfait per un problema tecnico), con il tedesco che si è confermato ad alti livelli dopo il Bahrain. La Haas di Kevin Magnussen e la Force India di Sergio Perez chiudono la Top Ten.

L’idolo di casa Daniil Kvyat – per l’occasione il russo ha sfoggiato un casco particolare dove nella parte posteriore ricorda goliardicamente, grazie all’ausilio di una caricatura dove è rappresentato a cavallo di un siluro, l’episodio maturato nella passata stagione proprio a Sochi (incidente con Vettel) costatogli il posto in Red Bull con la successiva retrocessione in Toro Rosso – ha chiuso la giornata con il 17° tempo. 

Piero Ladisa 

 

fp2 sochi

 

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