Per Antonio la gioia della convocazione lampo in Sauber nel Gran Premio d’Australia, dove era giunto nelle vesti di terzo pilota Ferrari, e con essa il 12° posto strappato all’esordio nel Circus, ha lasciato invece spazio alla delusione di Shanghai. Sia in qualifica che in gara, il 23enne di Martina Franca ha pagato a caro prezzo due incidenti che gli hanno precluso la possibilità di accumulare chilometri ed esperienza in pista. Fondamentali per un pilota come lui, impegnato prevalentemente al lavoro col simulatore.

Beffardo il crash verificatosi ieri nella prima manche di prove ufficiali subito dopo l’uscita dell’ultima curva, dove Antonio, già sicuro della promozione in Q2 col 15° e ultimo crono disponibile, era intento a migliorare la propria prestazione. Un incidente che ha costretto i meccanici a un lavoro suppletivo nel corso della notte, costato inoltre la penalità e l’arretramento in griglia di partenza per la sostituzione del cambio danneggiato.

Improvviso quello maturato quest’oggi in gara al quarto giro, causato dalla pista ancora umida e avvenuto sul rettifilo principale, a qualche centinaia di metri più avanti rispetto a quello di ventiquattrore prima, dove la Sauber C36 numero 30 ha impattato violentemente contro il muro che delimita la corsia box causando l’ingresso della Safety Car.

Un incidente, quest’ultimo, che lo stesso Giovinazzi ha imputato ad un cambio troppo repentino dalla gomma intermedia a quella slick: “Abbiamo cambiato pneumatici presto. Voglio scusarmi nuovamente con il team. Tutti hanno fatto un ottimo lavoro per riparare in tempo la monoposto in vista della gara. È stato un vero peccato il ritiro. Questa battuta d’arresto mi servirà nel mio percorso di crescita”.

Nel prossimo weekend la Formula Uno sarà impegnata in Medio Oriente, dove si disputerà il Gran Premio del Bahrain. L’augurio è quello di rivedere in pista Antonio, con la tuta bianco-blu della Sauber, anche nel deserto di Sakhir. Aggiornamenti, in tal senso, sono previsti nei prossimi giorni, dove verranno scoperte le carte sullo stato di salute di Wehrlein. 

Piero Ladisa