Ferrari, rifondazione futurista: i nomi nel mirino
Non è un mistero che la Ferrari punti con decisione ad Adrian Newey, nel tentativo di interrompere un digiuno iridato che si protrae ormai dal 2007. Ma l'eventuale ingaggio del "genio" inglese andrebbe a costituire solo la ciliegina sulla torta di un piano di restyling che investirebbe in toto il reparto corse di Maranello. Piloti compresi. Ma analizziamo quali sono le mosse pianificate dal Cavallino per riportare il team ai vertici. Innanzitutto, il budget: nonostante i propositi FIA di dare un taglio ai costi, ed in attesa di capire cosa comporterà il previsto budget cap del 2015, in Ferrari sono pienamente consapevoli di non essere stati la realtà con più fondi a disposizione negli ultimi anni. Basti vedere quanto fatto dalla Mercedes, capace di sviluppare le proprie monoposto in pista e contemporaneamente in grado di anticipare la concorrenza lavorando sul progetto della power unit, accumulando un margine che al momento per gli avversari appare ben lungi dall'essere recuperabile. Montezemolo nelle scorse settimane ha ricevuto dalla Fiat le assicurazioni in merito al fatto che la copertura economica tornerà ad essere di primissimo livello, ed in grado di pareggiare (se non addirittura superare) quella messa in campo dalla casa di Stoccarda e dalla Red Bull. E non si tratterà solo di investimenti sulle infrastrutture, sui materiali e sulla ricerca: ma anche sul capitale umano, visto che Adrian Newey continua ad essere il sogno "proibito" di Maranello. Anche se, in questo caso, non è soltanto una questione di soldi: nonostante le voci trapelate dalla Germania (le quali hanno parlato di un'offerta-shock da 28 milioni di euro), il tecnico più vincente nella storia della Formula 1 moderna potrebbe stavolta cedere alle lusinghe rosse per una serie di motivi. Innanzitutto il fascino che una sfida come quella con il Cavallino eserciterebbe: riportare il team più ricco di storia e tradizione al successo rappresenterebbe la consacrazione definitiva per Newey, proiettandolo a maggior ragione nell'olimpo dei più grandi progettisti di tutti i tempi. Senza dimenticare le recenti "frizioni" con Renault, i cui problemi nella messa a punto della power unit in questo scorcio di stagione potrebbero rappresentare un buon motivo per spingerlo a cambiare aria. Inoltre, Newey rappresenterebbe la punta di diamante di un progetto di rafforzamento che andrebbe ad investire a 360° la struttura tecnica (e non solo) della scuderia: con Marco Mattiacci in qualità di neo-team principal e James Allison confermato al vertice dello staff tecnico, Newey andrebbe a ricoprire un ruolo simile a quello di un "supervisor" plenipotenziario (o quasi), senza per questo necessariamente escludere a priori un clamoroso ritorno di Ross Brawn.
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