I miti del motociclismo: Michael Doohan
Questa settimana nellala rubrica "I miti del motociclismo" vi raccontiamo la carriera di uno dei piloti australiani più conosciuti e amati di sempre: Michael Doohan. Conosciuto semplicemente come "Mick", nasce il 4 giugno 1965 a Brisbane (Australia) e fin da piccolo si avvicina alle moto, anche grazie al lavoro dei genitori, titolari di una concessionaria Honda. Con i fratelli prende parte alle competizioni nei fine settimana e si allena sul tracciato costruito per loro dal padre.
L'amore per le moto, unito alla fiducia nel suo talento, lo portano a lasciare il lavoro a 19 anni per dedicarsi alla carriera di pilota a tempo pieno, nonostante l'iniziale disapprovazione da parte dei genitori: ma già nel 1987 dimostra a tutti di aver fatto la scelta giusta, quando arriva quinto nel GP Superbike Australiano e, nello stesso anno, terzo nel Campionato TT in Giappone.
Nel 1988 prende parte al Campionato Superbike come wild card, vincendo una gara in Giappone e due in Australia, ma è l'anno successivo quello che lo porta nel Motomondiale in sella alla Honda NSR 500, come compagno di team di Gardner e Lawson, due grandi campioni. Proprio in coppia con Gardner, conquista la 8 Ore di Suzuka nel 1991.
Gli anni successivi vedono il pilota australiano crescere e ottenere numerose vittorie, che lo portano a chiudere al secondo posto nel Mondiale, nel 1991; ma è la stagione 1992 quella che consacra Doohan tra le leggende del motociclismo: non soltanto per le imprese in pista ma anche per quelle nella vita, visto che il pilota è protagonista di un drammatico incidente sul tracciato di Assen che per poco non gli costa l'amputazione della gamba destra.
Questa rimane una delle pagine più poetiche della classe regina e vede emergere il rapporto di amicizia tra Doohan e Claudio Costa, il creatore della Clinica Mobile, che ha spesso raccontato di aver "rapito" il pilota nella notte per portarlo in Italia e sottoporlo ad una procedura sperimentale che gli salva la gamba e gli permette di tornare in sella.
Doohan rientra ancora convalescente a due gare dalla fine della stagione, ancora in lotta per il titolo grazie ai punti guadagnati prima dell'incidente, e al termine perde quel campionato per pochi punti: una sconfitta bruciante per l'australiano, ma anche una vittoria contro il dolore e l'infortunio.
La stagione 1993 non è facile: agli strascichi dell'infortunio si uniscono nuovi incidenti, in più il pilota ha delle difficoltà a guidare la moto, tanto che la sua Honda viene modificata in modo che Doohan possa frenare con una leva sul manubrio invece di dover utilizzare il piede, ancora dotato di scarsa mobilità.
Finalmente giungiamo al 1994, anno del primo titolo 500, impresa che replicherà per cinque anni consecutivi, sempre con la Honda. La stagione 1997 entra negli annali per le 12 vittorie consecutive, record che solo Marc Marquez gli ha portato via nel 2014, quando ha inanellato 13 vittorie di fila.
Il 1999 coincide con il ritiro di Doohan: tutto avviene alla terza tappa del campionato, a Jerez, in seguito ad una caduta a 200km/h in cui riporta numerose ferite, compreso il polso, la gamba già infortunata e la schiena, a causa del bullone di un cartellone pubblicitario colpito durante l'incidente.
Questo è Mick Doohan: un pilota che non si è mai arreso, nonostante la sorte si sia accanita spesso contro di lui e che è riuscito a dominare incontrastato per 5 anni consecutivi, permettendo agli appassionati di sognare, soffrire e gioire con lui.
Alice Lettieri