WRC | Craig Breen, cuore da corsa in lotta con il destino
Era una forza della natura Craig Breen (e già dire “era” è un pugno nello stomaco). Un vero e proprio racer, che aveva nel rally la propria passione più grande, oltre a un talento naturale con un volante tra le mani. Ma chi si occupa di motorsport lo sa bene: quando il destino si mette in mezzo, tutto questo non conta più. E oggi, purtroppo, siamo costretti a piangere la morte di uno dei personaggi più empatici, sorridenti e ricchi di talento del mondo del controsterzo.
La tragedia torna nel WRC
Nel corso degli anni, in tanti rally nazionali o regionali ci siamo trovati a confrontarci con eventi drammatici, che spesso hanno portato alla morte di uno o più membri di vari equipaggi. Il Mondiale, però, ormai da diversi anni era riuscito a sfuggire a questo tipo di fatalità. Non succedeva infatti dal 2005, dal dramma di Michael Park in Galles, che un pilota o un navigatore impegnato in ambito iridato perdesse la vita.
Questo grazie soprattutto all’enorme lavoro svolto dalla FIA in ambito di sicurezza, dopo anni di tragedie. Basti pensare a quanti piloti devono la vita alle scelte effettuati per rinforzare roll bar e strutture protettive. Tra questi, certamente, vi è un grande amico di Breen, Ott Tanak, che a Montecarlo nel 2019 si è trovato a volare tra gli alberi dopo essere uscito di strada a più di 200 km/h.
Oggi, purtroppo, tutto questo non è bastato. Le dinamiche sono ancora da accertare nella loro interezza, ma pare che un palo di una recinzione sia riuscito a penetrare nell’abitacolo, non lasciando scampo all’irlandese. Illeso, invece, per un’altra coincidenza incredibile, il navigatore James Fulton. E questa notizia, benché l’unica positiva di questa giornata straziante, ripensando alla storia di Breen è l’ennesimo scherzo del destino.
Un irlandese con l’Italia nel cuore
Tra tutti i protagonisti del Mondiale WRC, Craig era certamente quello con il cuore più “italiano”, nonostante il passaporto e il suo modo di essere tipicamente irlandese. Non era raro vederlo al volante delle vetture più disparate nei rally di casa nostra, per allenarsi, certo, ma soprattutto per divertirsi e mettersi sempre in gioco.
Una storia d’amore, quella con l’Italia, che però ha vissuto pagine drammatiche. Nel 2012, infatti, Breen ebbe un drammatico incidente durante il Rally Targa Florio, in Sicilia, quando un guardrail riuscì a penetrare nell’abitacolo della sua Peugeot 207 S2000. In quel caso, lui ne uscì illeso, ma il suo navigatore Gareth Roberts perse la vita sul colpo. Una tragedia che segnò profondamente l’animo sensibile di Craig, che era anche grande amico del di Roberts.
Nonostante ciò, l’irlandese andò avanti, ricostruendosi una carriera praticamente da zero, arrivando a correre nel Mondiale con Citroen, M-Sport e Hyundai. Nel 2021, poi, la partecipazione al Tricolore Rally, un cui, a posteriori, ottenne il risultato forse più emozionante della sua breve ma intensissima vita. Quel secondo posto al Targa Florio, infatti, con tanto di dedica alla memoria del navigatore scomparso nove anni prima, ancora oggi lascia con il groppo alla gola.
I colleghi senza parole
Si sa, nel mondo del motorsport le tragedie di questo tipo vengono cancellate in men che non si dica. I piloti non vogliono, anzi non possono, soffermarsi su quanto successo, se non per analizzarlo e fare in modo che non capiti più, soprattutto a loro. Ma il dolore c’è, è palpabile, anche se ben nascosto sotto la corazza tipica dei veri racers.
In giornata sono arrivate le reazioni di tutto il Circus, ed è emerso quanto Breen fosse ben voluto veramente da tutti nel mondo del traverso. Significativo il post di Neuville: “Non ho perso solo un compagno di squadra, ho perso un amico”. Altrettanto commovente Andrea Adamo, che ha postato una foto di Breen in lacrime per la gioia dopo una vittoria, con la didascalia: “Un grande abbraccio, oggi sono io a piangere”.
Sono solo due esempi della vicinanza espressa da tutto il paddock alla famiglia di Breen. Un uomo, prima che un pilota, amato e benvoluto, che ha saputo farsi apprezzare sia per il talento che per un carattere unico. E per capire il motivo di tanto affetto, bastava vederlo al Rally Legend 2021, quando non negava un sorriso, un selfie o un autografo a nessuno; altro che superstar del circo iridato, un vero e proprio race enthusiast mischiato con il pubblico!
Da parte di tutta la redazione di Livegp.it, non resta che mandare un abbraccio a tutti coloro vicini a Breen, in un momento tanto drammatico. Race in peace, Craig!
Nicola Saglia