F1 | Ferrari, quanto pesa l’addio di Binotto nelle future gerarchie tra i piloti?
La Scuderia Ferrari ha una delle migliori coppie di piloti del mondiale di Formula 1. Per massimizzare gli sforzi fatti da parte del team, la gestione di Charles Leclerc e Carlos Sainz è fondamentale. La rivalità che si è creata tra i due si è rivelata però un boomerang per Mattia Binotto, il quale ha attuato la filosofia "no gerarchie".
Il monegasco e lo spagnolo sono due piloti che hanno fame di vittorie e farebbero di tutto per sopravanzare il compagno di squadra. Ecco perchè la strategia base di Binotto ha agevolato Sainz, il quale ha potuto godere dello stesso trattamento riservato a Leclerc, più di quest'ultimo.
Troppe volte ci si è chiesti se fosse giusto non avere un primo e un secondo pilota in casa Ferrari. Le strategie (tasto dolente) sono sempre state portate avanti senza sacrificare nessuno dei due piloti. Per la gioia di Max Verstappen e Red Bull che ne hanno approfittato per portare a casa entrambi i titoli.
Le dimissioni di Mattia Binotto, però, potrebbero portare ad un cambiamento all’interno del team di modenese anche per quanto riguarda il rapporto di forza tra Leclerc e Sainz.
Charles Leclerc, "accentratore" Ferrari
La crescita professionale in casa Ferrari e il suo talento hanno sempre fatto propendere verso Charles Leclerc come primo pilota. Momento tanto atteso dal monegasco quanto dai tifosi della Rossa e dai vertici. Il Presidente della Ferrari John Elkann infatti non ha mai nascosto che vede Leclerc più avanti per la lotta al titolo rispetto al compagno. Come sappiamo, però, le gerarchie non sono mai state date. Questo ha creato tensioni interne alla scuderia fino ad una rottura tra Charles Leclerc, il suo entourage, e Mattia Binotto. E l'immagine di Silverstone dopo la vittoria di Carlos Sainz jr ne è il simbolo.
Le dimissioni del team principal portano ad una scuola di pensiero nel box della scuderia molto chiara: Charles Leclerc, vicino alla presidenza Elkann e all'AD Vigna, avrà il tanto desiderato ruolo di prima guida nella scuderia del Cavallino. Sarà lui "l'accentratore" della nuova Ferrari, il cardine su cui puntare dopo l'addio di Binotto che - in 28 anni a Maranello - è diventato il perno di tutta la squadra e che dal 2023 si ritroverà così senza un leader nel box. E le voci su chi potrebbe essere il nuovo team principal, uno su tutti Vasseur, vanno verso questa direzione.
Se da un lato Charles raggiungerebbe uno dei suoi obiettivi, dall'altro le pressioni saranno maggiori nonostante l'appoggio della scuderia. Per Leclerc, inoltre, arriverebbe la prova del nove: dimostrare di essere all'altezza di Verstappen, Hamilton... di meritare la posizione che gli è stata data. La mancanza di esperienza del monegasco, però, lo rende sempre un passo indietro rispetto agli altri. Hamilton, e lo stesso olandese, hanno freddezza e lucidità impressionanti; inoltre riescono non solo a reggere la pressione, ma anche a capire come e quando dominare la propria aggressività in pista, sbagliando veramente poco.
Avere Sainz come scudiero, però, potrebbe dar modo al team di focalizzarsi totalmente su di lui nello sviluppo e nelle strategie. Lo spagnolo, però, accetterebbe di fare il secondo pilota?
Sainz non è nato per fare il secondo
Il primo avversario in pista è quello che corre con la monoposto identica alla tua. E’ così sin dalle prime gare sui kart, per passare poi alle “serie minori” che portano infine al dorato mondo del Circus della Formula 1.
Carlos Sainz jr si è sempre detto un uomo-squadra e sin dal suo esordio in F1 l'ha dimostrato. Pilota veloce e affidabile, ha sì raccolto meno del suo compagno di scuderia, ma ciò non lo rende uno scudiero. Almeno, non per lui. “Io non sono mai stato un secondo pilota – ha dichiarato recentemente il madrileno – non lo sono ora in Ferrari e non lo sono stato in nessun team per cui ho corso. Non lo merito.”
Se l’ipotesi di un ridimensionamento si dimostrasse vera, ci sono possibilità che lo spagnolo ricerchi l'occasione negata altrove. Sainz, infatti, per quanto dimostrato dal suo arrivo in Ferrari, sarebbe sprecato nel ruolo di “controfigura” di Leclerc, cosa che porrebbe anche fine alla sua carriera “reale”, ossia quella in cui può farsi valere e vincere. Sainz jr può contare sul supporto del padre. In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, Carlos Sainz sr ha detto: "Speriamo che per la prima volta Carlos possa avere una macchina per lottare costantemente per podi e vittorie. Sono davvero molto felice di come Carlos è andato quest'anno. Speriamo continui così."
Speranza che potrebbe venir meno. E, dato che lo spagnolo non può lasciare la scuderia di Maranello nel 2023, il rischio che per lui il prossimo sarà un anno da separato in casa c'è. Ed è alto.
Carlos però sembra non soffrire la pressione dell'essere stato messo accanto a un ragazzo che come unico obiettivo sembra avere quello di riportare grande la Ferrari. Non sembra preoccuparsi dell'idea che la gente si era fatta di lui quando è arrivato in Ferrari, così come della forte antipatia che una parte dei tifosi della Rossa prova nei suoi confronti. Carlos ogni anno migliora perchè sa che sono il lavoro e la dedizione a dimostrare quello che di lui c'è da sapere. Perciò a Carlos non importa: non è nato per fare il secondo, perché da quel ruolo fugge.
E in Ferrari avranno una bella gatta da pelare, se vorranno lottare per i titoli mondiali per tutta la stagione.
Anna Botton