F1 | Cosa manca a Lando Norris per puntare al Mondiale?
Il britannico della McLaren è 2° nel Mondiale piloti e la candidatura al titolo di campione del mondo è ancora possibile. Ma è veramente pronto per farlo?
Lando Norris, attualmente 2° nella classifica mondiale di Formula 1 a quota 199 punti, è posto sotto assedio da numerose critiche circa il suo rendimento in pista, viste le numerose occasioni sprecate in particolar modo nel corso di questa stagione. Al punto che è dilagato un interrogativo: è un pilota pronto a lottare per il titolo?
La McLaren, dopo un inizio di stagione in salita, si è prepotentemente imposta come la monoposto più competitiva della griglia. Un primato che, poco meno di un anno fa, sarebbe stato impensabile. L'egregio lavoro svolto da Andrea Stella e dallo staff tecnico ha fatto impennare le quotazioni della scuderia inglese. Una vera e propria scalata al vertice che ha permesso al tandem di piloti formato da Lando Norris e Oscar Piastri di poter frequentare, ormai abitualmente, i piani alti della classifica.
E Lando Norris non si è tirato indietro in questa “missione”. Dopo aver navigato per cinque anni nei meandri del midfield con monoposto problematiche, il pilota britannico si è trovato a ricoprire il ruolo di principale avversario nella rincorsa al titolo di Max Verstappen, già avvezzo a queste situazioni.
La macchina c'è, ma il pilota?
8 podi conquistati, di cui la prima storica vittoria a Miami, 2 pole position e 1 giro veloce. Questi sono i numeri che hanno permesso a Lando Norris di occupare, indisturbato, la 2° casella del mondiale piloti fino a questo punto della stagione. Un bottino che, tutto sommato, gli ha fatto incassare quasi 200 punti nei primi quattordici round iridati.
Numeri che, però, se rapportati a quanto successo in pista in queste gare, vanno “contro” il pilota britannico. Per quale motivo?
Pilota giovane, team non più abituato a vincere e un Team Principal alle sue prime armi. E' tutto nuovo per McLaren che, dopo più di un decennio di totale digiuno, problemi economici e mancanza di competitività, si ritrova a doversi scontrare contro chi è abituato al vertice ed a gestire le situazioni di stress con più facilità. Ed è tutto nuovo anche per Lando Norris, in una stagione in cui si richiede un mindset, un'attenzione e una precisione di alto spessore rispetto ai contesti abitudinari in cui il duo McLaren-Norris era avvezzo a doversi confrontare.
Ad entrare in gioco, in questi casi, arriva il fattore legato alla personalità del pilota ed al conseguente rendimento in pista, soprattutto in determinate situazioni. Un mix di elementi che, in aggiunta ai problemi operativi e strategici della squadra, sono stati responsabili di vittorie sfumate e weekend poco brillanti, con un bottino inferiore al potenziale messo in mostra. Questa è la verità che si cela dietro ai tanti successi mancati in questi mesi: Canada, Spagna, Silverstone, Ungheria, Belgio ne sono un esempio.
Gare in cui, scattando dalla pole, Lando non è mai riuscito a tenere la propria posizione per una curva. Gare in cui disattenzioni e poca lucidità, combinati a strategie sbagliate del team, lo hanno condannato al ruolo di eterno secondo. Una situazione quasi tossica che ha fortemente condizionato la sua serenità mentale, immettendolo in un loop apparentemente senza via di uscita contraddistinto da nervosismo in pista e leggerezze.
Lando Norris e il delicato aspetto della salute mentale
Come già accennato, l'aspetto maggiormente critico, da cui derivano le diverse piccole imperfezioni evidenziate sul campo, concerne proprio la sfera psicologica e mentale del pilota.
Dopo la vittoria conquistata nel GP di Miami, Norris sembra essere caduto in un vortice di totale confusione. Un lungo sentiero intervallato da grosse voragini che lo hanno reso più vulnerabile dentro e fuori la pista. Le piccole sbavature commesse qua e là, le partenze poco efficaci e le strategie poco lucide e risolutive del team si sono alleate contro il suo stato mentale, esposto già a minacce esterne nel 2019, anno del suo debutto in F1.
Spesso, quando ci si approccia ad uno sport in qualità di puro spettatore, ci si dimentica di tanti elementi che difficilmente vengono alla ribalta. Componenti che, unite insieme, regalano quel boost in più sulla performance del singolo. Ed è proprio l'aspetto mentale di ciascuno sportivo professionista che, quasi sempre, resta escluso nella disamina di appassionati e addetti ai lavori.
Lando Norris, però, sin dagli albori della sua carriera si è sempre dibattuto per questo argomento, tanto delicato quanto fondamentale. Un pilota che ha vissuto sulla propria pelle le dinamiche che si trascina dietro la depressione, un disturbo sofferto dallo stesso britannico nel biennio da rookie in McLaren.
Una condizione che lo ha fatto dubitare di sé stesso, delle proprie qualità e del proprio potenziale, tanto da iniziare a chiedersi: “Se sbaglio in questa sessione [di qualifica/gara] cosa succederà? Cosa ne sarà del mio futuro? L'anno prossimo sarò ancora qui in Formula 1? E se non lo sarò, cosa ne sarà di me? Non sono bravo in nulla”.
Un susseguirsi incatenato di domande che costituivano un interrogatorio minaccioso e che, puntualmente, si ripresentava ad ogni weekend di gara. Un viaggio sofferto e complicato, da cui lo stesso Norris era riuscito a liberarsi grazie al sostegno del team e della casa di salute mentale inglese Mind.
Ad oggi, la pressione mediatica piombata sulla sua personalità, vista la competitività della McLaren, sembra averlo scosso in modo importante, riproponendo un Lando Norris estremamente autocritico: un aspetto che è stato notato da diverse figure interne al Circus, tra cui l'ex campione del mondo Jenson Button e l'ex pilota di F1 Ralf Schumacher.
Schumacher: “Norris ha bisogno di un mental coach”
Dopo la conclusione del GP Belgio disputatosi la scorsa domenica, dove Norris si è reso protagonista dell'ennesima partenza inadeguata, Ralf Schumacher si è aperto ai microfoni di Sky Deutschland analizzando l'attuale situazione dell'alfiere McLaren.
Come pilota, ti arrabbi sempre con te stesso in primis quando commetti degli errori, e lui lo ammette. Probabilmente lui non sa perché [sia finito nella ghiaia], o forse non aveva grip all'anteriore. Certamente, queste sono piccole cose che sommate tra di loro hanno un grande impatto e non devono capitare.
L'idea di affidarsi, nuovamente, a una figura che possa aiutarlo ad uscire da questa nebbia di insicurezze e autocriticità potrebbe rimetterlo sulla giusta strada. Esercizi di rilassamento combinati ad attività cucite su misura del pilota britannico potranno aiutarlo a migliorare su questo aspetto delicato, come sottolineato dallo stesso Schumacher:
Per avere maggior fiducia in sé stesso, e rimanere più calmo, gli esercizi di rilassamento e attività simili possono davvero aiutarlo. Si possono svolgere con qualsiasi musica ti piaccia e ti consenta di concentrarti. Ognuno di noi lo fa a modo proprio, alcuni non ne hanno bisogno, ma credo che Lando necessiti di questo supporto.
Malika Marwoi Missaoui