F1 | Haas VF-19, l’analisi tecnica: evoluzione, ma non rivoluzione
La prima squadra a darci un’indicazione di come saranno le monoposto di Formula 1 nel 2019 è stata la Haas, che nella giornata di ieri ha rilasciato i rendering della sua VF-19. Il team americano ha preferito seguire il principio della costanza, mantenendo inalterate tutte le figure cardine.
Sia a livello grafico, con l’arrivo dello sponsor Rich Energy, che per quanto riguarda la parte puramente tecnica ci sono comunque interessanti novità. Ovviamente non tutto è stato ancora svelato, ma si possono notare già alcune soluzioni che vedremo sulle altre vetture, ma andiamo più nello specifico.
Iniziamo col dire che essendo un rendering alcune parti sicuramente sono camuffate, ma indicativamente di possono delineare già i tratti caratteristici della monoposto, così come saranno diversi i link con la casa madre Ferrari, con la quale condivide gran parte dei componenti meccanici.
Partendo dall’anteriore si può notare il nuovo alettone che segue i regolamenti 2019, a tutta lunghezza, privo di orpelli quali derive e upper-flap, con 5 elementi superiori (riquadro azzurro) per meglio direzionare il flusso; anche il profilo verticale è molto semplice con una bombatura finale (in verde) per cercare di schermare il più possibile lo pneumatico anteriore.
Interessante come il musetto sia più assottigliato, quasi come quello della Ferrari SF71H, e dotato dell’S-Duct (riquadro rosso) per cercare di ridurre la pressione nel sottovettura e, di conseguenza, migliorare il flusso che investe la monoposto nella sezione frontale.
Come ampiamente detto le prese dei freni anteriori saranno semplificate e la VF-19 non si sottrae a questo dettame regolamentare, portando delle “orecchie” che non superano il diametro del cerchio (cerchio giallo) e che assolvono il solo compito di raffreddamento dell’impianto frenante.
Inoltre i bracci delle sospensioni anteriori sono rialzati e quasi orizzontali per cercare di generare meno turbolenze nella zona immediatamente successiva, ovvero quella dei bargeboard.
Da segnalare i nuovi cerchi che sono composti da due elementi: lasciando uno slot ai bordi (freccia verde) per aumentare l’evacuazione dell’aria e raddrizzare i flussi turbolenti generati dagli pneumatici. Tale soluzione dovrebbe sopperire all’abolizione degli assali forati.
Come prevedibile, la zona dei bargeboard è ancora tutta da decifrare: questi sono stati semplicemente tagliati (di 150 millimetri) e allungati (di 100 millimetri) per seguire il regolamento (come si può notare nel confronto con la monoposto della passata stagione), ma sicuramente vedremo una versione stravolta nei test di Barcellona.
Più interessante la zona delle pance, con la conformazione della bocca che segue la scuola Ferrari, con la struttura antintrusione più ribassata per cercare di incanalare aria meno turbolenta.
Interessante da notare come i deflettori a ponte seguano maggiormente la conformazione delle pance (riquadro azzurro) per cercare di evitare la separazione del flusso. Inoltre le appendici orizzontali, che seguono per ora un andamento similare alla VF-18, sono posizionate più in basso rispetto alla passata stagione sempre per via del regolamento.
Salendo più in alto si possono notare i doppi supporti degli specchietti retrovisori (frecce gialle), di chiara ispirazione Force India e Red Bull, con uno che si ancora alle pance mentre l’altro, per mezzo di un lungo profilo aerodinamico, si collega ai lati dell’abitacolo.
Nella zona intorno al cockpit si può notare come la parte finale dell’Halo termina con uno sfogo per il motore di scuola Mercedes (cerchio verde in alto). L'airbox presenta una presa più piccola al suo interno (cerchio verde in basso) per dividere l’aria da portare al motore endotermico da quello elettrico.
Dietro di essa è presente un piccolo flap (riquadro azzurro) per migliorare il flusso che andrà a lambire l’alettone posteriore.
Le fiancate (e relativa zona coca cola) sono decisamente più rastremate e basse: sia per via del minor ingombro della Power Unit Ferrari e del diverso posizionamento dei radiatori, che per l’allungamento del passo: lo si può notare con il confronto visto dall’alto delle due Haas.
Sul fondo piatto sono presenti le classiche soffiature a “binario” (freccia gialla) che subiranno sicuramente nuove evoluzioni nell’arco della stagione.
Il retrotreno presenta numerose soluzioni interessanti: partendo dai bracci superiori delle sospensioni, di derivazione McLaren, molto sollevati che presentano un angolo d’attacco al mozzo ruota con evidenti funzioni aerodinamiche (cerchio azzurro), oltre a lasciare libera la zona del diffusore. All’interno degli pneumatici, vicino le prese dei freni, si possono intravedere numerosi flap per ridurre le turbolenze generate dagli pneumatici, mentre i cerchi presentano anch’essi il doppio elemento per migliorare l’evacuazione dell’aria.
Al termine della pinna è presente una Deck-Wing (freccia verde), identica alla Ferrari della passata stagione, che ha il compito di interagire con il nuovo alettone più grande e con una corda più alta sorretto da due piloni.
Da notare il doppio scarico della valvola Wastegate impilato sopra quello del motore endotermico (freccia gialla), proprio come visto nelle prove libere nel GP di Germania sulla Ferrari SF71H, evidentemente per migliorare l’interazione con l’alettone. Inoltre è da notare come i tecnici Haas abbiano aggirato il regolamento, che vieta le soffiature nella zona degli endplate. Questi sono stati divisi in due elementi con quello superiore, che nel momento del restringimento si prolunga con delle frange (cerchio rosso) di derivazione McLaren per meglio pulire i flussi. Non si può dire nulla dell’estrattore essendo nascosto nel rendering.
Infine ricordiamo che essendo aumentato il passo, molto probabilmente vedremo un assetto Rake meno spinto rispetto alle passate stagioni.
In conclusione, da una prima analisi della prima monoposto in versione 2019, si può dire che l’obiettivo degli ingegneri è stato quello di ovviare alla riduzione dell’inefficienza aerodinamica dell’alettone anteriore agendo su altre zone e introducendo (ove possibile) nuovi flap e conformazioni aerodinamiche più efficaci.
Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano