Potrà anche apparire strano, dopo aver ottenuto un terzo ed un quarto posto: ma quella in Ungheria è stata per la Mercedes la gara probabilmente più difficile della stagione. E non soltanto in seguito ad una vettura apparsa tutt'altro che irresistibile in condizioni di asfalto mutevoli, tanto da finire alle spalle di una Red Bull e (per la prima volta in stagione) anche di una Ferrari: quanto soprattutto per le rinnovate difficoltà legate all'affidabilità, che a questo punto rischia realmente di giocare un ruolo decisivo in chiave iridata, nonchè per la gestione dei propri due piloti, con il discusso ordine di scuderia rimasto "inascoltato" da parte di Lewis Hamilton. I guai per il team di Brackley, dopo tre sessioni di prove libere in cui nessuno era riuscito ad avvicinare (in ordine puramente...cronometrico) Hamilton e Rosberg, erano iniziati sin dai primi minuti delle qualifiche, con il britannico costretto mestamente ad abbandonare la sessione con il posteriore della W05 in fiamme. Un immagine non certo rassicurante, per gli uomini della Casa di Stoccarda, che ancora una volta hanno dovuto fare i conti con un guasto tecnico su una delle proprie vetture, che nella fattispecie ha costretto uno sconsolato Hamilton a doversi schierare dalla pitlane. Ma se, alla domenica, la pioggia iniziale e le due Safety Car hanno di certo agevolato la difficile rimonta dell'ex-campione del mondo, essi sono stati invece fattori di certo non graditi a Rosberg, alle prese peraltro con un problema ai freni posteriori che ha iniziato a condizionarne le prestazioni. Proprio la differente posizione di partenza, nonchè le fasi di neutralizzazione della gara, sono stati elementi in grado di determinare una diversa strategia tra i due piloti, con Hamilton che a metà gara era riuscito contro ogni previsione a portarsi davanti al compagno di squadra.

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