F1 | Flashback: c’era una volta il circuito di Jacarepaguà
LAYOUT. Costruito nel 1977, il circuito di Jacarepaguà in origine era lungo poco più di 5 km (salvo poi essere ridotto negli anni novanta a 4.933 metri) e composto da 11 curve. Poco probante a livello tecnico, una delle difficoltà per i piloti era rappresentata dal senso antiorario della pista. Superato il rettifilo iniziale, il tracciato presentava la Molykote alla quale seguivano una serie di curve (la Carlos Pace, la numero 3 e la Nonato) che portavano al tornantino Norte. Superata questa prima parte di pista, c’era il lunghissimo rettilineo Junção che portava alla staccata della Sul, seguita dalla seconda parte guidata del tracciato (curve Girao, Morette, Lagoa, Box e Victoria) che riportava sul rettilineo dei box.
ALBO D’ORO. Delle dieci edizioni del Gran Premio del Brasile corse a Jacarepaguà, la metà porta la firma di Alain Prost, il quale detiene il record di successi con il primo colto nel 1982 a bordo della Renault RE30B e i successivi quattro in McLaren (1984, ‘85, ‘86, ‘87). Le prime due edizioni videro invece i trionfi di Carlos Reutemann, nel 1978 e nel 1981. Proprio quest’ultimo appuntamento viene ancora oggi ricordato per le frizioni tra l’argentino e l’allora compagno di squadra in Williams Alan Jones. Nonostante a Reutemann fosse stato dato l’ordine di lasciar strada all’australiano, questi non obbedì all’ordine di scuderia passando in prima posizione sotto la bandiera a scacchi. In segno di protesta al mancato team order, Jones decise di disertare il podio. Una faida interna al team britannico che al termine della stagione regalò al rivale della Brabham, Nelson Piquet, il primo dei tre titoli in carriera. L’ultima edizione disputata nel 1989 sorrise a Nigel Mansell, che trionfò al debutto in Ferrari. Una vittoria storica per Maranello, la prima col cambio semi-automatico ideato da John Barnard.
PIQUET E SENNA. L'idolo di casa è stato senza dubbio Nelson Piquet, nativo proprio di Rio de Janeiro, il quale ebbe l'onore di vedere intitolato a suo nome il tracciato nel 1988 dopo la conquista del suo terzo titolo iridato con la Williams. Il carioca colse due successi dinanzi ai propri connazionali sul tracciato di Jacarepaguà nel 1983 e 1986 al volante di Brabham e Williams, dopo che il trionfo datato 1982 gli venne tolto per una irregolarità tecnica della sua vettura. Per quanto riguarda il paulista, quest'ultimo non ha mai avuto un ottimo feeling con la gara di casa. Se si considera esclusivamente l’appuntamento di Jacarepaguà, dove debuttò in F1 a bordo della Toleman il 25 marzo 1984, Senna non è mai riuscito a salire sul gradino più alto del podio, centrando la top three solo in un’occasione nel 1986 (concluse il GP al secondo posto). Nell’edizione del 1988 venne addirittura squalificato per aver utilizzato il muletto (un’azione vietata dal regolamento), dopo che la sua MP4/4 si piantò sulla griglia di partenza durante il giro di ricognizione. L’anno seguente vanificò la partenza dalla pole rendendosi protagonista di una collisione con la Ferrari di Gerhard Berger, concludendo la gara doppiato e in 11ma posizione. Gli unici successi ottenuti da Magic dinanzi ai propri connazionali furono conquistati ad Interlagos nel 1991 (la famosa gara conclusa col cambio bloccato in sesta) e nel 1993.
Piero Ladisa