F1 | GP Messico, l'analisi tecnica
A poche gare dal termine del campionato di F1, le scuderie portano sempre meno aggiornamenti corposi, a parte la Mercedes, protagonista della nostra analisi tecnica per il GP del Messico. Ricordiamo come in Messico l'aria rarefatta rappresenti un problema per le PU, mentre per quanto riguarda l'aerodinamica, aumentare l'incidenza per incrementare il carico non andrà ad indurre troppi effetti nocivi di resistenza, particolarmente sul lungo rettilineo di partenza.
Le novità Mercedes
Al COTA Mercedes ha portato numerose novità sul fronte tecnico. Il team di Brackley ha introdotto un pacchetto di novità molto importante che pare aver funzionato sull'estrazione del potenziale da una monoposto critica come la W13. Ad Austin ha debuttato una nuova specifica del fondo che pare aver corretto buona parte dei problemi endemici di porpoising. Lo sviluppo ha permesso di utilizzare una "finestra" migliore di assetti, che ha permesso un migliore agio nella guida e nell'estrazione di buoni settori. La parte laterale ha subito una trasformazione per cui l'aria che passa nei canali Venturi trova un migliore sigillo.
Ad Austin ha esordito una nuova ala anteriore. Sfortunatamente in Mercedes non hanno potuto utilizzare la nuova specifica perché irregolare, almeno secondo le verifiche in pista per motivi meramente geometrici. Degli otto elementi strutturali che sorreggono i flap dell'ala anteriore, cinque hanno assunto il ruolo di generatore di vortici e/o deviatore di flusso. Da qui la richiesta nella produzione di una versione aggiornata e conforme alle dimensioni regolamentari per Città del Messico. Qui abbiamo visto un'ala anteriore dove appaiono meno elementi strutturali. Inoltre sulla parte superiore del flap più alto i tecnici Mercedes hanno praticato un taglio per far "girare" meglio i flussi.
La nuova ala
La soluzione dovrebbe deviare l'aria che va ad impattare sulle ruote anteriori. Il vantaggio risulta piuttosto chiaro, visto che si induceva meno resistenza e si andava ad abbattere le strutture molto turbolente create in questa zona dal rotolamento degli pneumatici. In questo caso l'idea è quella di avere un effetto simile all'outwash generato dalle ali che vanno a scendere nella parte finale dell'apertura. Contemporaneamente la W13 (e probabilmente anche la monoposto del prossimo anno) deve favorire il passaggio d’aria in direzione delle fiancate, quindi abbassando la geometria delle ali anche alla radice. Il concetto di pance rastremate fa sì che questo disegno sia necessario per far funzionare il raffreddamento, dato che le prese aprono di più verso il basso.
Luca Colombo
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