Oscar Piastri dopo il successo a Budapest
Oscar Piastri dopo il successo a Budapest

Freddo, determinato, calcolatore. Ma, soprattutto, maledettamente veloce. Oscar Piastri è finalmente entrato nell'Olimpo dei vincitori di un Gran Premio di Formula 1: dopo essere salito sul gradino più alto del podio lo scorso anno nella Sprint Race in Qatar, la gara in Ungheria ha incoronato il giovane australiano quale primo pilota nato nel nuovo millennio ad imporsi in un appuntamento iridato. Un segnale del nuovo che avanza, ma in realtà c'è molto di più.

Una gara…da Oscar

La dimostrazione di maturità fornita da Oscar Piastri a Budapest è sotto gli occhi di tutti. Perfetto allo start, quando ha saputo beffare il proprio compagno di squadra infilandolo senza remore alla prima curva. Lucido nel mantenere il comando della gara con un passo martellante, per tenere a distanza tutti gli avversari. Consapevole della propria forza una volta tagliato per primo il traguardo, dopo che soltanto una strategia a dir poco “fantasiosa” della McLaren aveva rischiato di combinare un bel pasticcio. A soli 23 anni, il pilota di Melbourne sembra già avere tutto sotto controllo, nonostante sia soltanto alla sua seconda stagione in Formula 1: con l'esperienza necessaria di chi ha saputo attendere il proprio momento dopo aver vinto tutto nelle formule minori, ma con la fame indispensabile di chi non si pone limiti.

Come Norris, più di Norris

La sua prima parte di carriera nel Circus è lì a dimostrarlo. Pochissimi errori, gestione dei weekend da veterano, visione di gara eccellente. Il fatto che le sue prestazioni siano spesso e volentieri in linea, se non talvolta superiori, a quelle di un pilota del calibro di Lando Norris (giunto però alla sua sesta stagione in Formula 1) la dice lunga sulle potenzialità ancora da scoprire del talento australiano. Il quale, a differenza del compagno, in più occasioni ha dimostrato di saper reggere meglio la pressione, nonostante la giovane età e la minore esperienza. Un aspetto da non sottovalutare, in un mondo in cui la differenza è costituita da piccoli dettagli che però possono trasformarsi in grandi opportunità. Come quelle che il giovane Oscar non ha esitato a cogliere al volo, ogniqualvolta ne abbia avuto l'occasione: perché essere nel posto giusto al momento giusto, in Formula 1, non è soltanto una pura questione di fortuna.

Un'ascesa a suon di vittorie

Sono doti da predestinato, già. Quelle messe in mostra nel corso di una carriera nel corso della quale ha fatto incetta di titoli nelle formule minori, segnalandosi come il vero e proprio “enfant prodige” di una nuova generazione di piloti provenienti dal Nuovissimo Continente. Dopo aver conquistato la Formula Renault Eurocup nel 2019, Piastri si è ripetuto l'anno dopo al debutto in Formula 3, per poi completare il suo tris di successi consecutivi con l'incredibile vittoria da rookie in Formula 2 nel 2021. Risultati che gli sono valsi l'ingaggio da parte di Alpine, la quale ha deciso di puntare su di lui garantendogli un posto da terzo pilota per il 2022. Almeno fino al successivo “caso” dell'estate, con l'ormai celebre querelle tra il team transalpino e la McLaren che ha visto l'australiano approdare al team di Woking. E mai scelta si sarebbe rivelata maggiormente azzeccata, visti i risultati odierni.

Un futuro…da campione del mondo?

Ne sentiremo parlare ancora tanto di Oscar Piastri, in futuro. Perché lui già rappresenta il presente di questa Formula 1. Con ben poco da invidiare ai mostri sacri capaci di rubare la scena nel corso degli ultimi anni. Lui, l'ultimo arrivato tra i grandi, ma con una fame ed una determinazione che lo porteranno lontano. Per adesso, sul gradino più alto del podio di Budapest: ma per il futuro, potenzialmente anche sulla vetta del mondo.

Marco Privitera