IndyCar | Palou (e Ganassi) impongono ancora la propria legge
Il terzo titolo IndyCar per Palou è stato il frutto di un grande lavoro della squadra capitanata da Chip Ganassi e Barry Wanser.
Alex Palou, uno spagnolo alla conquista dell’America. No, non siamo tornati indietro di seicento anni, e il catalano non è al comando di uno dei velieri di Isabella d’Aragona, ma alla guida di una delle Dallara monoposto che animano la IndyCar. Categoria, questa, che per la terza volta domenica scorsa ha visto il trionfo del pilota cresciuto professionalmente nella vecchia Europa, ma che ha trovato Oltreoceano la definitiva consacrazione, grazie anche a quella macchina perfetta che è il team gestito da Chip Ganassi, una squadra che ormai da una trentina d’anni scrive pagine indelebili di motorsport.
L’ingresso in un club molto esclusivo
La lotta finale per il terzo titolo in carriera tra Power e Palou, a Nashville, è durata dodici passaggi, fino a quando l’australiano non è dovuto rientrare ai box per farsi sistemare le cinture di sicurezza allentatesi nel frattempo, perdendo tre giri sul resto del gruppo. Peraltro, è da sottolineare la sportività dell’uomo Penske, che non ha perso tempo una volta sceso dalla macchina nel fare i complimenti al rivale. Sollevando la Astor Cup, dunque, Palou è entrato di diritto in uno dei club più esclusivi del motorsport, e cioè quello dei tre volte vincitori IndyCar, che può vantare membri del calibro di Jimmy Bryan, Ted Horn, Rick Mears, Louis Meyer, Al Unser e Bobby Rahal. Tra l’altro, c’è un altro fattore che sottolinea la forza di Palou; lo spagnolo, infatti, è alla sua quinta stagione completa nella categoria, con un rapporto campionati disputati/vittorie spaventoso. Meglio di lui hanno fatto veramente pochi, e recentemente solo Sebastien Bourdais in epoca Champ Car.
Amo questo sport. Amo essere nella posizione di poter vincere gare e campionati. Adesso non voglio pormi altri obiettivi, come quello di vincere quattro o cinque titoli. Voglio godermi questo successo, per me è già surreale essere riuscito a portare a casa tre campionati IndyCar. Non ho mai osato nemmeno sognare di arrivare a tanto, di essere in questa posizione.
Vuole godersi il successo del 2024 Alex Palou, e ne ha tutte le ragioni. Per certi versi è stata una stagione più difficile e complicata rispetto alle altre due in cui ha avuto la meglio, in particolare se confrontata al 2023, con il titolo conquistato con una gara d’anticipo. I due successi ottenuti sullo stradale di Indy e a Laguna Seca (più quello nella sfida extra-campionato del Thermal Club) sono stati accompagnati da una serie di piazzamenti importanti, ma anche da problemi che hanno tenuto tutti con il fiato sospeso fino a Nashville. Un esempio è certamente quanto avvenuto a Milwaukee in gara 2. Ora, Alex non si pone particolari obiettivi: forse quello che gli manca per potersi consacrare è una vittoria su un ovale, la classica pista a stelle e strisce. Quello sì che potrebbe essere un target da cui partire in ottica 2025.
L’armata di Chip, il lavoro di Wanser
Lo abbiamo sottolineato spesso, ma vale la pena farlo ancora una volta. Un pilota, per fare bene nel motorsport, deve avere l’appoggio di un grande team. Il Chip Ganassi Racing ne è l’esempio perfetto; ancora una volta, la squadra messa insieme dallo storico manager americano ha fatto la differenza, lavorando in modo ottimale per elevarsi rispetto agli altri e gestire al meglio tutte le situazioni, forte anche del lavoro degli altri piloti, Scott Dixon in particolare. Sono state cinque le monoposto schierate in questa stagione, un impegno folle che in vista del 2025 sarà rivisto; tornare a vincere non era facile, ma gli uomini di Ganassi hanno superato tutti gli ostacoli e alla fine sono stati premiati.
C’è un membro del team, tra tutti, che merita una menzione particolare. Stiamo parlando di Barry Wanser, lo stratega di Palou. L’anno scorso non poté prendere parte ai festeggiamenti di Portland, perché in cura a causa di un cancro alla lingua. Oggi, sconfitta la malattia, l’ingegnere di New York può finalmente godersi questo nuovo trionfo, il quindicesimo (su 16 totali) della sua carriera in Ganassi. Non è un segreto: il suo lavoro e quello del capo della crew dei meccanici Rick Davis sono fondamentali, lo sottolinea sempre anche Palou stesso. Giusto, dunque, andare a tributare anche a lui i giusti onori, e dargli lo spazio che merita nelle celebrazioni di un titolo sudato ma ampiamente meritato.
Non so veramente cosa dire. È un piacere essere qui a festeggiare questo titolo insieme ad Alex e a tutta la squadra. È un momento molto speciale per me, e voglio ringraziare tutto il team; non si passa oltre le difficoltà della vita senza il supporto di una squadra, e oggi se siamo qui è grazie al lavoro di tutti.
Complimenti, dunque, ad Alex Palou, Chip Ganassi, Barry Wanser e a tutto il team Ganassi. Analizzeremo più avanti anche tutti gli altri temi, ma per ora non resta che festeggiare l’uomo venuto dal Vecchio Continente che per la terza volta ha sbancato in IndyCar, ripagando la fiducia datagli dal team owner dopo tutto quanto successo nelle estati passate.
Nicola Saglia