La Ferrari non è un'azienda come tutte le altre, non è semplicisticamente un costruttore di automobili ma è un sogno, un mito ed il simbolo dell'eccellenza italiana. Il Cavallino Rampante vive attraverso la sua storia e le competizioni che si mescolano con la Formula 1, ma anche con i successi che ne fanno la Scuderia più blasonata di sempre.

Negli ultimi anni, l'azienda fondata da Enzo Ferrari nel 1947 non è riuscita a tradurre in risultati nel Mondiale di Formula 1 quanto di buono prodotto sul mercato delle vetture stradali, se così banalmente si possono definire le Ferrari. Il 2014 è stato un anno cruciale e contrastante per gli uomini di Maranello, con scarsi risultati in pista ma con il miglior bilancio della sua storia. Solo due podi conquistati da Fernando Alonso ed addirittura il quarto posto nella classifica costruttori, eguagliando un primato negativo (quello di una stagione senza vittorie) che non si verificava dal lontano 1993.

L'annuncio dell'addio di Luca Cordero di Montezemolo, il Presidente che per quasi 23 anni ha avuto il timone dell'azienda (come l'ha definita lui) più bella al mondo, ha segnato l'ennesimo punto di svolta nella storia della Ferrari, chiudendo un ciclo caratterizzato da grandi successi. Il nuovo assetto societario ha inoltre portato con sé importanti modifiche ai vertici anche della gestione sportiva.

La Ferrari è una famiglia fatta di uomini che anche quando se ne vanno dimostrano di farlo per il bene del grande mito. Il primo è stato Stefano Domenicali quasi un anno fa. Era il 14 aprile del 2014 quando il Team Principal che prese l'eredità di Jean Todt decise di fare un passo indietro. Gli succedette Marco Mattiacci, manager italiano trapiantato negli USA.

Il vento di novità è arrivato proprio dalla nuova patria della Fiat: gli Stati Uniti, che tanto riescono ad attrarre aziende e talenti. Infatti i nuovi volti ai vertici del Cavallino Rampante, da Sergio Marchionne a Maurizio Arrivabene, fanno parte del disegno d'oltreoceano per quello che è uno dei brand più forti al mondo, con la Ferrari che sta dando una spinta alla neonata multinazionale dell'auto italo-americana.

In un'ottica del genere non è pensabile avere una Ferrari con scarsi successi in Formula 1 per due aspetti interconnessi tra loro, quello economico e quello sportivo. La vittoria di Sebastian Vettel al secondo Gran Premio della prima stagione di Formula 1 dopo la rivoluzione societaria è un risultato di quelli che per il mondo Ferrari ha un significato enorme.

La vettura del nuovo tedesco di Maranello è riuscita a surclassare le grandi favorite Mercedes. Peccato per Kimi Raikkonen e quella piccola toccata nelle prime fasi, altrimenti la festa sarebbe stata ancora più grande. Sergio Marchionne ha subito voluto sottolineare la sua soddisfazione: "Grazie di cuore a Maurizio Arrivabene, alle donne e agli uomini della Scuderia. Quello che abbiamo visto oggi è il risultato dell’incredibile duro lavoro degli ultimi mesi, un lavoro fatto in silenzio e con umiltà come fa una grande squadra. Complimenti a Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen per una gara sensazionale. Sono felice per tutti i tifosi che aspettavano da troppo tempo una giornata così. Forza Ferrari".

Anche Piero Ferrari, il vicepresidente, si è unito alle parole dell'italo-canadese dicendo:"Non me l'aspettavo, è stata una bella sorpresa. Dopo le qualifiche era chiaro che saremmo stati in crescita, ma non pensavo che saremmo stati in grado di mettere in difficoltà le Mercedes. La macchina è andata bene, la strategia era perfetta e un grande pilota ha saputo gestire la gara senza commettere il minimo errore".

Fabrizio Crescenzi

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