Cominciamo dall'analisi dei tempi: a parte le prime prove cronometrate, in cui Vettel è risultato più veloce di Hamilton con un margine risicatissimo, l'analisi di tutte le altre sessioni fa notare una differenza prestazionale sfociata poi nel roboante mezzo secondo (a essere buoni) rimediato durante le qualifiche, con l'amara constatazione che nella costruzione del "perfect lap" non ci fosse nemmeno un settore firmato Ferrari. In gara, con la gestione di benzina e gomme, questo margine è stato sensibilmente ridotto, almeno nel caso di Vettel (dato che Raikkonen ha corso su una strategia lievemente differente rispetto al gruppo di testa, differenziazione, tra l'altro, impalpabile nell'esecuzione e un po' strampalata): il gap finale tra Hamilton e Vettel è intorno ai 7.5s, mentre la stampata dei giri più veloci mette Ferrari e Mercedes sullo stesso livello.

Sia Mercedes che Ferrari hanno portato un aggiornamento consistente nel pacchetto aerodinamico delle vetture (soprattutto sull'anteriore) e, vedendo i risultati, parrebbe che quello della scuderia di Brackley abbia funzionato meglio rispetto a quello portato da Maranello. Nei giorni precedenti al Gran Premio, dalla Ferrari hanno fatto sapere di avere problemi in alcune parti del tracciato, soprattutto nelle curve 16 e 17, dove era evidente la mancanza di aderenza nel posteriore, con una monoposto ballerina, comportamento molto evidente durante il venerdì e il sabato, meno durante il GP (anche se in certe inquadrature si notava come Raikkonen avesse il posteriore instabile in entrata sul rettilineo principale). Chiaramente, sulla scia di quanto successo a Singapore, ora in Mercedes riescono a gestire in modo migliore delle gomme, abilità che la Ferrari pare avere smarrito per strada, fatto molto evidente a Sochi, dove la scelta di gomme e strategia era quasi "obbligata".

Di sicuro una monoposto così "ballerina" in uscita dalle curve dove serve maggiore trazione avrà consigliato degli assetti più carichi e dunque meno performanti in rettilineo per le vetture di Maranello, dove il gap di velocità era piuttosto evidente nelle fasi concitate dell'inseguimento tra Vettel e Bottas: il tedesco riusciva a tenere la velocità del numero due delle Frecce d'Argento solo con il DRS aperto.

A questo punto è chiaro che a Maranello dovranno analizzare le risultanze di questa gara e trovare il bandolo della matassa per cui le Mercedes, una volta entrate nella maturità del progetto, sembrano ora aver riacquisito quel vantaggio prestazionale palesato durante le prove invernali: questo "passo del gambero" nella seconda trasferta asiatica sta costando caro agli uomini della Rossa, che vedono lontanissimo l'aggancio in vetta al titolo piloti e ancora più lontano il tiitolo costruttori (tra l'altro oggi si è consumato l'inevitabile sorpasso in classifica da parte di Bottas ai danni di Raikkonen). Bisognerà capire e imparare. Possibilmente in ottica del prossimo campionato.

Luca Colombo