GP Messico Fernando Alonso 400
Credits: Profilo Twitter Aston Martin F1 (https://x.com/AstonMartinF1/status/1850286341705158735)

Fernando Alonso esordiva in F1, poco meno che ventenne, al GP d'Australia del 2001: all'epoca, il record di presenze in pista di Riccardo Patrese (256 GP) pareva intoccabile, ma a distanza di quasi un quarto di secolo i numeri vengono ritoccati con una cifra tonda (400 GP) proprio dall'asturiano, che all'anagrafe oggi dichiara 43 primavere.

Epoche (neanche troppo lontane) a confronto

Ai microfoni di Beyond the grid, il podcast ufficiale del Circus, Fernando ha dichiarato:

"Penso a quel ragazzo nel 2001…non pensavo molto al futuro. Il sogno stava prendendo vita, guidando in F1 per la prima gara. Non avevo una tabella di marcia chiara per la mia carriera. Non sapevo esattamente quale sarebbe stata la gara successiva, quale sarebbe stata la mia prossima squadra. Stavo improvvisando ed ogni fine settimana era una nuova avventura. (…) Direi che quando ho vinto il campionato nel 2006 e poi sono passato in McLaren, avevo un contratto di tre anni per il 2007, 2008 e 2009: ero sicuro al 99% che il 2009 sarebbe stata la mia ultima stagione di F1. Quello era il mio piano, molto chiaro nella mia testa".

Consistente, veloce e dotato di una lettura incredibile della gara, Fernando attraversa diverse ere della F1 moderna e contemporanea risultando sempre, a torto o ragione, uno dei piloti da dream team negli ipotetici FantaF1 che le silly season spesso hanno regalato. Nella stucchevole galleria di illustri pareri dei colleghi piloti, messa assieme dal sito della F1, su tutti si erge di due o tre spanne il concetto per cui “Fernando Alonso corra in un campionato a parte.

Nella storia dei 400 GP fino ad oggi disputati, Fernando passa dalla grandeur della F1 di inizio Millennio alla guida della più modesta tra le scuderie serie, Minardi, per atterrare in uno dei team con un potenziale in termini di capitale e risorse di cui sembra non esistano limiti, Aston Martin, in un periodo di (chissà quanto) estremo rigore economico ed appiattimento tecnico (dal punto di vista della creatività) imposto dai regolamenti stessi.

Fernano Alonso GP Messico 2024
Credits: Profilo Twitter Aston Martin F1 (https://x.com/AstonMartinF1/status/1850241653061120420)

Da uno a quattrocento

In mezzo a questi due estremi troviamo 22 pole position, 32 gare vinte, 106 arrivi a podio, circa 2300 punti iridati, due Titoli Mondiali e l'aver condiviso la pista con il 15% dei piloti di F1 che hanno corso dagli albori della categoria (fun fact: Fernando ha corso contro Jean Alesi, figlio della F1 di fine Anni Ottanta). Dobbiamo inoltre contare anche un ritiro temporaneo, nel 2018, frutto, diciamolo in maniera molto franca, dell'aver capito di essere in quel punto della famosa parabola di carriera dove non si può trovare contemporaneamente un volante competitivo dettando le proprie condizioni.

Cosa aggiungere a questo ritratto di carattere numerico? Il pilota di Oviedo è colui il quale ha scalzato Michael Schumacher dal regno dei primi Anni Duemila, forte di doti fuori dal comune quanto a lettura di gara, concentrazione e continuità, abbinate all'esercizio di un peso politico non indifferente, dentro e attorno alla scuderia Renault di Flavio Briatore; tuttavia è anche colui a cui lo stesso gioco politico si è ritorto contro negli anni con la Ferrari (nonostante una stagione, quella del 2012, da urlo) e con la disastrosa seconda esperienza in McLaren. Con la scuderia di Maranello si passa dal famoso “Fernando is faster than you" al siluramento per incompatibilità con il progetto in testa a Sergio Marchionne.

L'asturiano diventa l'artista dei team radio con i vari "geni" o “GP2 engine” regalati alla memoria dei tifosi e poi rielaborati sotto traccia una volta sceso dalla monoposto, comunque indirizzati a squadre o motoristi. Fernando Alonso, va detto, è il pilota che si è trovato in mezzo ai due scandali che hanno turbato la F1 del dopo-Schumacher, lo Spygate del 2007 e il Crashgate del 2008, e che hanno avuto un certo impatto nell'ambiente del Circus.

Il futuro

Lo spagnolo, sempre durante Beyond the grid, ha ammesso che viaggiare per ventiquattro gare a stagione è impegnativo; tuttavia ha aggiunto:

"Raggiungere quota 400 ora è un gran numero. È un modo per dimostrare la mia passione per lo sport e per la F1. Sapere che nessuno ha raggiunto quel numero in passato…forse qualcuno lo farà in futuro, ma non molti, diciamo un gruppo di cinque o 10 al massimo, dimostra solo il mio amore per le corse, per la F1, quanto mi piaccia questo stile di vita, le corse automobilistiche in generale".

Poco importa che Fernando Alonso abbia concluso il GP del Messico 2024 con un ritiro per problemi tecnici legati al raffreddamento dei freni, mentre corre per posizioni lontane dai primi posti. Nando c'è, comunque vada: in fondo cosa possiamo dire al pilota che ha telefonato ad Adrian Newey per convincerlo al salto in Aston Martin e che comunque ha lanciato una candidatura per la Red Bull nel 2025?

L'asturiano ha le carte in regola per arrivare a quota cinquecento GP corsi e ha solo un problema all'orizzonte che potrebbe scombinare i suoi piani: il tempo che passa, che lo mette sempre di più all'angolo nei negoziati relativi ai contratti. Se quel giorno riuscisse a “mettersi da parte” piuttosto che “farsi mettere da parte”, sicuramente chiuderebbe in maniera gloriosa una carriera incredibile. Noi, nel frattempo, lo aspettiamo per festeggiare il GP numero 500: in fondo, con i calendari attuali, servirebbero solo quattro anni.

Luca Colombo