Italiani in F1 | Eugenio Castellotti, l'erede mancato di Alberto Ascari
Eugenio Castellotti nasce il 10 ottobre 1930 a Lodi da una famiglia di ricchi proprietari terrieri. Il padre era appassionato di auto da corse, ma non voleva che il figlio diventasse un pilota: infatti, Eugenio avrebbe dovuto aspettare fino alla morte del genitore, avvenuta nel 1950, per cominciare la sua carriera.
Il debutto nel mondo delle corse arriva solamente il 1° aprile del 1951 con la scuderia Marzotto, ma non è per nulla un inizio fortunato visto che non conclude la gara a causa di un ritiro. Nello stesso anno partecipa per la prima volta alle Mille Miglia insieme al copilota Rota, ma ottiene solamente il cinquantesimo posto assoluto.
Castellotti saprà rifarsi nell’anno successivo, in cui riuscirà ad ottenere le sue prime importanti vittorie come pilota: ottiene il primo posto di categoria nella Coppa di Sicilia, trionfando nella Coppa d’Oro di Siracusa dopo un duro confronto con Sighinolfi. Ottiene anche il primo successo a livello europeo con la vittoria nel Gran Premio del Portogallo. Passa quindi dalla scuderia Marzotto a quella Guastalla, ritornando ancora una volta alla Mille Miglia dove riesce a tenere il passo del vincitore di quell’anno Kling, su Mercedes, prima di accontentarsi del secondo posto. Questo risultato gli vale l'interesse della Lancia e la possibilità di firmare un contratto per la stagione successiva anche grazie al forte appoggio di Alberto Ascari, conosciuto in occasione del Gran Premio d'Italia a Monza nel 1952, di cui divenne grandissimo amico.
Con la Lancia partecipa nel 1953 alla Carrera Panamericana, arrivando terzo dietro a Juan Manuel Fangio e Piero Taruffi, e alle 10 Ore di Messina in cui trionfa, certificando ancora di più il suo status di pilota veloce e consistente. Per l'anno seguente, la casa torinese lo inserisce nel programma dedicato al suo debutto in Formula 1, ma una lunghissima tempistica di sviluppo e produzione della monoposto fanno posticipare il tutto alla stagione seguente.
Il 1955 è un anno davvero tragico per Castellotti dal punto di vista umano. Pochi giorni dopo aver ottenuto il suo primo podio in carriera, a Montecarlo, il pilota milanese si trova a Monza per testare una Ferrari 750 sul tracciato brianzolo quando Ascari, ripresosi dall'incidente che lo aveva visto coinvolto proprio nel Principato, chiede all'amico la possibiltà di provare la vettura per qualche giro. Il due volte campione del mondo perde però il controllo della vettura, perdendo la vita nella curva che tutt'oggi porta il suo nome.
Dopo la tragedia, Castellotti riesce a correre con la Lancia DS50 il Gran Premio del Belgio ottenendo la sua prima e unica pole position della carriera e su una pista che non conosceva, ritirandosi però in gara. Negli appuntamenti successivi, dopo essere passato alla Ferrari, ottiene un quinto posto in Olanda ed un sesto in Gran Bretagna, chiudendo il campionato in terza posizione dietro Fangio e Taruffi.
L’anno 1956 vede Castellotti ottenere importanti successi come la vittoria alla 12 ore di Sebring e la vittoria assoluta nella Mille Miglia mentre in Formula 1, dopo il quarto posto a Montecarlo, perde la possibiltà di vincere la sua prima gara in Francia, dove per un ordine di scuderia deve cedere la posizione al compagno di squadra Peter Collins, meglio piazzato di lui nella corsa al titolo. Sarà l'ultimo podio per Castellotti, che terminerà la stagione al sesto posto della classifica piloti.
La stagione seguente non inizia sotto i migliori auspici dal punto di vista sportivo, visto che Castellotti si ritira nel Gran Premio d'Argentina, ma dal punto di vista personale per il pilota è un bel momento visto l'inizio della sua relazione con Delia Scala, ballerina di successo dell'epoca. E proprio in occasione di una festa organizzata a Firenze per la fidanzata, a Castellotti arriva la chiamata di Enzo Ferrari che gli ordina di recarsi sul circuito di Modena per provare la Ferrari 801F1. Senza nessuna possibilità di replica e visibilmente stanco, il pilota si mette in macchina per raggiungere la cittadina emiliana.
Il 14 marzo 1957, senza aver riposato nemmeno qualche ora, Castellotti, sotto gli occhi vigili di Enzo Ferrari, sale in macchina per iniziare il test della vettura: al terzo giro la vita di Eugenio si interromperà nella curva prima del rettilineo delle Tribunette e nello schianto contro il cartellone del Circolo della Biella, locale abitualmente frequentato proprio dal Drake. Uno strano segno del destino...
Si conclude così la carriera e la vita di un ragazzo che, ai soldi e al successo, ha preferito quelle sensazioni e quella adrenalina che solo il mondo delle corse è in grado di regalare.
Chiara Zaffarano