F1 | GP Austria, Mercedes in crisi: le alte temperature mandano in tilt le frecce d’argento!
Ci sono voluti ben nove Gran Premi per scoprire il tallone d’Achille della Mercedes: la combinazione austriaca di altitudine ed elevate temperature hanno mandato in crisi le frecce d’argento come mai prima d’ora! Il nuovo propulsore Step 2, introdotto a Montréal, ha sofferto notevolmente le alte temperature ed entrambi i piloti sono stati costretti a controllare sia le temperature di esercizio che il consumo di carburante.
Per la prima volta dall’inizio della stagione il team anglo-tedesco ha dovuto alzare bandiera bianca: Bottas ha cercato di limitare i danni portando la W10 sul gradino più basso del podio; solamente quinto Hamilton, costretto a cambiare anche l’alettone anteriore rovinato per i troppi passaggi sui cordoli.
La Mercedes è tornata sulla terraferma mostrando il suo primo punto debole: la W10 teme le alte temperature, tanto che entrambi i piloti sono stati costretti ad alzare il piede dal gas in alcuni tratti del circuito di Zeltweg pur di preservare la Power Unit. La combinazione dell’altitudine, i monti dello Spielberg si trovano a più di 700 metri sul livello del mare, e delle alte temperature atmosferiche con punte massime di 35 gradi hanno fatto sciogliere lo strapotere del team della stella come un gelato al sole. Le frecce d’argento sono sembrate delle comprimarie per tutta la gara, lontane parenti del panzer-team che ha distrutto il mondiale di Formula 1 targato 2019. Come se non bastasse il Red Bull Ring è un circuito in cui la farfalla del gas è spalancata per oltre il 70% del giro a discapito anche del consumo.
Per tutti questi motivi i tecnici della stalla hanno deciso di “aprire” la carrozzeria con gli sfoghi vicino la struttura dell’Halo e dell’abitacolo provando ad abbassare le temperature all’interno del cofano motore. Ma ciò non è bastato e in gara i piloti hanno dovuto badare a mantenere costanti e non troppo alte le temperature di esercizio della Power Unit, girando con un passo decisamente più lento. Inoltre il motore sembrava quasi depotenziato, si parla di circa 20 Cv in meno, proprio per cercare di mantenere intatta l’affidabilità.
Come se non bastasse sia Bottas che Hamilton hanno dovuto fare lift-and-cost sui rettilinei, vale a dire alzare il piede dal pedale del gas per cercare di risparmiare benzina. Si vocifera che questa manovra è stata effettuata addirittura per circa 400 metri (vale a dire i tratti più rettilinei del Red Bull Ring) al giro. Al netto di tutti questi problemi le Mercedes pagavano circa 1”5 al giro: un’eternità nei confronti delle altre vetture che volavano sui saliscendi austriaci. Di fatto sia Hamilton che Bottas sono stati impossibilitati a costruire una manovra d’attacco e tantomeno di difesa nei confronti degli altri piloti.
Lo stesso Toto Wolff ha ammesso che erano a conoscenza di questo problema fin da inizio stagione e in questo caso si è preferito preservare l’affidabilità a scapito della prestazione, considerando anche la classifica mondiale e il margine di assoluta sicurezza. Risulta strano però come sia la parte terminale del cofano motore sia rimasta chiusa rispetto alle altre vetture, che hanno utilizzato sfoghi a megafono, e non sia stata adottata la pinna a ciminiera come nelle passate stagioni. Forse tali soluzioni le vedremo con i prossimi pacchetti di aggiornamenti.
Scoperto questo punto debole in Mercedes ora si temono le prossime trasferte, quali Hockenheim e Budapest, per le alte temperature cui si andrà incontro. Ma ricordiamoci che il team campione del mondo ha ribaltato i valori in campo in meno di una settimana durante i due test pre-stagionali e, con ogni probabilità, sta già studiando soluzioni per limitare questa momentanea défaillance.
Michele Montesano