F1 Academy | Susie Wolff contro la FIA: continua il legal drama del 2024
Susie Wolff pare aver intrapreso un'azione legale nei confronti della FIA per quanto riguarda l'indagine di fine 2023
L'amministratore delegato della F1 Academy, Susie Wolff, afferma di aver intrapreso un'azione legale, "presentando una denuncia penale", in relazione alle osservazioni dell'organo di governo della F1, la FIA, datate dicembre dello scorso anno.
Susie Wolff e FIA: riassunto delle puntate precedenti
Facendo un rapido riassunto dei fatti, all'epoca la FIA aveva dichiarato il processo di "esame" su quanto descritto come un reclamo contenente "informazioni di natura confidenziale trasmesse al team principal di un team di F1 da un membro del personale della FOM (Formula One Management, ndr)". La FIA non aveva nominato esplicitamente Susie Wolff (né suo marito Toto Wolff, Team Principal Mercedes F1), ma i media avevano identificato la coppia come parte interessata di questo reclamo.
Entrambi, in particolare Susie, avevano ricevuto immediato supporto pubblico dalla F1 e dalle nove scuderie rivali, con uno statement in cui si negava la creazione di "qualsiasi reclamo riguardante l'accusa" e in cui si sottolineava il sostegno alla F1 Academy e a Susie Wolff nel suo incarico per la Serie. Nel giro di poche ore la FIA aveva voluto indirettamente concludere la questione affermando come "non ci fosse alcuna indagine in corso".
L'azione legale
Sui profili social dell'amministratrice delegata della F1 Academy leggiamo:
"Posso confermare di aver presentato personalmente una denuncia penale presso i tribunali francesi il 4 marzo in relazione alle dichiarazioni rilasciate su di me dalla FIA lo scorso dicembre. Non c’è stata ancora alcuna trasparenza o responsabilità in relazione alla condotta della FIA e del suo personale in questa materia. Sento più che mai che sia importante alzarsi in piedi, denunciare comportamenti impropri e assicurarsi che le persone siano ritenute responsabili. Anche se alcuni potrebbero pensare che il silenzio li assolva dalla responsabilità, le cose non stanno così".
Le speculazioni sulla coppia oggetto di un'indagine da parte del Comitato Etico della FIA, con preoccupazione su possibili conflitti di interessi tra i due, secondo Susie avrebbe trascinato i nomi, soprattutto il suo e la sua carica, nel fango:
"Per due giorni sono state fatte insinuazioni sulla mia integrità in pubblico e attraverso briefing dietro le quinte, ma nessuno della FIA mi ha parlato direttamente".
Toto Wolff aveva dichiarato come l'indagine avesse prodotto "grandi danni", nonostante la rapida risoluzione:
"Non è la prima volta che (Susie, ndr) si trova ad affrontare difficoltà e andrà fino in fondo in ogni tribunale. Se oggi sul web si digita 'Susie Wolff', l'inchiesta esce come prima notizia: il proiettile è uscito dal fucile e non può più rientrare".
Guerra di potere: come…'Avvocati a Los Angeles'
La notizia dell'azione legale di Susie Wolff arriva nello stesso giorno in cui il Comitato Etico della FIA ha annunciato di aver scagionato il presidente Mohammed Ben Sulayem a seguito di un'indagine interna, pare per avere "interferito" in un paio di GP nel 2023.
Per quanto Susie Wolff abbia tutte le ragioni a muoversi legalmente qualora sentisse lesi alcuni suoi diritti, occorre notare come l'azione legale si muova nei contorni di un contesto politico-legale piuttosto burrascoso tra F1, FOM e FIA. Nel 2024 la sensazione è quasi di essere alle prese con una stagione della serie TV "Avvocati a Los Angeles" piuttosto che in un Campionato di F1 con annessi e connessi.
L'affaire Horner, le indagini interne sul Presidente FIA, l'azione legale di Felipe Massa per l'annosa questione del Mondiale 2008 e ora l'azione legale di Susie Wolff per una questione dai contorni piuttosto sfocati. Risulta chiaro che dietro le quinte di tutti questi movimenti (a parte, forse, la questione relativa a Felipe Massa) ci sia una lotta di potere politico-economica, probabilmente legata a quella che sarà la definizione del nuovo (ricco) Patto della Concordia.
Tante domande, poche risposte
Probabilmente capiremo meglio questo magma che ribolle al di sotto della superficie con il tempo che passa. Vale la pena, tuttavia, sottolineare come questo tipo di "azioni" tenga in qualche maniera alta l'attenzione sul prodotto F1, ma sul medio periodo rimane questionabile quali possano essere gli effetti nei confronti del pubblico e, soprattutto, degli sponsor che stanno dietro al carrozzone del Circus.
Oggettivamente, nell'azione di Susie Wolff non si capisce fino a che punto si possa costituire un "movimento" per diffamazione o calunnia, viste le premesse. In generale, guardando alla questione in oggetto relativa alla coppia, varrebbe la pena chiedersi fino a che punto possa esserci un conflitto di interessi tra una scuderia di F1 e una Serie a livello della F4 che ha un'impronta blanda nella scalata dei piloti verso il Circus.
In tutta onestà vorremmo parlare di attività in pista, piuttosto che nei Tribunali. Il punto è che se dovessimo farlo per la F1, dovremmo parlare di una situazione sportiva stagnante e poco interessante. Così come per la F1 Academy, dove dovremmo notare che quella "innegabile aria di eccitazione" per il campionato prospettata da formula1.com non esiste affatto, e come la Serie nella prima gara a Jeddah abbia presentato un contenuto sportivo di basso livello, in cui varrebbe la pena chiedere su quali meriti si trovino in pista la maggior parte delle protagoniste impegnate nel campionato.
Abbiamo la sensazione di trovarci davanti ad una di quelle situazioni da…Wrestling, in cui il lottatore di turno sale sul ring, fa la sua arringa e poi incominciano "le botte". Il problema è che nel nostro caso, quello del motorsport, nessuno sta salendo sul ring a tirare una "sediata" sulle spalle dell'avversario per dare il via al contenuto sportivo. La domanda è: da casa vogliamo davvero vivere una F1 (con annessi e connessi) totalmente scevra dal contenuto sportivo? Fino a quando i fans saranno in grado di sopportare questo avvilente teatrino delle parti? Siamo prossimi ad un punto di rottura e non ritorno? Ai posteri l'ardua sentenza.
Luca Colombo