Helmut Marko in divisa Red Bull
Credits: Red Bull Content Pool

Quando parla, Helmut Marko fa sempre notizia. Il superconsulente Red Bull è uno che certamente non le manda a dire, e quando rilascia dichiarazioni, specialmente a canali ed emittenti “amiche”, lo fa lanciando messaggi al proprio bersaglio del momento. In questi giorni, per esempio, si è concesso a una intervista alla televisione austriaca ORF, in cui ha fatto alcune dichiarazioni a proposito del passato del team, ma anche, e forse soprattutto, sul futuro. 

La morte di Mateschitz e la riorganizzazione che ha allontanato Newey

Tra i vari argomenti toccati, c’è stato ovviamente l’addio di Adrian Newey. La separazione dal progettista inglese, inutile negarlo, ha lasciato e lascerà strascichi importanti all’interno del team, sul lato tecnico ma non solo. La decisione, da parte dell’inglese, di lascare Red Bull avrebbe iniziato la propria maturazione in seguito alla riorganizzazione seguita alla morte di Dieter Mateschitz, patron e fondatore del team (oltre che dell’azienda, ovviamente), avvenuta il 22 ottobre 2022. Almeno questo è il parere di Helmut Marko che, lo sappiamo, nel corso dell’inverno è stato parte in causa importante nella querelle che ha coinvolto Christian Horner, e che è servita per nascondere una lotta di potere interna in cui, francamente, si fatica a comprendere fino in fondo chi ne sia uscito realmente vincitore. 

Con Mateschitz le decisioni venivano prese nel minor tempo possibile. Era un imprenditore carismatico con una visione e con una volontà di correre rischi per la squadra corse. In seguito alla sua morte l’azienda è stata riorganizzata in maniera differente. L’assenza di una personalità e di una figura del genere non poteva essere sostituita da un solo individuo. Soprattutto nel caso di Newey, penso che questo sia il motivo che l’abbia portato a intraprendere una nuova sfida.

Ora, che la morte di un personaggio come Mateschitz avrebbe portato ad uno sconvolgimento interno alla Red Bull era ampiamente prevedibile. Quello che è successo in inverno, con la parte austriaca del management contrapposta quella tailandese, è l’emblema di una lotta di potere che ha visto protagonisti anche gli stessi Marko e Horner. Questo potrebbe avere avuto una certa influenza sulla decisione di Newey, chiaro, ma non solo. La diaspora di tecnici di primo piano in Red Bull non si è arrestata, e tante dinamiche anche a proposito dei piloti non sono chiare, almeno in ottica futura. 

Academy al primo posto per il futuro

Credits: Red Bull Content Pool
Marko, Horner e Verstappne: fino a quando durerà il trio delle meraviglie Red Bull?

La stagione 2024 è stata veramente complessa dal punto di vista dei piloti di casa Red Bull. Il rinnovo biennale (in realtà un anno più opzione per il successivo) concesso a Sergio Perez non ha certamente convinto nessuno, e le prestazioni successive dello stesso messicano hanno contribuito ad aumentare la sensazione che nella prossima stagione sarà quantomeno difficile rivederlo al via. Di certo, non è quello che vorrebbe Helmut Marko. 

Mi auguro idealmente che Max sia alla Red Bull nel 2025, e idealmente con qualcuno del nostro programma junior.

Poche parole, ma ben chiare, non c’è che dire. Che d’altronde, però, confermano la politica iper-aggressiva da sempre utilizzata dal team nei confronti dei propri piloti. In realtà, è lo stesso Perez a rappresentare l’anomalia se vogliamo: mai in passato un pilota aveva resistito così tanto senza portare risultati apprezzabili. Chiedere per conferma ai vari Gasly, Kvyat, Albon, solo per citarne alcuni. Certo, le sponsorizzazioni messicane e il grande appeal che Checo ha tutt’oggi nel paese natìo rappresentano una spinta importante. 

Ma la musica sembra essere cambiata, e Marko sa che è giunto il momento per Christian Horner di prendere una decisione per il futuro. E per questo ha deciso di iniziare a fare pressing a proprio modo: parlando a suocera perché nuora intenda, potremmo dire. Chi potrebbe essere il prescelto dell’Academy? Ad oggi, l’indiziato numero uno parrebbe essere Liam Lawson, che avrà sei gare per convincere i vertici di essere la scelta giusta. Yuki Tsunoda, francamente, non sembrerebbe essere la prima scelta, così come Daniel Ricciardo, appiedato proprio per lasciare posto al Kiwi. 

Non sono dunque poi tante le scelte che rimangono sul tavolo dei vertici Red Bull, e Marko ha voluto, con questa sua “uscita”, andare a mettere ulteriore pressione su chi deve prendere la decisione finale. Che, lo ricordiamo, ha rappresentato (o rappresenta ancora?) la parte avversa dell’austriaco nella battaglia interna che, ribadiamolo, e ben lontana dall’essere terminata. Difficile che Perez venga “tagliato” prima della gara in Messico, ma è ormai chiaro come la sua avventura in Red Bull (e forse nel Circus) sia ormai giunta al termine. Il suo sostituto, molto probabilmente, sarà scelto tra i candidati della Red Bull Academy; per il sostituto di Verstappen, invece, potrebbe essere un’altra storia, ma staremo a vedere. 

Nicola Saglia