Max Verstappen non le ha mandate a dire ai rivali.
Credits: Red Bull Content Pool

Il Gran Premio F1 degli Stati Uniti è stato uno di quelli destinati a far discutere a lungo. In parte per la grande vittoria di Charles Leclerc con annessa doppietta Ferrari, ma soprattutto per il duello tra Verstappen e Norris, con l’olandese uscito vincitore da ben due confronti diretti. Nel dopo gara, non potevano mancare le dichiarazioni di entrambi i piloti, con Max che non ha mancato di pungere sul vivo gli uomini della McLaren, dopo che nei giorni prima della gara era stato Helmut Marko ad accendere gli animi con dichiarazioni al limite della denuncia nei confronti di Norris. 

Norris: “La poca coerenza nelle decisioni è frustrante”

Credits: McLaren Official X page

Lando Norris si aspettava senza dubbio di vivere una gara totalmente diversa da quanto poi è realmente avvenuto. L’inglese sente di avere ben poco da rimproverare a sé stesso e al team McLaren, e di avere comunque dato il massimo in tutto il weekend. Per quanto riguarda gli episodi contestati, il pilota di Bristol non ha puntato tanto l’indice sulle decisioni prese dai commissari, quanto più che altro sulla totale mancanza di univocità nel corso della stagione. Difficile dargli torto, sia chiaro; la turnazione degli stewards nei vari eventi ha sicuramente questo come effetto principale.

È dura, ci sono diverse alterazioni delle cose. È un lavoro difficile gestire questo tipo di situazioni. Per me il punto è che non è corretto quello che ha fatto Max, cioè difendere la sua posizione uscendo di pista, e mantenendo effettivamente la sua posizione. È uscito di pista difendendosi, e ha difeso troppo e ha commesso un errore, e quindi ha guadagnato da questo. Allo stesso tempo, a causa di ciò, io ho dovuto allargare e uscire di pista. È impossibile per le persone sapere se ce l’avessi fatta in pista o se non ci sono riuscito. Non puoi gestire questo genere di cose. Queste adesso sono le regole. Sembra che stiano cambiando però, perché mi sembra che sia abbastanza incoerente con quello che è successo in Austria, dove Max non ha ricevuto una penalità ed è uscito di pista, guadagnando un vantaggio. C'è di nuovo incoerenza, ed è dura da comprendere. Per me, è solo una decisione affrettata. Non sentono o capiscono i nostri punti, cosa che dovrebbero fare dopo la gara. Vogliono solo prendere una decisione in quel momento.

Max pungente si tiene stretto il risultato

Non poteva mancare la replica di Max Verstappen, che ha posto l’accento su come Norris sia uscito di pista per portare a compimento il proprio attacco, meritandosi quindi la penalizzazione di cinque secondi. L’episodio, va detto, è arrivato al culmine di un weekend comunque carico di tensione, in cui Red Bull è finita per l’ennesima volta nell’occhio del ciclone a causa della scoperta del sistema atto alla variazione dell’altezza del pattino inferiore in parco chiuso. Tutto questo, anche se la FIA non ha in pratica preso provvedimenti per mancanza di prove, ha un peso specifico enorme, ed è chiaro che poi ogni episodio viene amplificato a seconda di come si conclude. 

Ultimamente si lamentano molto, ma è scritto chiaro nel regolamento. Al di fuori della linea bianca, non è possibile passare. Anche io sono stato penalizzato per questo in passato. Penso che sia abbastanza chiaro: non puoi sorpassare al di fuori della linea bianca. Voglio dire, sono stato estromesso dal podio per questo qui, credo, nel 2017. Sono rimasto calmo, ho cercato di fare del mio meglio per portare la macchina alla fine perché non era facile con le gomme e la situazione in cui mi trovavo. Nel complesso, mi è comunque piaciuta molto la battaglia che abbiamo fatto.

Cara, vecchia sabbia…

Ora, una cosa va detta. L’interpretazione di questo tipo di episodi è sempre complicata; chi era davanti al punto di corda, chi ha allargato, chi ha tenuto giù il piede, chi non ha girato il volante… Si entra veramente in un labirinto da cui uscire sta diventando troppo complicato. Ha ragione poi Norris, quando dice che manca una certa dose di coerenza nelle decisioni degli stewards; come detto, però, questo è dato soprattutto dal fatto che essi cambiano di gara in gara, e quindi diventa complicato mantenere una linea comune. Tra l’altro, l’episodio in questione non è stato l’unico: in precedenza anche Russell era stato penalizzato per avere mantenuto la posizione uscendo largo in quel punto, all’uscita di curva 12. In entrambi i casi, è stato in pratica penalizzato colui che è uscito davanti.

Tutto questo si è andato a sommare, ancora una volta, all’ennesima sarabanda di track limits francamente inconcepibili che in qualifica hanno tolto più di un tempo. E allora, ancora una volta, facciamo appello a quel briciolo di buon senso che forse è rimasto nelle menti di qualcuno nella Federazione. Lo volete capire, cari signori, che l’unico modo per mettere a tacere polemiche sterili e inutili, buone solo per Netflix, e rimettere lo sport e la F1 al centro è posizionare ghiaia e erba intorno alla pista? A Monza, alla Parabolica, e in altri punti, si è già provveduto, con una specie di ritorno al passato che ha portato solo benefici. Che ne direste, ora, di fare altrettanto un po’ ovunque?

Nicola Saglia