Il caso Andretti si ingrossa, e LM non ci fa una bella figura.
Credits: Andretti Global Official website

Il caso relativo al “gran rifiuto” di team e Liberty Media nei confronti dell’ingresso del Circus del team Andretti Global continua a fare rumore, e sembra destinato a tenere banco ancora a lungo. In questi giorni sono filtrate parecchie indiscrezioni secondo le quali sarebbe stata trovata dalle autorità competenti una chat con materiale compromettente nei confronti del promoter F1. Allo stesso tempo, pare che la stessa scuderia americana non se ne stia proprio con le mani in mano, ma stia già iniziando a costruire il telaio per la stagione 2026. 

Chat “pericolose” e compromettenti

Chiunque sia appassionato di serie crime lo sa benissimo: un bravo investigatore ci mette poco a scovare prove o indizi di reati tra le chat dei vari dispositivi. E pare che sia proprio questo quello che è successo in questi giorni in America in merito al “caso Andretti”. In pratica, in agosto il Dipartimento di Giustizia del Governo degli Stati Uniti aveva annunciato di avere aperto una vera e propria indagine antitrust in merito alla gestione della richiesta, da parte di Andretti Global, di entrare in F1. Un’inchiesta nata dopo che, a Miami, Michael e Mario Andretti si erano incontrati con Stefano Domenicali e Greg Maffei, CEO di Liberty Media, il quale avrebbe affermato di voler fare tutto il possibile perché la realtà americana stesse fuori dal Circus. 

Credits: Red Bull content pool

Se così stessero le cose, sarebbe evidente che Liberty Media (e con essa i team che la hanno fortemente appoggiata) avrebbe agito in maniera del tutto arbitraria e contraria ad ogni principio sportivo, morale e di mercato. Ecco appunto da dove nasce l’inchiesta di cui si parlava in precedenza. Negli ultimi giorni, il sito web tedesco F1-insider.com ha poi sganciato un’ulteriore bomba, riguardante appunto le chat Whatsapp tra Liberty e team. In pratica, la commissione di inchiesta avrebbe raccolto i messaggi contenuti in questa chat, che proverebbero la presenza di una sorta di trust, o comunque di un accordo totalmente illegale per chiudere le porte ad Andretti. 

Ora, al di là della veridicità di queste informazioni, è evidente che si sia giocato sporco nei confronti di Andretti. Domenicali, Liberty e tutti i team principal (chi più, chi meno) escludendo l’ingresso di una undicesima squadra sono andati contro ogni principio ed etica sportiva, ma questo, francamente, non può stupirci, con tutto quello che vediamo nel mondo dello sport e non solo. Ma se davvero esistessero chat incriminanti, beh, allora saremmo di fronte ad una delle maggiori… stupidaggini (per essere soft) mai fatte. Sarebbe veramente come lasciare la propria firma su un crimine commesso: un’ingenuità di dimensioni colossali. Certo, la supponenza e la vanagloria di chi occupa le posizioni di comando in F1 potrebbe anche portare a commettere tali leggerezze in tranquillità, ma, si sa, se ci si mette di mezzo una commissione d’inchiesta di quel genere, è difficile sapere come poi andrà a finire. 

E se Andretti fosse comunque al lavoro?

Ma c’è qualcos’altro che sembra muoversi, nei giorni in cui lo stesso Michael Andretti ha fatto un passo di lato lasciando la presidenza del gruppo a Dan Towriss. Pare infatti che il team stia già procedendo allo sviluppo e alla costruzione di un telaio secondo i regolamenti 2026, in barba a tutti i dinieghi ricevuti. Trattandosi ora di semplici “spifferi”, occorre andarci cauti con le elucubrazioni. Ma viene da chiedersi se tra l’inchiesta, la rinuncia di Michael e queste voci non ci sia qualcuno che sta in qualche modo agendo per trovare una via d’uscita onorevole per tutte le parti in causa. È noto, infatti, come fosse proprio la famiglia Andretti ad essere poco “simpatica” (vai a capire perché) al management americano, e un nuovo volto a capo della struttura potrebbe essere una sorta di grimaldello per scardinare quella porta chiusa. Con i team, invece, il discorso potrebbe essere più complicato, perché si tratterebbe di andare a parlare di soldi e fette di torta che si farebbero inevitabilmente più piccole, cosa non certo ben vista in un’epoca in cui il motorsport di un certo livello è prima di tutto un investimento che con lo sport ha poco o nulla a che fare.

E poi, sempre prendendo con le pinze le voci che circolano, a questo punto Andretti si troverebbe clamorosamente ad avere un “vantaggio” sulle altre squadre. Questi, infatti, non potranno iniziare a lavorare sui telai 2026 fino a gennaio 2025, mentre la squadra americana si troverebbe in vantaggio di alcuni mesi. Da sottolineare, però, che le specifiche tecniche al momento paiono essere ancora molto fumose, e i dati precisi arriveranno proprio a gennaio. 

Insomma, c’è di che essere preoccupati da entrambe le parti, ma una cosa è certa: si tratta di uno dei punti più bassi toccati nel mondo del motorsport. Anche se qui, ormai, di “sport”, pare esserne rimasto ben poco…

Nicola Saglia