F1 | Guenther Steiner fuori: cosa succede in Haas?
Le prime settimane di gennaio ancora una volta vedono quello che i milanesi chiamano "rebelòt" nei piani alti di una scuderia: come ai tempi della fuoriuscita di Maurizio Arrivabene dalla Ferrari, Guenther Steiner lascia improvvisamente la Haas, proiettando dietro la decisione una serie di domande e questioni aperte sulla situazione e il futuro della scuderia americana in F1.
Divergenze
Durante la mattinata del giorno che ha visto l'uscita di Steiner, aveva fatto capolino la voce riportata da Motorsport.com secondo la quale Simone Resta, valido tecnico italiano in forza alla Haas, avrebbe lasciato la scuderia americana. I rumors parlavano di una frattura nella visione relativa alla gestione tecnica del progetto 2023 con il proprietario della scuderia, Gene Haas. Quasi all'ora di cena, invece, arriva il colpo di scena: la fuoriuscita, ufficiale, riguarda Guenther Steiner con una motivazione sullo sfondo, nemmeno troppo difficile da interpretare tra le righe dei comunicati, proprio inerente ad una divergenza di vedute con Gene Haas.
Personificazione della scuderia
Steiner ha rappresentato in tutti questi anni la Haas. Nonostante i risultati poco interessanti raccolti dalla scuderia, Guenther era la Haas. L'altoatesino ha gestito una scuderia con un modello di business molto ardito e quantomeno traballante, che rappresenta un caso unico nel Circus. Haas F1 è un assemblatore puro con un outsourcing praticamente a tappeto sugli aspetti chiave tecnici (e non solo) della scuderia.
Guenther ha traghettato la Haas in un mare di certo non tranquillo, passando attraverso la sponsorizzazione Rich Energy, la questione Uralkali e la gestione difficoltosa dei piloti. La coppia Romain Grosjean - Kevin Magnussen ha sicuramente sdoganato la sua figura nel mondo della parodia internettiana legata a "Drive to Survive". Le gestioni prima di Nikita Mazepin e poi di Mick Schumacher, su diversi livelli, hanno invece segnato delle tappe decisionali da non sottovalutare.
Il maggiore contributo alla causa del periodo Steiner va trovato nella gestione della scuderia durante la pandemia da Covid-19. Il team, seriamente candidato alla dissoluzione proprio per il modello finanziario, ne è uscito a galla, ma con problemi diventati ogni giorno più cronici ed evidenti.
Disinteresse
Quanto ha contribuito nei risultati raccolti dalla scuderia una proprietà disinteressata ad un maggiore investimento nel Circus? Quanto fa male una distribuzione dei premi FOM che abbassa l'asticella del risultato finale, consentendo la sopravvivenza di una scuderia che non investe, senza spinte provenienti dal brand che porta in pista, e non ha stimoli a raccogliere risultati migliori?
Nelle dichiarazioni rilasciate da Gene Haas, troviamo l'indicazione di un cambio di marcia necessariamente legato ad una maggiore efficienza interna. Possiamo quindi dire che Haas continuerà con i rubinetti degli investimenti chiusi, cercando il bandolo della matassa nel miglioramento dell'efficienza di una struttura tecnico-organizzativa distribuita in tre sedi (Kannapolis, Banbury e Maranello) che sembrano sottodimensionate per il cimento richiesto dal Circus.
Quale futuro?
In ogni caso, come in tutti i cambi di vertice, Ayao Komatsu (subentrato a Steiner) porterà la sua corte dei miracoli nelle posizioni chiave e la propria visione nelle scelte della squadra. Chiaramente la Haas non è la Ferrari, quindi le dinamiche aziendali hanno un peso e un corso diverso. Di sicuro non potrà peggiorare l'ultimo posto nel Costruttori raccolto nel 2023. D'altro canto, però, l'avere sposato nelle intenzioni la visione di Gene Haas comporta due possibili scenari.
Il primo vede una Haas che migliora effettivamente l'efficacia e l'efficienza dei propri processi interni. Questo si traduce in una crescita anche nelle prestazioni e risultati in pista. Il secondo vede una Haas sulla strada di una smobilitazione controllata, che lascia la porta aperta all'acquisizione da parte di una terza parte esterna. Magari quell'Andretti Autosport per cui Guenther Steiner durante il 2023 aveva mostrato i muscoli con una forte opposizione all'ingresso nel Circus. Nella F1 può succedere di tutto e il secondo scenario, paradossalmente, ha una realizzazione più facile del primo.
Luca Colombo