F1 | Perché chiudere sotto Safety Car a Monza è stato corretto
È terminato con l’amaro in bocca il Gran Premio d’Italia a Monza. La Safety Car chiamata al 48° giro per il ritiro di Ricciardo non ha accontentato nessuno, se non Max Verstappen. Con gli ultimi 6 giri disputati con la vettura di sicurezza in pista, comprensibile è il malumore del pubblico che si è espresso negativamente per vedersi negato un finale sprint. FIA colpevole agli occhi dei tifosi, ma che, regole alla mano, ha seguito alla lettera quanto scritto nel regolamento sportivo.
L’ACCADUTO
Nel corso del giro 47, Ricciardo ha dovuto fermare la sua McLaren per un problema tra le due curve di Lesmo. Un punto che, nella sua parte interna, non prevede grosse vie di fuga e Ricciardo è fermo a una cinquantina di metri da una piazzola di sosta. Necessario è quindi l’intervento della Safety Car, chiamato dalla direzione gara con un po’ di (colpevole) ritardo. La doppia bandiera gialla non poteva bastare, infatti, data la necessità di portare in pista una gru. La SC entra in pista davanti alla vettura di George Russell, in quel momento terzo. Per fare in modo che il leader della gara Verstappen si unisse al gruppo di vetture dietro al vettura di sicurezza ci sono voluti due giri.
Questo perché la SC, al momento dell’uscita, si trovava a mezzo giro di distanza da Verstappen e Max doveva – per regolamento – rispettare i delta time mentre la SC poteva imporre il suo passo. Russell, sempre per regolamento, non poteva superare la Safety Car data la presenza di gru e commissari in pista. Solo alla fine del giro 51, quando la pista è stata liberata, Russell e il gruppo davanti a Verstappen hanno ricevuto l’ok a superare la Safety Car. Ma, con poco meno di due giri da disputare, i tempi per una ripartenza sprint non c’erano e la gara è terminata sotto SC.
COSA DICE IL REGOLAMENTO
A livello regolamentare, la FIA – nella fattispecie, rappresentata da Niels Wittich a Monza – ha applicato il tutto in maniera corretta. L’articolo 55.6 del regolamento, infatti, dice: “La Safety Car entrerà in pista con le luci arancioni accese e lo farà al di là di dove si trova il leader”. È chiaro che – se il regolamento prevede ciò – l’errore della FIA è stato duplice. In primis nel tempismo dell’uscita: era chiaro, vista la posizione, che sarebbe stato necessario l’intervento di una gru (che non può intervenire se non sotto SC) e il minuto di attesa è stato inopportuno.
Ciò ha portato al secondo errore. Un ingresso immediato avrebbe consentito alla SC di ritrovarsi davanti a Verstappen e quindi al leader della gara che invece, nel momento di stop di Ricciardo, stava per superare il traguardo per iniziare il giro 48. Con un ingresso “ritardato”, Verstappen si trovava prima dell’Ascari e dovendo rispettare i delta time (aggiungendo anche la sosta), ci sono voluti due giri prima di riprendere il gruppo.
Corretto anche il proseguimento del regime di Safety Car. Russell, prima vettura dietro la SC, non poteva superare perché le condizioni di pista (presenza della gru e dei commissari sul tracciato) non lo permettevano. Solo dopo l’ok di direzione gara e Safety Car, Russell ha potuto superare, così come scritto all’articolo 55.8.A: “Con l’eccezione dei casi dalla A all’H, nessuno può passare un’altra vettura in pista, inclusa la SC. Le eccezioni sono: A. Se viene segnalato a un pilota, dalla Safety Car, il permesso di poterlo fare [...]”.
Solo alla fine del 51° giro è arrivato l’ok sia perché finalmente Verstappen aveva raggiunto il gruppo dietro la SC sia perché le condizioni lo potevano permettere. Con due giri mancanti, un restart era impossibile dato che, come recita l’articolo 55.10: “Con l’eccezione dell’articolo 55.12, la SC dovrebbe essere usata almeno fino a quando il leader non si trova dietro di lei e tutte le vetture sono allineate dietro di lui”. E tutte le vetture si sono accodate solo a poche curve dalla fine. Tenendo conto che non è stato possibile permettere di sdoppiarsi alle vetture doppiate, la procedura è stata sicuramente molto lenta e macchinosa.
LA ROSSA POTEVA ESSERE LA SOLUZIONE?
Anche chi vi scrive pensava che la bandiera rossa potesse essere la soluzione ideale. Non è esattamente così, ma dipende da come si interpreta la gru che affronta in retromarcia il rientro nella sua piazzola con la vettura di Ricciardo. L’articolo 57.1 dice che: “Se i piloti o gli ufficiali di pista sono in una posizione di immediato pericolo fisico dalle vetture che sono in pista, e il direttore di gara ritiene che le circostanze siano tali che la pista non sia sicura anche dietro la SC, la sessione sprint o la gara verranno sospesi”.
In questo caso la FIA non ha optato per la bandiera rossa semplicemente perché non ha ritenuto che ci fosse un pericolo. Punto ribadito anche tramite un portavoce dopo il GP. “Sebbene sia stato fatto ogni sforzo per recuperare rapidamente l'auto n. 3 e riprendere la corsa, la situazione è andata avanti e i commissari non sono stati in grado di mettere l'auto in folle e spingerla nella via di fuga", ha detto il portavoce. "Poiché la sicurezza dell'operazione di recupero è la nostra unica priorità e l'incidente non è stato sufficientemente significativo da richiedere la bandiera rossa, la gara si è conclusa in safety car seguendo le procedure concordate tra la FIA e tutti i concorrenti. Il cronometraggio del periodo di safety car all'interno di una gara non ha alcuna influenza su questa procedura”.
La bandiera rossa è una soluzione che negli ultimi anni è stata adottata per incentivare lo spettacolo e il pubblico ormai è abituato a vederla. Tant'è che è la prima volta da Bahrain 2020 che una gara termina sotto Safety Car. Così come oggi, ed è la prima volta dal 2009 che succede a Monza. E tutto sommato la decisione è stata corretta.
BINOTTO: “LA FIA HA DORMITO”. WOLFF: “SEGUITE LE REGOLE”
Ovviamente una decisione simile ha portato con sé pareri contrastanti. A Sky Sports F1 Christian Horner ha dichiarato che il tempo per correre c’era: “Non vogliamo vincere sotto SC, ne abbiamo parlato per anni. C’era il tempo per riprendere la gara”. Mattia Binotto ha puntato il dito contro la FIA rea di aver “dormito”. “Non sappiamo come sarebbe finita, è un peccato”, ha detto a Sky Sport a caldo. “Dopo Abu Dhabi si era parlato di velocizzare le procedure e di far partire la gara al più presto e oggi c’erano le condizioni. Al di là del rilascio in quella posizione, non capiamo perché poi a quel punto abbiano aspettato così tanto a fare in modo che le vetture tra la SC e Max potessero riaccordarsi. Oggi è una dormita della FIA, hanno cambiato molto ma non sono ancora all’altezza di queste operazioni”.
Leclerc 2° a Monza: per Binotto, sulla SC la FIA ha "dormito". Fonte: TW/@ScuderiaFerrari[/caption]A differenza dei colleghi, il team principal della Mercedes Toto Wolff difende la FIA per la corretta applicazione del regolamento. “La FIA ha fatto tutto bene. Ci sono delle regole che dicono che quando c’è qualcosa sul circuito, come gru o marshall, non si può superare perché non si possono lasciare i piloti superare se c’è qualcuno sulla pista. Se la gara sta finendo, la regola dice che si finisce sotto SC. È quello che si vuole vedere? Chiaramente no, ma le regole sono state seguite alla lettera. Poi se si vogliono cambiare le regole, cambiamole, io sono a favore”, ha detto il manager austriaco sempre a Sky Sport.
Wolff poi, interrogato sul tema, fa un paragone con Abu Dhabi 2021 dove il controverso finale ha portato alla sconfitta Mercedes. “Quello che è successo oggi è quello che sarebbe dovuto succedere ad Abu Dhabi, la mia opinione non deriva dal fatto che ne sono rimasto traumatizzato. Il punto è che ci sono delle regole e non si può improvvisare. Oggi la FIA ha seguito per filo e per segno il regolamento. La bandiera rossa si mette se qualcuno si fa male e se la pista è bloccata. Oggi non è successa nessuna di queste cose e non c’era motivo per esporla. Le chiacchiere sull’errore della FIA sono sbagliate”.
Mattia Fundarò