Fittipaldi, Emerson
Emerson Fittipaldi nasce il 12 dicembre 1946 a San Paolo del Brasile. All'età di 14 anni, "Emmo" inizia a correre in moto, cimentandosi da quella di 16 anche in competizioni a bordo di hovercraft. Un giorno, suo fratello maggiore Wilson (il quale partecipava anch'egli a queste gare) approccia male un'onda a circa 110 km/h atterrando a testa in giù: è l'occasione che porta entrambi alla decisione di non voler più gareggiare con aliscafi da corsa, trasferendosi nel mondo dei kart. La coppia però ben presto si cimenta in gare di Formula Vee, dopo aver raccolto il budget necessario dapprima costituendo un piccolo negozio di memorabilia legato al mondo dei motori e successivamente costruendo kart, con tanto di propria scuderia a gestione familiare. Nella sua seconda stagione in monoposto, Emerson conquista il titolo brasiliano di Formula Vee a 21 anni. Parte per l'Europa nel 1969, con l'ambizione di convincere gli addetti ai lavori del proprio talento in soli tre mesi. Dopo alcuni podi e la prima vittoria in Formula Ford, Fittipaldi viene addestrato e successivamente ingaggiato dal team di F.3 della Jim Russell Driving School. Di lì in poi il passo verso la Formula 1 è breve. Nel 1970 debutta nel Gran Premio di Gran Bretagna con la Lotus giungendo ottavo, mentre nella gara successiva in Germania con il quarto posto ottiene i suoi primi punti iridati. Dopo la morte di Rindt nelle prove del Gran Premio d'Italia, Fittipaldi si ritrova leader del team: dopo aver saltato per lutto le due prove successive, vince il Gran Premio degli Stati Uniti, alla propria quarta presenza in una gara di Formula 1. Nel 1971 arriva secondo in Austria, terzo in Francia e in Gran Bretagna e quinto a Montecarlo, concludendo la stagione al sesto posto in classifica. L’anno successivo, sempre al volante della Lotus 72D, conquista la vittoria in Argentina, Brasile, Spagna e Italia, arriva secondo in Sud Africa e Belgio e sesto in Germania e Stati Uniti; grazie a questi risultati vince il suo primo titolo mondiale all'età di 25 anni, il più giovane di sempre a quell'epoca. Nel 1973 arriva primo in Brasile, Belgio e Canada, secondo in Montecarlo, Italia e Canada, terzo in Sud Africa e Belgio e sesto in Germania e Stati Uniti, ma si deve accontentare della piazza d'onore in classifica alle spalle di Stewart. Ma le tensioni accumulate in stagione, culminate nell'episodio di Monza dove il boss del team, Colin Chapman, si rifiuta di ordinare a Peterson di lasciar passare il brasiliano, lo convincono a cambiare aria. L’anno successivo passa alla McLaren: con la vettura progettata da Gordon Coppuck vince in Brasile, Belgio e Canada, è secondo in Gran Bretagna e Italia, terzo in Spagna e Olanda, quarto in Svezia e Stati Uniti e quinto a Montecarlo. Vince il titolo mondiale con 55 punti. Nel 1975 conquista il successo in Argentina e a Silverstone, ma nulla può contro lo strapotere del duo Ferrari-Lauda. Al termine della stagione decide inaspettatamente di unirsi all'avventura lanciata dal fratello Wilson un anno prima, ovvero quello di fondare un team tutto brasiliano dal nome Copersucar-Fittipaldi. La vettura si dimostra poco competitiva e Fittipaldi totalizza solo 3 punti, con il sesto posto negli Stati Uniti Ovest, Montecarlo e Gran Bretagna. Nel 1977 si registra qualche timido miglioramento, con Emerson che arriva quarto in Argentina, Brasile e Olanda; l’anno successivo è secondo in Brasile, piazzamento che resterà il migliore nella storia della scuderia. Nel 1979 coglie solo un sesto posto in Argentina, mentre l’anno successivo arriva terzo nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest e sesto a Montecarlo. Al termine del 1980, Fittipaldi decise di appendere il casco al chiodo, scegliendo di dedicarsi al ruolo di team manager: la poco fortunata avventura del suo team si sarebbe però interrotta soltanto due anni dopo, alle prese con problemi finanziari. "Emmo" non sarebbe comunque rimasto a lungo lontano alle corse, ributtandosi nella mischia nel 1984 con il team Patrick Racing nel campionato Cart. Il sodalizio dura per cinque stagioni, nel corso delle quali il brasiliano ottiene sei vittorie e buoni piazzamenti in classifica generale. Nel 1990 si trasferisce nella scuderia di Roger Penske, conquistando la 500 Miglia di Indianapolis nel 1993 e facendosi criticare per aver bevuto del succo d'arancia al posto della tradizionale bottiglia di latte a fine gara, nell'intento di promuovere l'industria degli agrumi brasiliana. Giunto alla soglia dei 50 anni, Fittipaldi si cimenta in IndyCar fino al 1996, quando un brutto incidente sull'ovale del Michigan lo costringe al ritiro. Anche il figlio di Emerson, Christian, ha corso per tre stagioni in Formula 1, disputando 40 Gran Premi con le scuderie Minardi e Footwork.
Luogo e data di nascita | San Paolo (Brasile) - 12/12/1946 |
Debutto in F1 | Gp Gran Bretagna 1970 |
Gp disputati | 144 |
Vittorie | 14 |
Pole Position | 6 |
Giri veloci | 6 |
Miglior risultato | 1° (1972-1974) |
Stagioni di attività | 1970-1980 |
Scuderie | Lotus, McLaren, Fittipaldi |
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