MotoGP | GP Spagna, Márquez: “4 giri e la giornata sarebbe stata perfetta”
Marc Márquez spreca la possibilità di vincere la sua prima sprint in carriera con una scivolata a 4 giri dalla fine mentre era in testa alla gara.
Prima il ritorno in pole dopo 1 anno e un mese – per un traguardo che gli mancava da Portimao 2023. Poi in gara una partenza non eccezionale, un buon recupero con sorpasso per la leadership e, infine, la caduta. Si può riassumere in queste poche righe il sabato old-style di Marc Márquez, che lascia Jerez de la Frontera con la sesta posizione finale (grazie alla penalità post-gara data a Raul Fernandez) in una Sprint ad eliminazione.
Pillole di “vecchio” Márquez
In un weekend nel quale il podio è l’obiettivo dichiarato dello spagnolo, oltre alla pole e alla caduta a 4 giri dalla fine, abbiamo assistito anche a pillole del vecchio Márquez: un grande salvataggio in curva 1 in qualifica e un contatto con Joan Mir – che è stato molto polemico nel suo debrief post-gara per la penalità comminata a Marc – nel tentativo di recuperare terreno dopo la caduta in curva 10. Tutto il repertorio messo sul tavolo in un giorno solo, per la felicità di Marc che riconosce di essere “sempre più vicino” alla vetta.
“Siamo più vicini di Austin ma non è abbastanza, mancavano 4 giri per chiudere una giornata perfetta. La cosa positiva è che comunque è stata una grande giornata per me, abbiamo conquistato la pole, abbiamo capito che sul bagnato siamo veloci, poi in gara siamo stati i più veloci. Sfortunatamente non l’ho finita, sono caduto nella fase più semplice della corsa come tanti altri. Ho toccato un punto bagnato e sono caduto. La cosa positiva è che siamo sempre più vicini”.
Proprio una chiazza d’acqua in curva 10 gli ha negato la gioia della prima vittoria nella Sprint nella sua carriera. Qui Márquez ha spiegato come stia facendo fatica a capire come sia avvenuto l’errore e ha ammesso che, con la caduta, il podio (alla fine distante 11 secondi) sarebbe stato impossibile anche se la stessa cosa fosse successa alla domenica.
“Sinceramente non ho fatto caso a quella macchia per tutta la gara. Ho visto che c’erano delle parti bagnate in ingresso curva, ma là dove si prende il gas in mano non l’ho vista. In quel giro ho staccato un attimo prima e ho cercato di avere più velocità di curva, forse sono andato 10 centimetri più stretto o più largo, quella era una chiazza larga 20 centimetri. Non lo so, non stavo andando oltre il limite. Quando ho perso l’anteriore non sono riuscito a recuperare, ma in ogni caso anche così ho chiuso settimo, quindi bene. Non penso che con la distanza di gara classica avrei potuto chiudere sul podio, quando sono caduto ho rotto le alette, la moto è diventata instabile e si muoveva tantissimo. Sarebbe stato impossibile, sono riuscito a girare sull’1.39, non potevo fare meglio”.
Marc accetta la penalità per il contatto con Mir
Nel tentativo di recuperare, Márquez si è reso protagonista di un contatto con Joan Mir in curva 13 sul quale lo spagnolo della Honda ha polemizzato per la penalità data al connazionale. Márquez non ha nascosto di aver accettato molto volentieri la cessione di una posizione, invece di una penalità più pesante.
“Con Mir è successa la stessa cosa che con Binder. Binder mi ha passato, l’ho visto e ho alzato la moto. Ho provato a passare Mir con margine, ma lui ha mollato i freni ed è entrato, poi ci siamo toccati. È stata colpa mia. A volte serve capire la situazione. In questo caso lui ha provato ad insistere, io non ho rilasciato i freni a sufficienza per passarlo completamente. Alla fine, ho accettato la penalità, è stato facile cedere la posizione e riprenderla su Oliveira”.
“Abbiamo alzato il margine di rischio”
Lo spagnolo nei giorni scorsi ha ammesso di ritenere chiusa la fase di adattamento alla Desmosedici e che adesso per lui l’obiettivo è quello di salire sul podio. Questo comporta anche aumentare il rischio, fattore che però non è quello che ha scatenato – secondo lui – le cadute delle ultime gare.
“Ad Austin ho capito di essere forte mentalmente, nelle prime due gare sono stato costante e ho cercato di controllare al meglio la situazione. Da Austin abbiamo alzato il margine di rischio. Così facendo ti esponi ai limiti e rischi di cadere. So quello che faccio, sono felice perché sono veloce. Questa era la mia preoccupazione questa stagione. Adesso devo essere costante. La cosa buona è che comunque tutte le ultime cadute, a Portimao, Austin e qui oggi, sono dovute a fattori extra-guida e non al fatto che io stia esagerando”.
Da Jerez, Mattia Fundarò