F1 | Passo lungo o passo corto? Questo è il...dilemma!
Per prima cosa possiamo dire che negli ultimi anni la tendenza di tutti i team è di costruire vetture con un passo non inferiore ad i 3 metri, già di per sé molto lungo. Quest'anno, con l'introduzione del nuovo regolamento (che prevede un estrattore di maggiori dimensioni), il fondo piatto è diventato di fondamentale importanza per generare carico, visto che quest'ultimo si paga meno in termini di resistenza aerodinamica rispetto al carico generato dalle appendici poste sulla carrozzeria.
Inoltre, con la presenza dei nuovi pneumatici più grandi e di nuova mescola, il carico può aiutare notevolmente a mandarli subito in temperatura e sfruttarli in una finestra prestazionale più ampia, rendendo la vettura più equilibrata e prevedibile nei tratti e nelle curve più veloci.
Prendendo in considerazione la Mercedes W08 e la Ferrari SF70H, esse presentano una differenza di circa 15 cm a favore della vettura tedesca: da questo punto di vista è possibile fare diverse considerazioni.
Vedendo le due vetture dall'alto possiamo notare come la Mercedes presenti un andamento sinuoso e filiforme delle fiancate, come se avessero due forme ben distinte, con la parte delle bocche più grandi seguite da un andamento che si riduce notevolmente fino ad arrivare quasi a filo della sezione centrale: ciò è possibile grazie alla maggior lunghezza e distribuzione delle componenti interne disposte sul lato lungo della vettura; discorso invece diverso, e più tradizionale, per la Ferrari, con le pance che si restringono sempre nella zona coca cola ma in maniera non altrettanto evidente.
D'altra parte, la maggior lunghezza della vettura porta ad una maggiore dimensione del fondo piatto stesso oltre che della carrozzeria, peso che si cerca poi di limare negli altri componenti per rientrare nel peso minimo di 728 kg e tenere basso il baricentro: un esempio può essere rappresentato dalla presa dinamica Sauber sdoppiata e più bassa, o la stessa Ferrari con le canalizzazioni nel fondo. Al contempo una vettura col passo lungo sarà molto più “impacciata” nelle curve strette e nei cambi repentini di direzione.
Un altro elemento da non sottovalutare è l'inclinazione che si andrebbe a creare con il rake, il famoso assetto picchiato, con uno sbalzo minore nel passo corto, mentre con quello lungo si avrebbe bisogno di rinvigorire il flusso del sotto-vettura.
In definitiva non esiste una soluzione che automaticamente prevalga sull'altra, ma la scelta è frutto di accurati studi che coinvolge anche altri parametri al di fuori di quelli aerodinamici, come l'utilizzo delle sospensioni e le dimensioni della power unit e delle componenti accessorie: si può affermare quindi che la scelta del passo è frutto dell’insieme del progetto e, in caso di errore di valutazione, è molto difficile rivederlo in corso d'opera e, a maggior ragione, durante la stagione.
Michele Montesano
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