Lewis Hamilton 10. Non si può non partire dall'inglese della Mercedes, praticamente perfetto per tutta la stagione, che si è concesso un errore solamente una volta raggiunta la certezza del titolo, cioè ad Interlagos. Prima parte di stagione che lo ha visto accusare passaggi a vuoto solamente a Sochi e a Montecarlo, mentre nella seconda ha approfittato senza pietà dei guai altrui conquistandosi meritatamente la corona iridata

Valtteri Bottas 9. Chiunque sarebbe uscito con le ossa rotte dal confronto con il cannibale Hamilton, ma non l'imperturbabile finlandese che come prima stagione in un top team può ritenersi soddisfatto per le tre vittorie conquistate, anche se in alcune occasioni è stato sonoramente battuto dal suo teammate. Si spegne una volta ottenuto il rinnovo di contratto, ma per la prossima stagione servirà davvero altro se non vorrà trovarsi senza il competitivo volante anglo-tedesco.

Sebastian Vettel 8,5. Sarebbe una stagione da 9, ma sul tedesco pende come una spada di Damocle l'incomprensibile follia (da lui stessa ammessa) di Baku. Al netto di quel weekend, la stagione di Seb è da incorniciare anche perchè ha restituito sia a lui che alla Ferrari la consapevolezza di poter dare ancora più fastidio alla Mercedes nel 2018.

Kimi Raikkonen 7. Meglio rispetto allo scorso anno, ma ancora poco se rapportiamo i suoi risultati a quelli degli altri top driver. C'è da dire che in alcune occasioni (Monaco e Ungheria) è stato sacrificato in nome della...ragion di Stato, ma Iceman nel 2018 dovrà mostrare qualcosa in più per far sì che non sia il suo ultimo anno in Formula 1.

Daniel Ricciardo 7,5. In una stagione monopolizzata da Mercedes e Ferrari è bravissimo a ritagliarsi il suo momento di gloria a Baku, approfittando anche della "lite" tra Hamilton e Vettel. Verso il finale di stagione è penalizzato da continui inconvenienti tecnici che lo privano di potenziali piazzamenti a podio.

Max Verstappen 7,5. L'inizio di stagione è di quelli da dimenticare, con più ritiri che arrivi al traguardo. Va meglio dopo la sosta estiva, con il culmine che per l'olandese coincide con la strepitosa e "sospetta" vittoria di Città del Messico.

Sergio Perez 8. Screzi interni con Ocon a parte, il messicano conferma l'ottima settima posizione in classifica piloti del 2016, con un'impressionante sequenza a punti culminata con il 4° psoto del Montmelò quale miglior risultato stagionale.

Esteban Ocon 7,5. Solo due zeri per il giovane talento di scuola Mercedes che l'anno prossimo sarà chiamato ad alzare l'asticella per farsi trovare pronto ad un eventuale chiamata della Casa di Stoccarda.

Nico Hulkenberg 7. Tiene a galla da solo la Renault nella prima parte di stagione anche grazie alla qualifica, suo vero punto di forza. Da Spa in poi non prende punti per 6 gare consecutive, riprendendosi soprattutto ad Abu Dhabi dove con un 6° posto permette alla scuderia francese di superare la Toro Rosso nel Mondiale Costruttori.

Carlos Sainz 7. Meglio con la Toro Rosso che con la Renault, se andiamo a vedere i suoi piazzamenti. Ma dopo le sue dichiarazioni nel Gran Premio d'Austria, il clima per lo spagnolo era diventato decisamente irrespirabile. Da qui la decisione di anticipare il suo passaggio ad Enstone.

Jolyon Palmer 4,5. Il 6° posto di Singapore è l'unico lampo di una stagione passata più tra le retrovie che nei quartieri alti. Che non avesse talento lo si era capito subito, ma solo dopo Suzuka gli viene dato il benservito.

Felipe Massa 7. Ci mancherà il buon Felipe che con Abu Dhabi ha concluso (questa volta per davvero) la sua carriera nel Circus. Nel finale di stagione si regala duelli all'ultimo sangue con Alonso e sorpasso in classifica al collega di box Stroll. 

Lance Stroll 7. Considerando il suo soprannome di inizio stagione (DisaStroll) ne ha fatti di progressi il giovane canadese che a Baku conquista il suo primo podio in carriera. Si regala anche la prima fila a Monza al fianco di Lewis Hamilton, poi cala nel finale subendo il sorpasso in classifica da Massa. 

Paul Di Resta s.v. In Ungheria passa da un microfono al volante di una Formula 1 nello strettissimo giro di poche ore. Non gli si potevano chiedere miracoli...

Romain Grosjean 6,5. L'unico motivo di consolazione lo può trovare nell'aver battuto il suo compagno di squadra. Conferma, anche a livello di punti conquistati, la discreta stagione 2016.

Kevin Magnussen 5,5. Del suo 2017 ricorderemo più i suoi modi di fare in pista e il suo linguaggio colorito (chiedere ad Hulkenberg per conferma) che i risultati. Che sono piuttosto modesti e con soli cinque arrivi a punti.

Fernando Alonso 8. Ancora un anno con un mezzo non all'altezza del suo talento, ma corso con la professionalità e la grinta che lo contraddistinguono. Sfiora (e quasi quasi ci stava riuscendo) la vittoria ad Indianapolis quando il suo motore (ma dai!) Honda va in fumo lasciandolo per prati. Riprovaci Fernando!

Stoffel Vandoorne 6,5. Il talento lo ha, è indiscutibile, ma con la Mclaren 2017 era impossibile da dimostrare. Perde nettamente il confronto con Alonso ma non sfigura nel complesso.

Jenson Button s.v. Si rivede anche lui in occasione del Gran Premio di Monaco, quando deve sostituire Alonso impegnato oltreoceano.

Pierre Gasly 5. Viene chiamato in Toro Rosso per sostituire Sainz, ma non convince mai appieno anche se la vettura di cui dispone faticherebbe anche in Formula 2...

Brendon Hartley 5. Più che un pilota sembra una rockstar in cerca di visibilità nei paddock del Circus. Il suo curriculum nel WEC è di tutto rispetto, ma la Formula 1 è tutta un'altra cosa...

Pascal Wehrlein 6. Chi ha talento rimarrà a piedi e chi ne ha di meno (o proprio per niente) correrà nel 2018. E' la paradossale situazione in cui si troverà il giovane tedesco che , seppur con un mezzo ai limiti della lentezza, è riuscito a conquistare punti iridati preziosissimi per la Sauber.

Marcus Ericsson 4,5. Si ritrova con un sedile per il 2018 grazie soprattutto al suo budget più che al suo talento che, come nelle stagioni precedenti, non si vede praticamente mai.

Antonio Giovinazzi s.v. Debutta nella massima serie in Australia e in Cina commettendo errori che per un deb ci possono stare assolutamente. La Ferrari gli nega un sedile per il 2018, confermando inspiegabilmente Ericsson al fianco di Leclerc nella nuova Alfa Romeo-Sauber.

Vincenzo Buonpane

 

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