F1 | GP Brasile: Vettel "paga cara" la seconda posizione in griglia
Nelle fasi concitate delle Q2, con le condizioni meteo non proprio stabili, la Ferrari richiama entrambe le vetture per montare le gomme a banda gialla al posto di quelle a banda rossa e ottenere un tempo utile, così da partire domani con le gomme soft e differenziandosi dalla strategia dei diretti avversari (partiranno con le super-soft): all'ingresso ai box, Vettel viene richiamato per una verifica di peso, la quale sembra essere eseguita con una certa calma. Sicuramente il pilota tedesco reputa l'operazione troppo lenta e, in soldoni, si presenta alle operazioni di peso con il motore acceso per buona parte del tempo, eventualità non permessa dal regolamento. Nel report del delegato tecnico delle ore 15:41 locali si legge che durante la Q2 Sebastian viene chiamato per la verifica del peso e (il virgolettato è parte del resoconto) "rifiuta di spegnere il motore", così che la vettura sia stata quindi spinta sulle rampe e pesata con il motore acceso, rendendo difficile l'ottenimento di una lettura stabile; inoltre, finita l'operazione di peso, il pilota è sceso dalle rampe utilizzando il motore e, così facendo, ha distrutto parte dello strumento per la verifica dei pesi.
La procedura di verifica del peso (descritta negli articoli 29.1 e 29.2 del regolamento sportivo) nella pratica prevede che il pilota si fermi al birillo di delimitazione, spenga il motore, venga spinto sulla bilancia, vengano svolte le operazioni di peso, venga spinto giù dalla bilancia e si riavvii verso i box; qualora la procedura sia infranta, il pilota può essere passibile di reprimenda o squalifica. Con la bandiera a scacchi calata sulle qualifiche, la situazione di Sebastian è stata sub judice per due ore, con lo spauracchio della squalifica che vagava intorno al box Ferrari: fortunatamente per il tedesco (e per lo spettacolo), Sebastian conserva la posizione, subisce una reprimenda e deve pagare una multa di 25'000 euro. Nel documento che motiva la decisione, si legge che i commissari hanno visionato le immagini e la telemetria relativa all'evento in esame constatando che l'operazione di peso si è svolta con il motore spento, ma la salita e discesa dalle rampe è stata effettuata con il motore acceso, andando contro le istruzioni e portando a una potenziale situazione di pericolo.
A questo punto vale la pena mettere assieme alcune considerazioni. La prima: nella stessa sessione di qualifica Lewis Hamilton si è reso protagonista di manovre infinitamente più pericolose di quanto combinato da Sebastian Vettel, ma gli episodi non possono essere valutati alla stessa stregua o magari in funzione della pericolosità, essendo su piani completamente diversi tra loro. La seconda considerazione è più paradossale e ha un sapore molto "legale": Sebastian, seppure con tutte le attenuanti del caso, ha visibilmente infranto la prescrizione di una procedura descritta nel regolamento (che tra l'altro disciplina anche le eventuali penalità, qualora tale procedura non venga rispettata), dunque ha dovuto giustamente attendere un giudizio, mentre le manovre di Lewis sono state valutate da un collegio giudicante la cui decisione è un "no further actions" motivato, per quanto opinabilmente, al momento.
Chiaramente l'interpretazione e l'applicazione del regolamento è qualcosa che Liberty Media dovrà prendere in seria considerazione in funzione della missione di offrire un prodotto più "amichevole" per lo spettatore. Per fortuna Sebastian e la Ferrari possono tirare un sospiro di sollievo e dire di averla scampata bella. E se vogliamo, anche il pubblico da casa può tirare un sospiro di sollievo pensando a una bella sfida di domani in gara.
Luca Colombo