IndyCar | Dopo Long Beach Kirkwood può lanciare la sfida a Palou?
La gara californiana per la prima volta in stagione ha visto lo spagnolo terminare in seconda posizione. Cosa aspettarsi da qui in avanti?

La gara vissuta domenica in California ha visto, per la prima volta in questo 2025, un vincitore diverso rispetto ad Alex Palou. Vero, il tre volte campione IndyCar è arrivato comunque secondo ed è saldamente leader della classifica. Potrebbero, però, Kirkwood e Andretti aver dato il via ad una inversione di tendenza in vista del fatidico Month of May?
Kyle super dopo un 2024 avaro di soddisfazioni
Che Kirkwood si trovasse decisamente a proprio agio tra i muretti di Long Beach era chiaro già dal 2023, quando qui ottenne la prima pole e il primo successo in carriera. Un film replicato nel corso del weekend appena passato, che ha regalato al nativo di Jupiter in terzo successo in carriera in IndyCar. Da segnalare, tra l’altro, come anche l’altra vittoria per lui sia arrivata su un cittadino, quello, per ora in stand-by, di Nashville.
Una vera e propria boccata d’aria quella arrivata in casa Andretti, dopo un inizio di stagione un po’ in sordina e un 2024 che, per quanto riguarda Kirkwood, non ha regalato nessuna vittoria e acuto particolare. Ne ha sofferto tanto Kyle, che nel corso dell’inverno ha lavorato tanto su sé stesso e sul proprio feeling con la vettura. Nel finale della passata stagione era parso evidente il divario con il team mate Herta; gap che oggi, in realtà, pare essersi rovesciato a favore del pilota della Florida. Colton, infatti, nonostante la prima fila, anche domenica non è andato oltre un settimo posto che non lo può lasciare troppo soddisfatto, soprattutto guardando alla gioia del box al suo fianco.
Possono quindi Kirkwood e Andretti lanciare il guanto di sfida a Ganassi? Il primo a crederci è proprio lui, che già prima della gara in California si era candidato a sfidante per il titolo. Effettivamente, sia a St. Pete che poi al Thermal a fare una grande differenza erano state le strategie studiate dal muretto giallo-rosso più che un divario importante a livello di prestazioni cronometriche. Kyle a lungo era rimasto negli scarichi del leader della classifica, a dimostrazione di un ottimo potenziale. Ora, la vittoria può essere una spinta importante verso l’alto, anche se le piste che stanno per arrivare, a partire da Barber, poco o nulla hanno a che vedere con quelle affrontate fino ad ora.
Abbiamo controllato la gara, anche dalle prove. Le qualifiche sono state davvero buone, la gara fantastica, con una grande strategia. È stata solo l'esecuzione su tutta la linea che ci ha fatto vincere quella gara di oggi, perché se Palou fosse stato davanti, ci avrebbe battuto, di sicuro. Questa è stata una gara di posizione in pista oggi, soprattutto considerando il fatto che non ci sono state interruzioni e caution.
Palou: “Fatto del nostro meglio, complimenti a Kyle”

La sensazione, a fine gara, è che Kyle non abbia sbagliato più di tanto nella sua disamina. A Palou è mancato veramente poco per diventare uno dei pochi nella storia IndyCar ad ottenere tre vittorie consecutive ad inizio stagione. Lo spagnolo ha pagato in particolare una partenza forse poco felice, ma in termini di passo gara è stato molto vicino al vincitore, e al momento dell’ultima sosta, al giro 66, è stato molto vicino al sorpasso. È stato proprio questo il passaggio chiave della gara, che ha decretato un po’ quello che, in assenza di fattori esterni, è stato poi l’ordine d’arrivo, almeno per quanto ha riguardato i primi due.
Non è mai bellissimo quando finisci secondo, ma, onestamente, la macchina 27 e Kyle sono stati fantastici per tutto il fine settimana. Sono stati super veloci. Abbiamo provato a giocarci tutte le nostre carte, ma non siamo riusciti a fare funzionare tutto al meglio. Ho fatto una brutta partenza, e questo ci ha messo in difficoltà, ma abbiamo fatto del nostro meglio
In casa Ganassi, da segnalare la rimonta di Scott Dixon, vincitore qui la passata stagione. Il neozelandese è stato uno dei pochi a montare gomme dure all’inizio, allungando parecchio il primo stint e andando a mischiare le carte, cogliendo un buon ottavo posto finale, considerando il quattordicesimo tempo in qualifica.
O’Ward e Penske cercasi
Tra coloro che sono partiti con gomma dura, una menzione particolare merita certamente il lavoro di Christian Lundgaard, per la seconda volta consecutiva a podio. Il danese di Arrow McLaren è finito in barriera in qualifica, ma in gara si è sicuramente riscattato con una prestazione di livello assoluto, agguantando il podio nel finale ai danni di un ottimo Felix Rosenqvist. In casa McLaren, molto più enigmatica è stata la prestazione di Pato O’Ward, mai veramente a proprio agio nel corso del weekend e solo tredicesimo nel finale. Da lui ci si attendeva ben altro, dopo la vittoria sfiorata al Thermal, e il rendimento fino ad ora non può essere considerato soddisfacente.

Così come non possono certamente bastare un quinto e un sesto posto all’armata Penske. Il migliore, alla fine, degli uomini del Capitano è stato ancora una volta il “vecchio” Will Power, davanti a Scott McLaughlin. La sensazione è che i tracciati “amici” della squadra stiano per arrivare ora, ma vedere Newgarden così indietro, peraltro con gli stessi problemi alle cinture che avevano fermato Power la passata stagione a Nashville, non fa certo presagire una ripresa così immediata. Nonostante questo, il due volte campione IndyCar non si perde d’animo.
Domenica avevo in mano una delle migliori auto che ho mai avuto a Long Beach, senza dubbio, ed è terribile parlare di un ultimo posto con essa. Il team Astemo si è comportato molto bene oggi e ha fatto tutto nel migliore dei modi. Stavamo guadagnando posizioni, poi è successo quel problema con le cinture che è stato come un pugno nello stomaco. Ora dobbiamo pensare a fare il massimo a Barber per tornare dalla parte giusta della classifica prima del Month of May a Indianapolis.
Ora viene il bello
Un’ultima riflessione sulla gara di Long Beach va fatta. Perché vedere 90 giri in California senza una sola bandiera gialla è veramente merce rarissima, e questa è l’ennesima dimostrazione plastica del grande livello raggiunto dal campionato americano in termini di competizione ma anche di piloti, tra i nuovi arrivati dall’Europa e non solo.
Ora, viene da dire, arriva il bello. Si inizia un periodo di gare che sarà decisivo e ci porterà dritti fino all’estate a suon di appuntamenti epici. L’ottovolante di Barber aprirà il mese di maggio, prima che lo stradale di Indy spiani la strada verso la 500 Miglia. Difficile, se si esclude Palou, parlare di chi potrà avere un balzo in avanti nelle prossime domeniche, anche se ovviamente è attesa una risposta da parte dei grandi assenti. Certo è che la stagione 2025, ora, entra nel vivo: il divertimento vero inizia adesso.
Nicola Saglia