Le FP1 del GP d'Olanda di F1 hanno visto Robert Shwartzman scendere in pista con la Ferrari SF-23 di Carlos Sainz. Il terzo pilota del Cavallino ha avuto così modo di esordire quest'anno in un week-end di gara, con l'obiettivo di comparare il suo lavoro svolto al simulatore con i riscontri della pista.

TRA SIMULATORE E DATI REALI

La Ferrari in questo weekend ha sbloccato la sua prima sessione rookie della stagione. E' stato il circuito di Zandvoort quello scelto per far scendere in pista il giovane pilota russo e membro dell'Academy. Le ore spese al simulatore per Shwartzman sono state fondamentali per quanto riguarda la conoscenza della SF-23, anche se in pista però è tutta un'altra storia.

Sul suo lavoro in questa sessione non vi erano grandi aspettative. Ferrari è scesa in pista con l'obiettivo principale di raccogliere il maggior numero possibile di dati per individuare il miglior assetto e i piani per il resto del weekend olandese, oltre a valutare la gestione e l'usura degli pneumatici. I risultati delle FP1 hanno visto Leclerc chiudere sedicesimo e Shwartzman con l'ultimo tempo in 1:14.803, visti i problemi accusati da Stroll: entrambi hanno lavorato utilizzando solo gomme medie e dure.

Nelle conversazioni via radio e nelle dichiarazioni post-sessione, il rookie ha evidenziato l'instabilità del posteriore della SF-23. Un problema ricorrente nel corso della stagione, sul quale occorrerà lavorare anche con l'aiuto dello stesso ragazzo.

"NEL FINALE UN POSTERIORE INSTABILE"

In una sessione non dedicata alla ricerca della performance, la soddisfazione di Robert è quella di aver completato il programma giornaliero senza errori e prendendo dati importanti. "Sapevamo che la sessione sarebbe stata più basata sulla ricerca del set-up che sulla performance, quindi non mi attendevo di poter girare tanto in modalità qualifica - ha dichiarato - ed inoltre abbiamo fatto molti cambiamenti in corso d'opera per vedere le differenze. Nel finale il posteriore risultava molto instabile e per me non è stato facile, visto che oltretutto Zandvoort è una pista molto complicata. E' stata una bella sfida per me, ma sono contento di aver completato il programma e spero che i dati raccolti possano aiutare la squadra".

Esiste infatti un programma di sviluppo che andrà avanti dietro le quinte, al simulatore di Maranello, che ha bisogno di quanti più dati possibile per poter proseguire. Mancano ancora dieci gare: ogni dato raccolto sarà necessario affinché la problematica SF-23 possa essere migliorata.

APPUNTAMENTO AD ABU DHABI

Nonostante tutto, ora che ha riassaporato la pista con Ferrari, Robert Shwartzman vorrebbe restarci. Per quest'anno, però, dovrà attendere. Il giovane pilota russo (che gareggia con licenza israeliana) tornerà infatti alla guida della SF-23 in occasione dell'ultimo appuntamento della stagione, quando salirà a bordo della vettura di Charles Leclerc nella prima sessione di libere del GP Abu Dhabi.

Anna Botton