MotoGP | GP Indonesia: Fabio Quartararo e la "paura dell'acqua"
Il primo Gran Premio di Indonesia dal 1997 ha senza dubbio rispettato tutte le aspettative. Tornare in una terra che respira motociclismo ha fatto bene a tutto il movimento della MotoGP. Detto questo, il GP di Indonesia è stato un crocevia fondamentale anche per Fabio Quartararo. "El Diablo" ha fatto segnare una strabiliante pole position in sella ad una Yamaha tutt'altro che competitiva a Lusail due settimane prima. La pioggia, da sempre nemica del transalpino, non ha rovinato i piani al campione del mondo in carica questa volta. Il primo podio sotto le condizioni proibitive del tracciato di Mandalika potrebbe aver finalmente scacciato il tabù della "paura dell'acqua".
I PRECEDENTI
Come detto nell'introduzione, Quartararo e la pioggia non sono mai andati d'accordo. Nei pochissimi precedenti in MotoGP sul bagnato in carriera, il #20 ha sempre faticato molto, questo anche per i noti problemi di aderenza della M1 in ogni condizione. Ritorna subito alla memoria il GP di Francia 2020, nel quale Quartararo, allora in lotta per il mondiale con il team Petronas, è stato completamente annichilito dagli avversari. In quella occasione tutte le debolezze sull'acqua del francese sono venute a galla: Quartararo ha chiuso quella gara in 9^ posizione, a quasi venti secondi dal vincitore Danilo Petrucci.
Tornando nel presente, il 2022 del binomio Quartararo-Yamaha non è iniziato nel migliore dei modi. Il francese, fresco di titolo iridato, aveva chiesto al Babbo Natale di Iwata un motore più potente, in grado di competere con le varie Ducati, Honda e Suzuki. Yamaha non ha accontentato la propria punta di diamante, scatenando così il malcontento del pilota, il quale non si è risparmiato alla stampa. Diciamo, non i migliori presupposti per il GP del Qatar.
A Lusail infatti Quartararo e Yamaha hanno faticato come non mai: i 10 km/h di deficit sul kilometro di rettilineo si fanno sentire e non poco. Nonostante una buona gara, Quartararo inizia la sua strada verso la riconferma con un misero 9° posto, laddove solo 12 mesi prima il francese aveva vinto la prima gara nel team interno.
UNA GARA MATURA
La prima parola per definire il GP di Indonesia di Fabio Quartararo è senza dubbio maturità. Il francese è scattato tutto sommato bene dalla prima casella, transitando secondo al traguardo del primo giro. Ovviamente, con il passare dei giri sono sopraggiunti gli specialisti dell'acqua, Jack Miller su tutti. Quartararo ha così lentamente iniziato a scendere in classifica, fino ad arrivare alla 5^ posizione.
Man mano che è salita la fiducia, il campione ha recuperato di posizione in posizione, mostrandosi molto sicuro dei propri mezzi. Il passo verso fine gara è senza dubbio strabiliante: dal 14° al 20° giro Quartararo ha girato sul 1:39.0, con l'eccezione di due passaggi (1:38.7 al giro 17 e 1:38.9 al giro 18).
Il podio del GP di Indonesia vale molto di più dei 20 punti portati a casa in campionato. È una dimostrazione di forza, la capacità di rialzare la testa dal momento più difficile nell'ultimo anno. Senza contare il fatto che, in termini di classifica, essere a -3 da Brad Binder non è affatto male, visti gli zero sia di Márquez che di Bagnaia.
IL CLICK MENTALE
Come spesso ha ricordato da quando è entrato nel team ufficiale Yamaha, Quartararo ha lavorato molto su sé stesso e sulla gestione delle emozioni. Ci ricordiamo tutti del Fabio di Valencia 2020, che tirava pugni al serbatoio quasi ogni giro per la frustazione. La versione 2020 è ormai un ricordo lontano: un pilota velocissimo, ma poco concreto e rilassato quando conta. Il fatto di essere un pilota ufficiale e campione del mondo in carica ha messo peso sulle spalle del 22enne: peso che ora può sopportare.
Valentino Aggio
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