La nuova Elise viene proposta con due livelli di potenza: la più performante è dotata di ben 220 cv, grazie al propulsore 1,8 litri che consente uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 4,5 secondi. L'altra versione monta un motore 1,6 da 136 cv che ferma il crono da 0 a 100 km/h in 6,3 secondi. Le novità non sono solo nei motori ma anche dal lato estetico, come nel muso ed al posteriore, oltre che aggiornamenti anche nell'abitacolo. Presente inoltre un nuovo tunnel centrale che lascia intravedere le leve del cambio, mentre anche la plancia è stata rinnovata.

Gli appassionati di Lotus Elise in Italia dovranno aspettare il mese di Maggio per poter vedere l'ultima versione della "piccola" di Hethel. Le novità introdotte si posso definire delle vere e proprie alchimie per non snaturare il DNA Lotus. Un esempio? Per ridurre di 9 kg, gli ingegneri britannici hanno sostituito la batteria tradizionale con una agli ioni di litio. Altri 6 kg sono stati risparmiati utilizzando gusci per sedili in fibra di carbonio con rivestimento in Alcantara. I cerchi in lega di alluminio hanno fatto guadagnare altri 5 kg ed il policarbonato del lunotto altri 6.

Se qualcuno pensa che i 136 cv della Lotus Elise Sprint base siano pochi non ha considerato il rapporto peso potenza di 170 cv per tonnellata. Nella sorella "maggiore" questo rapporto arriva addirittura a 260 cv/t. Gli ordinativi partono dal prossimo Aprile: il prezzo nel Bel Paese ancora non è stato diffuso, ma in Francia le due versioni partono rispettivamente da 44.300 euro e 47.700.

Alla Lotus sono molto soddisfatti di questa nuova Elise. A commentare la nuova sportiva è stato il CEO Jean-Marc Gales: "Elise continua a ridefinire quello che è possibile aggiungere in termini di leggerezza a una vettura sportiva, alzando l'asticella di riferimento. Scendere sotto gli 800 kg è stato un risultato fantastico per Lotus. Grazie a questo alleggerimento, l'Elise offre ora una guida più pura, un'agilità superiore e performance più elevate. Come diciamo a Hethel, meno peso significa più Lotus".

Fabrizio Crescenzi

 

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