F1 | GP Stati Uniti, gara: Lando vs Max, duello da Far West che premia l’olandese
I due corpo a corpo vissuti oggi in Texas hanno premiato ancora una volta Max Verstappen, più cattivo e aggressivo di Lando Norris.
Il paragone viene fin troppo facile, trattandosi del GP degli Stati Uniti in Texas. Lando Norris e Max Verstappen sono un po’ i nostri Pat Garrett e Billy the Kid, con lo “sceriffo” inglese che fatica a catturare il fuorilegge olandese, tornato in terra americana su livelli equiparabili a quelli di inizio stagione. Il duello, oggi, si è consumato in due atti, ed in entrambi i casi ad uscirne vincitore, di riffa o di raffa, è stato Max, che uscirà dai cancelli di Austin con 60 punti da gestire in cinque weekend. Non male davvero per lui.
Partenza decisiva, commissari fiscali nel finale
Come detto, il corpo a corpo tra i due contendenti al titolo F1 2024 ha caratterizzato i due momenti topici del GP: lo start e i giri finali. Allo spegnimento dei semafori, Norris dalla pole position si è subito portato verso sinistra in vista della salita e della conseguente prima staccata, per bloccare la strada al rivale Verstappen al suo fianco. Lo ha fatto, però, in maniera troppo poco decisa, lasciando un piccolo pertugio, che però è stato sufficiente al rivale per infilarsi e prendere la corda della prima curva. A questo punto, i due si sono trovati appaiati, con la McLaren costretta ad allargare la traiettoria e perdere ben tre posizioni. Certo, anche Max non ne ha giovato, e ad approfittarne è stato Leclerc, splendido trionfatore finale, ma l’olandese ha sicuramente limitato i danni in maniera perfetta.
Negli ultimi giri, invece, i due sfidanti si sono trovati a lottare per il terzo gradino del podio a pistole (pardon, ruote) fumanti. Norris, fermatosi quattro giri più tardi del rivale, si è messo a recuperare il terreno su Max ad un ritmo sostenuto, trovandosi poi per diversi passaggi nella sua coda, cercando un difficile attacco sul lungo rettilineo di ritorno. Al 52° giro, finalmente, la manovra sembrava essergli riuscita, ma, ancora una volta, Verstappen è stato più sveglio. L’olandese ha infatti accompagnato il rivale all’esterno, fuori dalla pista. Norris avrebbe dovuto alzare il piede, ma non l’ha fatto, guadagnandosi il terzo posto ma anche le attenzioni degli inflessibili sceriffi (anzi, degli stewards), che hanno inflitto cinque secondi di penalità al pilota di Bristol, che ha così perso il podio e, forse, le residue possibilità di vincere il titolo.
Il solito vecchio Lando, Max è sempre più saggio
Difficile, dopo la gara di oggi, dirsi stupiti di quanto visto. Lando Norris (un po’ come il Marlon Brando di Ligabue) è sempre lui; bravo, veloce, ma arrivati al dunque, spesso sembra che gli manchi qualcosa, soprattutto a livello di cattiveria. La prima curva di oggi è emblematica: se l’intenzione era quella di chiudere la porta, allora bisognava farlo davvero, non lasciare quello spazio, che per Verstappen è equivalente ad un portone. Anche l’episodio finale poteva essere gestito diversamente, in collaborazione con il team. Che fosse dubbio, era evidente da subito: perché allora non cedere la posizione e poi giocarsela nelle curve successive, forti di una vettura più prestazionale? Misteri texani, che rimarranno sepolti tra cactus e cowboys per un bel po’.
Il vero vincitore, oltre alla Ferrari e a Leclerc, è ovviamente Max Verstappen. L’olandese, con il successo nella Sprint e il podio di oggi, ha fatto quello che doveva fare, mantenendo un cuscinetto di sicurezza in vista degli ultimi cinque weekend stagionali. Oggi, le Rosse sono parse le vetture più prestazionali, ma sappiamo che i valori in campo cambiano molto in fretta da queste parti, e già dalla prossima settimana potremmo respirare un’aria diversa, al di là del Rio Grande. Stasera, in ogni caso, a Verstappen non resta che godersi quanto ottenuto in questi tre giorni di fuoco, con un quarto titolo F1 che sembra essere sempre più vicino. Norris e McLaren, invece, ancora una volta dovranno leccarsi le ferite, e aggiustare il tiro per dare il tutto per tutto già da Mexico City.
Nicola Saglia