La FAU, federazione automobilistica dell’Ucraina, ha chiesto ufficialmente alla FIA di vietare ai piloti in possesso di una licenza russa di prendere parte a qualsiasi gara, invocando la revoca immediata della licenza. Una questione spinosa, sulla quale è intervenuto anche il CIO con una nota in cui si raccomanda di escludere gli atleti russi da qualsiasi competizione. Ma è giusto che a pagare debbano essere gli sportivi?

COSA RISCHIANO I PILOTI RUSSI

Con l’inizio delle ostilità a seguito dell’invasione russe del territorio ucraino, si moltiplicano le iniziative volte al boicottaggio del paese di Putin. La Formula 1 ha deciso di cancellare dal calendario il Gran Premio di Russia, in programma a Settembre. Gli stessi piloti di F1, tra cui il quattro volte campione Sebastian Vettel, si sono detti contrari ad andare a correre in Russia.

Il team Haas ha rimosso gli adesivi Uralkali e la colorazione rosso e blu dalla monoposto durante i test della scorsa settimana, a causa del suo stretto legame con l'oligarca russo Dmitry Mazepin, padre del pilota Nikita.

Il presidente della FIA, Ben Sulayem ha scritto alla FAU confermando il pieno sostegno della Federazione Internazionale. Oggi sono arrivate le richieste di quest’ultima per tentare di isolare con ogni mezzo il paese russo. Proprio in risposta a questa lettera, Leonid Kostyuchenko (presidente della FAU) ha fatto delle precise richieste alla FIA.

LE RICHIESTE DELLA FAU

La FAU, tramite un comunicato sul proprio sito, ha chiesto ufficialmente alla FIA di vietare ai piloti che corrono con licenza russa di gareggiare al di fuori del proprio paese. Tra le altre sanzioni richieste da Kostyuchenko, c’è il boicottaggio generale verso tutti gli eventi internazionali programmati in Russia o in Bielorussia.

Oltre a colpire i piloti e le gare, la FAU chiede di escludere dalla FIA membri che appartengono a queste due nazioni. Inoltre, di estromettere dalle commissioni FIA tutte le persone che rappresentano organizzazioni dei Paesi coinvolti nell’aggressione dell’Ucraina.

L’ultima richiesta è quella di vietare l’uso dei simboli di Stato dei paesi aggressori. Se le richieste della FAU venissero accettate non solo Mazepin, ma anche altri piloti russi sarebbe impossibilitati a disputare qualsiasi gara al di fuori del proprio territorio. Oltre al pilota Haas, tra i rappresentanti di spicco ci sono anche il collaudatore della Ferrari, Robert Shwartzman. Senza dimenticare Daniil Kvyat, che nel 2022 correrà nel WEC con la G-Drive.

E’ GIUSTO CHE ANCHE I PILOTI PAGHINO?

A rimarcare la questione ci ha pensato nel pomeriggio anche il Comitato Olimpico Internazionale, il quale ha vivamente raccomandato a tutte le federazioni di non invitare o permettere la partecipazione di atleti e funzionari russi e bielorussi alle competizioni internazionali. Inquadrate le richieste della FAU, è però legittimo porsi una semplice domanda: è giusto che anche i piloti paghino per questioni non attinenti allo sport?

La questione è scottante. A nostro giudizio, lo sport non dovrebbe vietare ai propri atleti la possibilità di partecipare ai suoi eventi principali, dovendo farsi promotore di principi universali come la pace e la fratellanza tra i popoli. Consentire ai piloti russi e bielorussi di prendere parte alle competizioni, potrebbe essere la dimostrazione di ciò che sarebbe in grado di fare lo sport.

Inoltre, non è affatto scontato che i piloti e gli sportivi russi appoggino la decisione del governo del proprio paese a proposito di ciò che sta succedendo in Ucraina. Penalizzarli, privandoli di ciò che amano fare, sarebbe una sconfitta di tutti.

Chiara Zaffarano