Lorenzo Bandini, la speranza italiana
Il mese di maggio è purtroppo ricco di tristi anniversari per la Formula 1 e per il motorsport, con diversi protagonisti scomparsi mentre facevano quello che per loro era una ragione di vita, oltre che un sogno.
Tra di essi anche Lorenzo Bandini, grande talento dell'automobilismo italiano, scomparso il 10 maggio 1967 dopo essere stato vittima di un tragico incidente a Montecarlo.
Lorenzo Bandini nasce il 21 dicembre 1935 a Birne in Libia, che allora era colonia del regno d’Italia. Nel 1938, quando Lorenzo ha tre anni, la famiglia lascia la Libia per trasferirsi a San Cassiano di Brisighella, dove la famiglia vive bene grazie all'albergo gestito dal padre. La seconda guerra mondiale spezza questa felicità: il padre, partito al fronte, sparirà e solo dopo si scoprirà che è stato fatto prigioniero e fucilato, mentre le bombe degli alleati distruggono l’albergo. La madre decide allora di trasferirsi a San Cassiano a Reggiolo, dove può ricevere l’aiuto dei parenti.
Durante questo periodo, Lorenzo comincia il suo tirocinio come apprendista meccanico presso un officina di motociclette; a 15 anni decide di andare a Milano e trova lavoro come meccanico nel Garage Rex, dove conoscere una figura che sarà importante nella sua vita: Goliardo Freddi, che nel 1956 gli presta la sua Fiat 1100 Tv bicolore per partecipare alla prima gara e dare inizio alla sua carriera da pilota; il debutto avviene nella Castell’Arquato-Vernasca, dove arriva quindicesimo al traguardo per poi arrivare 23° alla Bolzano-Mendola. In seguito, è secondo alla Garessio-San Bernando fino a vincere la sua prima gara, la Lessolo-Alice.
Dopo due anni di apprendistato, Bandini con la Lancia Appia Coupé arriva primo nella classe 2000 Gran Turismo alla 1000 Mille Miglia. Altro piazzamento importante lo ottiene alla Volpini Junior per la Coppa d’Oro di Sicilia, dove arriva terzo. Nel 1959 non manca nessun appuntamento di rilievo relativo alle corse automobilistiche, guidando una Stanguellini: è terzo nella Coppa d’Oro di Sicilia, primo di categoria nella Coppa Madunina a Innsbruck e quarto alla Coppa Sant’Ambroeus; sul circuito di Sassari è sesto, poi è ventiduesimo alla Coppa Junior Monza, secondo alla Pontedecimo Giovi, primo di categoria alla Catania-Etna, sesto alla Coppa Shell Roma, quarto al Gran Premio di Montecarlo Junior, quarto al Gran Premio di Pau e primo nel Trofeo Crivellari.
Nel 1960 diventa pilota ufficiale della Stanguellini: arriva primo al Gran Premio della Libertà di Cuba e a Monza, dove ha la possibilità di conoscere un altro pilota, che sarebbe diventato suo amico-rivale: Giancarlo Baghetti. La stagione continua con buoni piazzamenti, ma l’occasione di fare il grande salto arriva l’anno dopo. La Ferrari decide di dare una possibilità di pilotare una delle sue macchine ad un giovane pilota. Bandini comincia portando la prima vittoria nella Coppa Junior Monza, ma il Cavallino sceglie di puntare su Giancarlo Baghetti. Lorenzo Bandini viene però notato dal proprietario della scuderia Centro-Sud, Mimmo Dei, che lo mette subito sotto contratto offrendo come monoposto la Cooper 1500 a motore posteriore Maserati.
L’esordio avviene a Pau, gara non valida per il campionato di Formula Uno, dove l’italiano si piazza dietro alle Lotus di Jim Clark e Jo Bonnier. Questa buona prestazione gli vale la possibilità di debuttare in Formula 1 nel Gran Premio di Francia, ma è costretto al ritiro dopo 20 giri per problemi alla ruota; partecipa poi al Gran Premio di Gran Bretagna dove conclude al dodicesimo posto, si ritira al Gran Premio di Germania per problemi di motore e nel Gran Premio d’Italia arriva ottavo. Con la Ferrari Testa Rossa 250, che Enzo Ferrari concede alla Scuderia Centro Sud, Bandini vince la 4 ore di Pescara con una prova sgargiante.
Il Drake, dopo aver osservato per tutta la stagione 1961 i progressi dell’italiano, decide nello stesso mese di dicembre di convocarlo a Maranello e di fargli firmare un contratto con la Ferrari. Bandini accetta subito e Mimmo Dei lo lascia partire per la scuderia emiliana, nonostante l’italiano fosse legato per un altro anno alla Scuderia Centro Sud.
La stagione 1962 vede Bandini presente nel Gran Premio di Pau dove si classifica quinto; alla Targa Florio partecipa con Giancarlo Baghetti ed arriva secondo, mentre è primo nel Gran Premio del Mediterraneo e nel Gran Premio di Enna. Nelle tre gare ufficiali di Formula 1, Lorenzo Bandini riesce a ottenere il primo podio e i primi punti nel campionato nel Gran Premio di Montecarlo con il terzo posto, a bordo della Ferrari 156. Nella seconda gara della stagione in Germania è costretto al ritiro per incidente, mentre nel Gran Premio d’Italia riesce a concludere ottavo. Nella sua prima stagione alla Ferrari colleziona quattro punti che lo fanno concludere al 12° posto.
La Ferrari, dopo questa stagione, decide di non mettere Bandini al fianco di John Surtees, ma di affidarsi al pilota francese Willy Mairesse. Bandini corre ancora per la Ferrari nel mondiale Marche mentre in Formula 1 disputa alcune gare con la scuderia Centro Sud, che gli mette a disposizione una Cooper Maserati e una BRM. In quell'anno arriva una vittoria che darà un slancio importante nella sua carriera: insieme a Ludovico Scarfiotti su una Ferrari 172P vince la prestigiosa 24 Ore di Le Mans. Dopo questo successo, arrivano gli ottimi piazzamenti nel Gran Premio di Reims, nel Trofeo d’Auvergne e a Pergusa. In Formula 1 riesce a andare a punti tre volte, grazie ad un quinto posto ottenuto in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Sud Africa. Ottiene sei punti in totale e il 10° posto nella classifica mondiale.
Dopo aver visto questi successi, il Drake decide di mettere Lorenzo Bandini al fianco di John Surtees, detto "il figlio del vento", per tutta la stagione 1964. Il campionato comincia con quattro gare senza prendere punti (Monaco, Olanda, Belgio e Francia) per il pilota italiano, che riesce a tornare a punti con il quinto posto ottenuto nel Gran Premio di Gran Bretagna. Dopodiché, Bandini sale sul podio nel Gran Premio di Germania con il terzo posto, prima di presentarsi all'appuntamento in Austria. Sul circuito di Zeltweg, il ferrarista riesce, dopo essere partito dalla settima posizione, a vincere la gara: sarebbe stata la sua unica vittoria in Formula Uno. Nella gara di casa in Italia, ottiene il terzo posto e dopo si ritira negli Stati Uniti. Nel Gran Premio del Messico, ultima prova del Mondiale, dà una mano a John Surtees per aiutarlo a vincere il titolo piloti nell’ultima gara. Per quasi tutta la durata della corsa, Bandini lotta con Graham Hill (uno dei rivali al titolo di Surtees), riuscendo a tenerlo dietro. Nel corso della lotta, Bandini colpisce la parte posteriore della monoposto di Graham, che va in testacoda prima di riprendere nuovamente la pista. Successivamente, la macchina di Hill prosegue con un tubo di scarico rovinato che lo costringe al ritiro. Il campionato era ormai saldamente nella mani di Clark, ma poi al penultimo giro, il motore dello scozzese dà segni di cedimento costringendolo alle spalle del trio Gurney-Bandini-Surtees. Il titolo tornerebbe così nuovamente nelle mani di Hill, ma il box della Ferrari, rendendosi conto che Surtees avrebbe potuto vincere il titolo arrivando secondo, segnala a Bandini di rallentare per farsi passare da Surtees. Bandini ubbidisce agli ordini di scuderia e cede a Surtees il secondo posto, il quale così conquista il campionato del mondo con un punto di vantaggio su Hill. Poche settimane dopo la fine della gara, il pilota italiano è vittima di forti polemiche da parte di Peter Garnier e Jo Bonnier, rispettivamente segretario e presidente della Grand Prix Drivers' Association, che lo accusano di guida pericolosa. Bandini replica che si era trattato di un normale incidente di gara. Conclude la stagione con 23° punti e il quarto posto, diventando nuovamente Campione Italiano Assoluto.
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