Gigi Riva, il 'rombo di tuono' e la passione per le auto
La scomparsa di Gigi Riva, uno degli attaccanti italiani più forti e prolifici di sempre, ha destato profondo cordoglio in tutto il Paese. Con lui se ne va uno sportivo unico ed un uomo vero, capace di farsi strada senza scendere a compromessi. Un ribelle capace di dire 'no' ad occasioni irripetibili nel corso della propria carriera, come quelle che avrebbero potuto portarlo all'Inter, al Milan o alla Juventus, pur di rimanere fedele al proprio Cagliari. Un amore incondizionato: proprio come quello per le auto, un'altra delle sue grandi passioni.
Rombo di tuono
"Si sentiva il vento fremere a intervalli, poi il suo rumore cresceva, si avvicinava, diventava cupo e fragoroso come un rombo di tuono". Una frase uscita dalla penna di Grazia Deledda, scrittrice sarda premio Nobel per la letteratura nel 1926. Parole che in seguito il grande giornalista Gianni Brera avrebbe preso in prestito per rappresentare il potente sinistro di Gigi: rombo di tuono.
Un suono lontano, ruggente, opposto rispetto all'uomo schivo e riservato qual era. Un rombo come quello che si poteva udire nel silenzio della notte sulla litoranea o nelle stradine dell'entroterra della Sardegna. Per l'esattezza, era il rombo di motori V6 e V8. Gigi Riva, infatti, appena poteva si lasciava travolgere dalla passione per le auto, specialmente quelle sportive. Amava la velocità, l'adrenalina che rilascia una 'sgasata'.
Gigi l'alfista
Un amore così grande che Gigi Riva nel 1964 spese i soldi del primo stipendio come giocatore del Cagliari per comprarsi l'Alfa Romeo Giulia 1600 Ti quadrifoglio verde. Era l'auto simbolo della rinascita economica, la più veloce sul mercato di quella categoria. A quattro fari, aggressiva, con il cambio a 5 marce. Una rarità, proprio come Gigi.
Questa berlina disegnata dal vento fu la prima di una lunga serie di automobili. Forse era il legame con la sua origine lombarda, o forse effettivamente il biscione rappresentava una garanzia, ma gran parte delle sue auto furono delle Alfa Romeo. Come quella che acquistò nel 1970 per festeggiare lo scudetto vinto con il Cagliari: l'Alfa Romeo Montreal.
Una GT unica, nata per raccontare al mondo l'Italia del boom economico di fine anni '60. Un'auto destinata ad entrare nell'Olimpo delle vetture prodotte nel Belpaese. Disegnata da un genio come Marcello Gandini - sue negli anni successivi furono la Lamborghini Miura e la Ferrari Dino - era dotata di motore V8.
A causa della crisi petrolifera non vennero prodotti numerosi esemplari, ma ciò non le tolse il prestigio. Anzi, forse rese quel modello ancora più speciale. Così come lo erano i suoi proprietari. Viene quasi da pensare che non fosse un caso il fatto che Gigi riuscì ad aggiudicarsene un esemplare.
Non solo Alfa Romeo
Il suo amore per la velocità era a 360°, dunque non si limitava alle sole Alfa Romeo. Il suo garage, infatti, poteva vantare anche dei modelli di Lamborghini. Inoltre, un'altra calamitò l'attenzione: sempre nel 1970, infatti, Riva acquistò la mitica Fiat Dino Spider, disegnata da Pininfarina.
Il motore V8 che la spingeva era prodotto a Maranello e progettato da Dino Ferrari, il figlio di Enzo, poi prematuramente scomparso. Un V8 che si imponeva, proprio come faceva lui in campo. Quel rombo che rappresenta una melodia era associabile all'armonia, al talento di Gigi. Al tempo stesso, l'esemplare che il fuoriclasse aveva acquistato era grigio. Un colore comune, che non intendeva dare nell'occhio, quasi a voler rappresentare il suo lato timido e riservato che era solito mostrare fuori dal campo.
Ma una volta acceso il motore, ecco il rombo. Un rombo di tuono. E la magia era compiuta.
Anna Botton