LA GARA. La partenza regala subito emozioni, con Vettel che scatta bene e mantiene la leadership mentre alle sue spalle Raikkonen perde subito la posizione su Bottas, scivolando al terzo posto. Primi metri non certo agevoli anche per Ricciardo, che deve contenere l’esuberanza della Toro Rosso di Gasly. Non scatta ottimamente Hamilton, che si fa superare da Alonso e incappa nel duello con Verstappen. Scintille anche tra Hartley e Perez, con l’australiano successivamente sanzionato per il contatto con la Force India del messicano.

Proprio l’olandesino, a causa dei danni derivanti dal contatto con la monoposto del campione del mondo in carica, è costretto ad alzare bandiera bianca, poco dopo il ritiro del teammate Ricciardo, che chiude una domenica nerissima per la Red Bull. Ripresosi dopo uno start sottotono, Hamilton effettua (giro 4) in un solo colpo un triplo sorpasso ai danni di Alonso, Ocon e Hulkenberg che gli permette di salire al sesto posto, fino al quarto ottenuto all’ottava tornata quando ha la meglio su Gasly sul rettilineo principale.

In testa, nel frattempo, Vettel mantiene un buon margine su Bottas, che a sua volta riesce a tenere a distanza di sicurezza Raikkonen. Il primo dei top a rientrare per il cambio gomme è Vettel (giro 18) che monta le soft, seguito poi Raikkonen (19°) che ne imita la strategia. Mercedes invece con Bottas opta (giro 20) per le medie, con il chiaro intento di chiudere la gara con un solo pit.  

Approfittando dei rifornimenti dei primi tre, Hamilton balza in testa ma accusa poco dopo del degrado sulle sue soft che permette a Vettel di superarlo agevolmente con gomme fresche, tornando così in testa alla classifica. Alla 26ma tornata tocca proprio all’alfiere della Stella tornare ai box per la sosta, ricalcando la scelta del compagno di squadra (gomme medie), rientrando in pista quarto alle spalle di Vettel, Bottas e Raikkonen.

La strategia Ferrari, di montare coperture soft nello stint centrale di gara, prevede una sosta supplementare rispetto al duo Mercedes. Difatti al giro 36 il muretto box della Rossa richiama Raikkonen. Ma le operazioni sulla SF71-H numero 7 non filano liscio, con il finlandese che alla ripartenza travolge purtroppo un meccanico (dalla prime indiscrezioni pare abbia subito le fratture di tibia e perone) ed è costretto al ritiro per il mancato fissaggio della gomma.

Con Raikkonen fuori dai giochi, la Ferrari decide di passare al “piano B” con Vettel che prevede la permanenza in pista del tedesco, senza un’ulteriore sosta, fino al termine della gara. Nei passaggi successivi al team radio, il tedesco riesce a contenere gli attacchi di Bottas, ma poi giro dopo giro il vantaggio accumulato da Vettel va pian piano riducendosi a causa delle soft oramai finite.

Gli ultimi chilometri di gara sono incandescenti, con Bottas che arriva fin sotto lo scarico della Ferrari numero 5 e malgrado l’ausilio dell’ala mobile non riesce a prevalere nel confronto diretto col rivale. Vettel, alla 200esima partenza in carriera, abile a gestire le gomme soft per ben 39° giri, può dunque esplodere tutta la propria gioia sotto la bandiera a scacchi, per una vittoria meritata e sudata fino alla fine.

Nella domenica della Ferrari e di Vettel, che allunga il proprio vantaggio nei confronti di Hamilton nel mondiale salito ora a 17 punti, fa festa (e che festa!) anche l’altro pezzo d’Italia presente in pista: ovvero la Toro Rosso che conquista uno straordinario quarto posto con Gasly. Completano zona punti la Haas di Magnussen, la Renault di Nico Hulkenberg, le McLaren di Alonso e Vandoorne, l’Alfa Romeo Sauber di Ericsson e la Force India di Ocon.

Tra una settimana si torna nuovamente in pista a Shanghai per il Gran Premio della Cina, dove la Ferrari dovrà nuovamente contenere gli attacchi di una Mercedes ferita.

Piero Ladisa