F1 | Ferrari verso Budapest: tra i dubbi di natura tecnica e l'incertezza sul futuro
La stagione del Cavallino è ad un punto di non ritorno: serve una chiara inversione di rotta per contrastare l'avanzata di McLaren e Mercedes
Non è certo una Ferrari in forma smagliante quella che si presenta a Budapest per il tredicesimo round del Mondiale di Formula 1. Dopo il successo conquistato da Leclerc a Monaco, la luce sembra essersi improvvisamente spenta dalle parti di Maranello, alle prese con una vettura resa più “critica” dal nuovo pacchetto aerodinamico e con le grosse incertezze relative al futuro assetto tecnico del team, dopo l'addio di Cardile ed il mancato raggiungimento dell'accordo con Adrian Newey.
Ferrari nel caos: urge cambiare la rotta
Proprio mentre sembrava che la stagione della Rossa potesse finalmente decollare, dopo un avvio di stagione comunque non certo da buttare e caratterizzato da due successi nelle prime otto gare, qualcosa sembra essersi rotto nel “giocattolo” realizzato da Frederic Vasseur. La fase di evidente involuzione dal punto di vista prestazionale che sta affrontando la SF24, apparsa l'ombra di sé stessa da Montreal in avanti, è infatti figlia di scelte non propriamente azzeccate dal punto di vista tecnico che non fanno altro che confermare, da un lato, l'estrema sensibilità delle attuali monoposto, ma dall'altro anche il clima di confusione che sembra regnare sovrano in questo periodo a Maranello. Ad aggravare la situazione è anche subentrato l'addio da parte del Direttore Tecnico Enrico Cardile, il quale sarà operativo a partire dalla prossima stagione in Aston Martin, unitamente al caos generato dalla “telenovela” di cui Adrian Newey è stato reso attore principale, con l'ipotesi di un arrivo in rosso dapprima data per certa (da alcune fonti) ed in seguito finita clamorosamente sul viale del tramonto.
Verso Budapest e…Spa: pacchetto vecchio o nuovo?
Ma andiamo con ordine. Su un tracciato come quello di Budapest, che presenta delle caratteristiche diametralmente opposte rispetto a quelli (ad esempio) di Montmelò e Silverstone, ci si chiede quale soluzione possa adottare la Ferrari dal punto di vista del pacchetto aerodinamico, viste anche le prove comparative effettuate nel weekend in Gran Bretagna. Prove che sarebbero servite a chiarire sotto certi aspetti le idee ai tecnici del Cavallino, ritrovatisi improvvisamente alle prese con una vettura dotata di un maggiore carico aerodinamico ma al tempo stesso decisamente più instabile e “nervosa” per gli stessi piloti, impossibilitati a sfruttarne tutto il potenziale. Il tortuoso tracciato ungherese dovrebbe da questo punto di vista favorire l'adozione del nuovo pacchetto, visto che ben difficilmente potrebbero ripetersi gli episodi di “bouncing” che tanto avevano messo in difficoltà la Rossa sulle piste che presentavano curvoni veloci. La situazione sarà poi tutta da valutare in vista del successivo appuntamento di Spa Francorchamps, nel quale la Ferrari sarà chiamata a doversi difendere per evitare il rischio di affrontare la pausa estiva avendo perso il secondo posto nella classifica Costruttori. La rimonta firmata negli ultimi mesi da McLaren e, soprattutto, Mercedes, dimostra in modo inequivocabile come anche una monoposto nata “male”, ma con gli aggiornamenti “giusti”, possa risalire la china ed invertire la rotta. Cosa che, in maniera assai evidente, non è avvenuta in casa Ferrari.
Dall'addio di Cardile al mancato arrivo di Newey
In mezzo alle incertezze di natura tecnica, il quadro si è ulteriormente aggravato con la spinosa situazione venutasi a creare nell'organigramma della scuderia di Maranello. Dopo i recenti addii di Simone Resta e David Sanchez, sono arrivate come un fulmine a ciel sereno (ma non troppo…) le dimissioni presentate da Enrico Cardile. L'addio dell'ingegnere aretino, figura di spicco capace di rappresentare un vero e proprio punto di riferimento a Maranello nel corso degli anni, non può e non deve passare inosservato: si tratta infatti di un deciso cambio di rotta rispetto al recente passato, che soprattutto lascia il team “orfano” di un ruolo chiave alla vigilia di una fase cruciale di transizione dal punto di vista regolamentare. Chi si attendeva una pronta sostituzione con il pezzo più pregiato attualmente disponibile sul mercato, dovrà con ogni probabilità ricredersi: il lungo “tira e molla” portato avanti con Adrian Newey (forse più dal punto di vista mediatico che altro…) sembra ormai destinato ad essere un capitolo chiuso, con l'ingegnere britannico chiamato a scegliere tra la ricca offerta Aston Martin ed il ritorno al passato con McLaren. Il Cavallino dovrà quindi preoccuparsi di colmare al più presto una lacuna in un settore di fondamentale importanza, che naturalmente non potrà continuare ad essere seguito dallo stesso Vasseur come sta avvenendo: l'assunzione del francese Loic Serra, proveniente dalla Mercedes, porterà dei sicuri benefici ma non certo la figura-chiave che tutti a Maranello stanno attendendo. Anche perché la prossima stagione è ormai alle porte, e con essa anche la nuova rivoluzione regolamentare del 2026: sarà indispensabile chiarire da subito i ruoli, seguire una strada ben precisa ed affidare in mani sicure le monoposto che Hamilton e Leclerc si troveranno come arma per la rincorsa al titolo. La pazienza dei tifosi è ormai finita, e con essa anche il tempo delle promesse…non mantenute.
Marco Privitera