Dopo aver ottenuto la migliore prestazione nel corso della sessione mattutina, Nico Rosberg si è dovuto accontentare di chiudere la sessione del pomeriggio alle spalle di Lewis Hamilton, non potendosi così togliere la soddisfazione di dominare la giornata di prove libere davanti al pubblico di casa. Poco male, visto che solo da domani i tempi inizieranno realmente a contare qualcosa: eppure, il venerdì di Hockenheim ha lasciato in eredità alcuni spunti interessanti. Innanzitutto, nonostante l'abolizione del FRIC, la Mercedes rimane davanti: i due alfieri delle Frecce d'Argento hanno difatti monopolizzato la lista dei tempi, separati tra loro di uno scarto veramente ridottissimo (65 millesimi in favore di Rosberg al mattino, 24 di vantaggio realizzati da Hamilton al pomeriggio). Ma, allo stesso tempo, la Red Bull è parsa in grado di potersela giocare con i rivali sia in qualifica che sul passo gara: a dimostrarlo, lo scarto di soli 0"102 accusato da Ricciardo nel corso della FP2 e, soprattutto, la costanza manifestata nelle prove di long run, le quali hanno evidenziato la competitività della RB10 su questa pista. Bene anche la Ferrari, anche se in questo caso i sorrisi sono dovuti soprattutto al ritrovato feeling tra Kimi Raikkonen e la F14T: il finlandese è riuscito finalmente ad esprimersi su buoni livelli, conquistando il quarto tempo nella sessione pomeridiana e mostrandosi soddisfatto del set-up raggiunto; qualche difficoltà nella seconda ora e mezza per Alonso, che dopo il terzo tempo del mattino (ottenuto, ricordiamo, con una vettura piuttosto scarica) non ha ottimizzato al meglio le coperture Supersoft al pomeriggio concludendo in nona posizione. Per il resto, bene le due McLaren, con Magnussen e Button immediatamente alle spalle di Mercedes, Red Bull e Ferrari, mentre da segnalare la crescita della Sauber, che con Sutil si è costantemente mantenuta a cavallo della top ten. Nella seconda sessione, da segnalare un problema accusato da entrambe le Caterham, con Ericsson fermo dopo pochi istanti e Caterham che ha dovuto abbandonare in pista la propria vettura con il retrotreno in fiamme, prodigandosi per spegnere in breve tempo l'incendio: al giapponese, in questa travagliata stagione mancava solo di doversi improvvisare pompiere.

Marco Privitera

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